Capitolo 26

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 "El caso no es volverte a ver, sino ver cómo vuelves. Si merece la pena ya perderme o no perderte, no sé(...)
 Y 'no sé' era la respuesta favorita del destino pa' matarnos sin hacernos bien. Ya que no existe peor camino que no saber ni dónde correr, ni peor suspiro que mirarte y ver; que nada va a cambiar. Que tienes que hacer lo que debes por necesidad, a pesar de que lo que quieres se va. Que has pasado media vida buscando tu otra mitad, para pasar la otra media intentándola olvidar".
(Il caso non è vederti di nuovo, ma vederti tornare di nuovo. Se vale la pena perdermi o non perderti, non so(...)
E "non lo so", era la risposta preferita del destino per ucciderci e non farci del bene. Siccome non esiste peggior cammino che non sapere nemmeno dove correre, e peggior sospiro che guardarti e vedere che nulla cambierà. Che devi fare quello che devi per necessità, mentre quello che vuoi se ne va. Che hai passato mezza vita a cercare la tua metà, e passerai l'altra mezza mentre provi a dimenticarla)
-Beret; Diez mil porques.

Dopo quella notte, come aveva promesso, non ebbi più sue notizie. Mentirei se dicessi che non uscivo di tanto in tanto, nella speranza di vederla, però di lei non c'era più traccia da nessuna parte. Se non avessi avuto Dinah che mi teneva al corrente sulle cose, avrei giurato che fosse andata via. Era diventata un po' il mio unico modo per avere notizie di Lauren, siccome ci eravamo promesse di non sentirci più. In un modo o nell'altro, avevo raccontato tutto alla ragazza bionda, così che potesse capire meglio tutta la tensione che si era creata in questi ultimi periodi. 

Fu molto d'aiuto parlare con qualcuno che conosceva tutte e tre le protagoniste di questa storia, qualcuno che potesse dirmi senza peli sulla lingua quello che pensava. Ad essere onesta, Dinah era stata anche imparziale. Mi diceva che non sapeva di Normani in alcun modo, anche se aveva notato che era un po' strana. Scoprire di Lauren era stata una sorpresa anche per lei, e avevo dovuto implorarla perché non facesse nulla di stupido quando le avevo raccontato delle stupidaggini che aveva fatto. Non mi disse che ero stata una stupida a perdonare Lauren, anzi, mi spiegò che spesso quando si ama, è più facile perdonare che soffrire lasciando andare l'altra persona. Non mi disse che Normani era la scelta migliore per me, e per farmi sentire meglio, mi raccontò un paio di episodi in cui la mora si era comportata malissimo. Avevo apprezzato il suo supporto così tanto, che l'avrei abbracciata se avessi potuto.

Il mio stato di quieta depressione era stato interrotto il giorno in cui avevo scoperto che saremmo andati via a fine mese. Credevo che il trasloco sarebbe iniziato alla fine del mese, però, in realtà, avevo capito male. Per la fine del mese, dovevamo entrare nel nostro appartamento ad Orlando. Tre ore chiusa in una macchina, mentre un camion ci seguiva portando con noi tutte le nostre cose. Anche se alcuni mobili e gli oggetti venivano con noi, sentivo di lasciare una parte di me lì. Lasciavo i miei amici, i miei ricordi con loro, Lauren...Almeno, al mio fianco c'era Taylor, per quanto potesse essere presente una ragazza che frequenta l'università.

Stupidamente, speravo di ritardare in qualche modo la partenza, perché sapevo che i ragazzi  dell'ultimo anno, avevano organizzato una festa per dirsi addio prima di andare al college. Sapevo che Lauren e Normani ci sarebbero state e volevo parlare con la ragazza dagli occhi verdi, anzi, mi sarei accontentata di guardarla da lontano. Avrei pagato oro per vederla ridere, spostarsi i capelli di lato, osservarla mentre si morde il labbro inferiore...Un'altra notte, poi un'altra ancora, finché non ne avrei avuto abbastanza di lei. Era stato sbagliato dirle di sì, quella notte, perché adesso non potevo più farne a meno. Provavo, davvero, a pensare a qualcos'altro, però non ne ero capace. Volevo lei, e sapere che non l'avrei rivista per un po', mi faceva affondare il cuore nel petto.

<<Camila!>>, mi richiamò Taylor. Sbattei le palpebre, guardandomi intorno. Ero nella sua camera d'albergo, poiché cercavo ogni scusa per non stare da sola a deprimermi. Tuttavia, era bastato che si allontanasse un attimo per andare in bagno, che mi ero persa nei miei pensieri riguardanti la bella mora dagli occhi verdi. Perché nessuno mi aveva mai detto che l'amore fa così tanto male? Perché non è stato inventato un maledetto manuale per "cuori infranti e come guarirli"? Ne avrei proprio bisogno, così come altre persone sulla faccia della Terra.

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