Bugie e vecchi ragnetti

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Alec POV

Fissavo il riflesso di Magnus nello specchio che avevo di fronte. Studiavo ogni parte del volto con estremo interesse e concentrazione. Solo una parte non mi era famigliare. Gli occhi. Oro verdi, felini. Rimasi incantato dalle pagliuzze che li facevano brillare rendendoli luminosi. Ero a pochi centimetri dallo specchio. Se mi fossi avvicinato ancora avrei lasciato l’impronta del naso sulla superficie.

“Alec che ci fai qui tutto solo?” la voce del mio parabatai mi fece sobbalzare. Mi voltai di scatto verso di lui. Era appoggiato con una spalla contro lo stipite della porta, la luce che veniva dalle sue spalle lo irradiava circondandolo in un'aura dorata. Gli occhi miele scintillavano nonostante il volto fosse in ombra. Aveva ancora la tenuta da combattimento. Era disarmato questa volta però.

“Non ci riesco. Gli occhi’ mi indicai il volto sconfortato ‘Non riesco a nasconderli, o meglio, ci riesco ma appena mi distraggo svanisce tutto.”

“È tutta una questione di abitudine. Magnus ha detto che diventerà naturale col tempo…”

“Lo so cosa ha detto Magnus! Il problema è che non abbiamo tempo!” gli urlai addosso. Rendendomi conto della mia reazione tornai sui miei passi.

“Scusa. Sono stressato. Non volevo alzare la voce con te, è solo che continuo a pensare a cosa potrebbe accadere se andasse storto qualcosa. Cosa potrebbero farmi, farti, fargli.” Mi passai una mano sul volto.

“Alec sai qual è il tuo problema? Pensi troppo!”

Risi amaramente. Non aveva tutti i torti.

“Più pensi che fallirai e più sarà inevitabile che accada. Devi pensare positivo o non pensare affatto. Anche questo potrebbe aiutare.”

“Facile a dirsi. Tu non hai di questi problemi no? Il cervello non lo metti mai in funzione. Il cricetino è in vacanza da sempre vero?”

“Oddio sei uguale a lui! Mi spaventi Alec.” Scoppiammo a ridere entrambi.

“Andiamo, è da quando hai lanciato uova addosso al sergente Bane che non mangi qualcosa.”

Mi avvicinai a Jace per seguirlo in cucina ma lui mi bloccò il passaggio. Mi fermai interdetto e lo fissai inclinando la testa aspettando spiegazioni.

“Non dimentichi qualcosa?”

Lo guardai accigliato. Feci una breve lista di cose possibili che potessi aver dimenticato:

-Lavarsi i denti?
-Tirare l'acqua?
-Un compleanno?
-Il bucato nell’asciugatrice?
-Bagnare le piante?
-Chiudere il gas?
-No! La zip dei pantaloni!

Feci per controllare ma Jace mi bloccò prima che mi accertassi che fosse chiusa.

“Alec, gli occhi.” Rimasi a bocca aperta con una faccia da pesce lesso degna di nota. Mi riscossi sbattendo le palpebre ripetutamente come riscosso da un sogno ad occhi aperti.

“Oh, si certo hai ragione.” Abbassi lo sguardo concentrandomi sul glamour.

Ma guarda te che figure faccio ogni volta!

Rialzai lo sguardo fissandolo in quello del mio parabatai.

“Okay. Adesso possiamo andare.”

“Comunque hai la bottega aperta.” Disse lasciandomi il passo spostandosi di lato.

Sgranati gli occhi e abbassati di nuovo lo sguardo controllando. Il famigliare calore cominciò a riscaldarmi le guance preannunciando il rossore. Una risata gorgogliante e a stento trattenuta mi fece capire che mi stava prendendo in giro.

Uno scambio inaspettato // MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora