Prega per il meglio...

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Alec POV

La fissai ancora qualche attimo poi le voltai le spalle, tornai sui miei passi correndo per i corridoi fino ad arrivare alla porta della sala riunioni. Spalancai la porta dopo aver tirato un cazzotto in pieno volto allo Shadowhunter che faceva la guardia alla porta e sotto gli occhi stupiti dei presenti mi fiondai verso Magnus abbracciandolo il più forte possibile.

“Signor Bane, questa è una riunione privata…”

“Zitto vecchia ciabatta!” e voltandogli le spalle baciai Magnus davanti a tutti.

Il mio sogno ad occhi aperti svanì da davanti ai miei occhi quando la bionda che stava ritta di fronte a me non si schiarì la voce imbarazzata. Paul che era ancora al mio fianco lanciava sguardi da me a lei senza capire cosa fosse successo tra noi visto l’imbarazzo che rendeva quasi irrespirabile l'aria.

“Bene signor Bane, è stato un piacere conoscerla. Adesso la lascio nelle abili mani di Lydia Branwell, è già stata ospite di questo istituto. Magari vi siete già incontrati…” aveva lasciato la frase liberamente aperta sperando di ricevere spiegazioni cosa che non avvenne ne da parte mia ne da parte di Lydia. Gliene fui molto grato.

“Grazie Paul, sei stato molto gentile ad accompagnare il signor Bane. Da qui ci penso io.” Lo congedò in quel suo modo gentilmente fermo che la rendeva ancora più autoritaria. Paul fece un breve inchino e dopo aver salutato svanì dietro al corridoio. Ebbi la strana sensazione che non se ne fosse andato, anzi che si fosse nascosto ad origliare.

“Bene signor Bane, da questa parte, sa queste pareti possono avere orecchie indiscrete.” Disse Lydia rivolta all’angolo da cui era sparito Paul. In principio non si sentì nulla ma poi veloci tonfi ovattati indicarono che l'origliatore se l’era data a gambe. Eravamo soli ed io avevo un improvviso attacco di claustrofobia.

Sbaglio oppure le pareti del corridoio si stavano restringendo?

“Senti Magnus io…, posso chiamarti Magnus? No scusa, non ho alcun diritto… signor Bane la prego di…”

“Lydia, puoi chiamarmi Magnus. Non preoccuparti.” Non saprei dire perché ma più lei era insicura e più io mi sentivo calmo.

“Ho provato a dire a quelli del Clave che non era esattamente la situazione ideale mandare me ma… credo che fosse esattamente il loro intento.” Non riusciva a guardarmi negli occhi, dopo tutto dal suo punto di vista io ero il “ragazzo” del suo futuro marito che il giorno del matrimonio aveva dichiarato apertamente di fronte a tutti gli invitati di essere omosessuale e per di più di essere innamorato di un nascosto lasciandola sola all'altare. Vista così mi sentivo orribile.
L’avevo umiliata.
Lei voleva solo ricominciare una nuova vita con un altro uomo e io glielo avevo impedito. Il mio disagio aumentò a dismisura.

“Hanno incaricato me di farti da supervisore e referente con il Clave.”

“Alec non ha avuto molto tempo prima che tu partissi ma, è molto dispiaciuto per come è andato a finire il matrimonio.”

“Già, è proprio da Alec sentirsi in colpa, anche se non faceva altro che seguite il suo cuore. È il ragazzo più coraggioso e onesto che io abbia mai incontrato. Mi piaceva davvero…”

“Anche tu gli piacevi. Ti ha sempre definita una donna forte, dura e dolce allo stesso tempo.” Le sorrisi.

“Lui ha parlato di me? Ho sempre creduto che dopo ciò che l’ho costretto a fare mi odiasse. E come dargli torto.”

“Lui non ti ha mai odiato, ha odiato solo se stesso per non aver avuto il coraggio prima di dire la verità ed accettare le conseguenze, ha odiato se stesso anche per averti illusa inutilmente sfruttando una tua debolezza, è stato un codardo. Non è affatto tanto onesto e nemmeno così coraggioso.” Le mie parole le fecero alzare lo sguardo e puntarlo, incredulo, nei miei occhi.

“Alec…” un brivido di terrore mi percorse la spina dorsale.

Stupido! Magnus non avrebbe mai parlato così! Ti ha scoperto e adesso dirà tutto ai membri del Clave!

“Alec, è un ragazzo molto particolare. Tu lo saprai meglio di me. Non è un codardo, ha solo bisogno di tempo quando si tratta di se stesso. Per gli altri si getta anima e corpo, accantonato se stesso in un angolo. È il ragazzo più altruista che io abbia mai incontrato e… dovrebbe essere più egoista. Così come ha fatto il giorno del nostro matrimonio. È stato finalmente egoista. Ma credo che tu queste cose le sappia già e che il mio blaterio non ti interessi. Ha una dolcezza e una sensibilità particolari. Glielo si legge negli occhi non trovi?”

Uno scambio inaspettato // MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora