Capitolo 18

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Dopo aver passato una mezza mattinata ad aiutare Dinah a pulire casa, avevamo finalmente finito. Non immaginavo che dei ragazzi potessero rovinare così tanto una casa. C'erano bicchieri ovunque: nel forno, nel frigo, nel lavandino, a terra, nella vasca da bagno...che diavolo avevano combinato nella vasca da bagno per averla riempita di bicchieri? Un tizio aveva vomitato in corridoio, sicuramente perché con lui non c'era Normani a portarlo nel bagno della camera dei genitori di Dinah. Poi, proprio accanto alla porta della padrona di casa, era stato lasciato un preservativo pulito ma privo dell'involucro...C'era sicuramente qualcosa che non andava!
Finalmente, giunta l'ora di pranzo, finimmo di pulire casa. Con gli occhi dolci di Hailee, avevamo ricevuto aiuto anche da parte di Shawn, che non era stato in grado di resistere.
I miei genitori mi avevano mandato un messaggio durante le pulizie, in cui mi dicevano che erano usciti a fare una passeggiata e si fermavano fuori a mangiare insieme a Sofia. Dinah ci propose di restare a pranzo, ma non volevamo disturbarla ancora, quindi ognuno di noi tornò a casa. Qui, ci fu l'inconveniente, che non poteva mancare: Ally doveva correre a fare un servizio importante, quindi non poteva accompagnarmi a casa.

<<Ci penso io>>, disse Lauren, poggiandomi una mano sulla spalla. Sorrise dolcemente a me ed Ally, mentre gli altri entravano nelle proprie macchine per andare via. Ariana e Taylor furono le prime a sfrecciare via, siccome entrambe dicevano di sentire la necessità di fare una doccia. Hailee e Shawn erano entrati in macchina, ma erano occupati a parlare di qualcosa, quindi erano ancora fermi. Forse, progettavano qualche appuntamento. Normani e Lauren erano le uniche due a non essere entrate ancora in macchina, ed entrambe si erano fermate per sentire le parole di Ally.

<<Sicura che non sia un problema?>>, chiesi, guardandola con attenzione.

<<Camz, siamo quasi vicine di casa. Certo che non ci sono problemi>>, disse, abbassando la mano lungo la schiena. Mi resi conto che l'aveva fatto per spingermi verso la sua macchina, senza che potessi più obiettare.

<<Lauren>>, la richiamò Normani. Lei portò i suoi occhi verdi verso la sua amica, e si scambiarono un'occhiata veloce. Entrambe sembravano prese a parlare telepaticamente, prima che Lauren annuisse, mettendo fine alla loro conversazione mentale.

<<Ci vediamo, Allycat>>, dissi, salutandola con la mano. <<Ciao, Mani>>, continuai, sorridendole. Entrambe ricambiarono il mio saluto. Poi, entrammo tutte in macchina e finalmente, liberammo il vialetto di casa di Dinah.

<<Quindi, hai fatto il grande passo, eh?>>, mormorò Lauren, guardandomi con la coda dell'occhio. Sorrisi, mordendomi il labbro inferiore. Ebbene sì, l'avevo fatto davvero. Mi sentivo così leggera, priva di preoccupazioni come se nulla nel mondo potesse più farmi del male. Mia madre lo sapeva e mi accettava, i miei amici lo sapevano e mi accettavano, adesso mancava solo mio padre e poi, avrei potuto dormire sogni tranquilli. Certo, nessuno metteva in dubbio che in futuro avrei incontrato delle persone contrarie a queste mie scelte. Avrei fronteggiato insulti e parole di odio, ma almeno potevo essere me stessa. Il mondo poteva lanciarmi contro di tutto, avrei avuto delle persone che mi supportavano.

<<Sì, l'ho fatto>>, dissi a voce alta. Lauren svoltò verso destra, prendendo la strada più breve per tornare a casa. <<Tu invece hai chiesto scusa a tutti>>, mormorai, sperando che la mia frase non la mettesse a disagio.

<<Non ho chiesto scusa a tutti, Camz. Ho chiesto scusa a te, Normani e Dinah: le mie ragazze>>, disse, alzando le spalle. Era così strano parlare con lei. Era pur sempre la ragazza che passava notti insonni come me, quella che mi sollevava il morale quando stavo male, quella che diceva di non amare gli abbracci ma che cercava sempre contatto. Quella che profumava di cocco e tabacco, sempre. Anche adesso che c'eravamo lavate tutte a casa di Dinah, lei portava sempre il suo profumo. Ed era così buono...
Al tempo stesso, però, questa era una ragazza nuova, perché la situazione era nuova. Sapeva cosa provavo, ed io sapevo cosa provava lei. Lei sapeva che ero interessata a un qualcosa in più di una semplice amicizia; io sapevo che aveva paura per potermela dare, ma ciò non significava che non volesse lo stesso. 

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