Capitolo 12

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<<Stai bene?>>, mi chiese Ally, mentre parcheggiava l'auto nel vialetto di casa di Dinah. Già si era preoccupata quando prima ero entrata in macchina con gli occhi lucidi, a causa della conversazione avuta con mia madre e non aveva fatto domande. Adesso, che il mio corpo si era irrigidito completamente, doveva essersi preoccupata per me.

<<Sto bene, solo che...insomma...una festa a casa di Dinah Jane?>>, dissi, cercando di ridere. Lei si illuminò a quelle parole, come se capisse perfettamente a cosa mi riferivo. Nemmeno lei era un animale da festa, quindi questa era la nostra prima volta e sapere che Dinah Jane era colei che la organizzava, poteva davvero entusiasmare le persone. Era bravissima, o almeno così dicevano tutti quanti.

<<Capisco cosa vuoi dire>>, disse Ally, spegnendo il motore della macchina. Uscimmo, poi ci recammo verso la porta. La macchina di Taylor era parcheggiata non molto distante, così come quella di Mani e quella di Lauren. Aspettavano solo noi, e il cuore prese a battermi con violenza nel petto. C'era lei dall'altra parte della porta ed io l'avrei rivista dopo che mi aveva usata in quella maniera.
Proprio quando la mia amica stava per bussare, la porta venne spalancata. Dinah ci sorrise quando ci vide.

<<Eccovi qui! Stavo uscendo per andare a prendere delle ultime cose per la festa>>, disse, spiegandoci perché aveva la borsa in spalla.

<<Be', non restate lì, entrate pure. Le vostre amiche sono in soggiorno con Lauren>>, disse, indicando la terza porta a sinistra del lungo corridoio. <<mentre Normani è in cucina, se ve la cavate con i biscotti>>, continuò, indicando poi la seconda porta a sinistra.

<<Io torno fra poco e comportatevi come se foste a casa vostra>>, disse Dinah, prima di chiudersi la porta alle spalle.

<<Andiamo a salutare le ragazze>>, disse Ally, prendendomi sotto braccio. Mi fermai di scatto, impuntando i piedi a terra come se fossi una bambina capricciosa che non vuole entrare in macchina.

<<Vado a parlare con Normani, in realtà...devo dirle una cosa>>, dissi, lasciandola in corridoio. Era sicuramente maleducazione non entrare in soggiorno e salutare le ragazze, ma questo significava che l'avrei dovuta vedere. Volevo tardare la cosa un po' più del dovuto, e magari parlare con Normani mia avrebbe potuto aiutare a distrarmi.
Entrai in cucina. Era moderna e semplice. C'era un balcone sulla sinistra appena si entrava in cucina, e notai un dondolo, di quello a più posti. Il classico che si vede nei film dove i protagonisti si baciano al chiaro di luna.
Normani era rivolta verso il lavandino; lavava i piatti: che ragazza per bene. Una canzone a volume basso suonava per la stanza, e di tanto in tanto muoveva i fianchi a ritmo di musica. 

<<Non ti facevo tipo da Joseph Arthur>>, dissi, ridacchiando. Lei si voltò verso di me, lasciandomi vedere che portava un grembiule da cucina, con dei fiori gialli ed arancioni sporchi di farina e cioccolato fuso. Per il resto, era impeccabile come sempre.

<<Playlist dei genitori di Dinah>>, disse, indicando l'Ipod che posava su un mobile, lontano dalla sua cucina per evitare di sporcarlo.

<<Hanno degli ottimi gusti, però>>, dissi, sentendo la canzone che partì successivamente. 

<<Sempre meglio di quelli della figlia e della sua amica>>, disse, indicando sé stessa.

<<Beyoncé è pur sempre Queen B>>, dissi, facendola ridere.

<<Dinah ha detto che avevi bisogno di una mano...Posso aiutarti a fare qualcosa?>>, chiesi.

<<No, tanto non ho molto altro da fare>>, disse. <<Ma puoi restare a farmi compagnia>>, aggiunse, voltandosi verso di me.
Mi andai a sedere al tavolo, mentre lei si asciugava le mani. Andò verso il frigorifero, prese due bottiglie di limonata e me ne offrì una. L'accettai.

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