Capitolo 31

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Non era cambiata per niente. Era sempre la stessa. Avrei dovuto sapere che certe cose non sarebbero mai cambiate, mai.
Sarei sempre stata il suo giocattolino, quella che voleva quando temeva di averla persa, quella per la quale non valeva nemmeno la pena di voler cambiare stile di vita. Avrei dato tutto per lei, mentre a lei non importava molto di me. Spesso, mi chiedevo se non si era spacciata per mia amica durante tutti quegli anni, solo perché come scopo finale aveva quello di portarmi a letto. Ma quindi, perché non si era fermata dopo avermi sedotto ed abbandonato nel suo letto, due anni fa? Be', evidentemente, era così malata da non avermi voluto lasciare andare.

Se in passato avevo avuto dei dubbi, adesso ero sicura che andarmene era stata la cosa migliore. Avevo avuto modo di crescere lontana da lei, di poter pensare senza temere di incontrarla. Mi ero rifatta una vita, avevo conosciuto ragazze con cui poteva valere la pena iniziare una relazione. C'era però qualcosa che mi impediva di donarmi completamente a loro: la speranza che Lauren fosse cambiata.
Non mettevo in dubbio che fosse una parte importante di me, però, era logico che le cose dovevano cambiare. Dovevo ritornare ad Orlando e continuare la mia vita, perché Lauren non mi voleva. Non mi aveva voluto anni fa, non mi voleva adesso. O forse, mi voleva solo nel suo letto.

Ero stata sua per così tanto tempo, da aver dimenticato come ci si sentiva ad essere un individuo libero. Ero dipesa da lei per così tanto, che non riuscivo a respirare quando non si trovava al mio fianco. Non sorridevo se lei non c'era, mi comportavo come una stupida quando era nei paraggi. Iniziai ad ascoltare dei cantanti che non mi piacevano, solo perché li ascoltava lei, nella speranza che quella canzone d'amore che tanto cantava, fosse dedicata a me.
Indossavo quella giacca di jeans che lei diceva mi stava bene, anche se a me non piaceva perché mi andava troppo larga di spalle.
Quando al terzo anno della nostra amicizia, l'avevo inviata una sera al mio compleanno, ero stata felicissima. I miei compleanni non erano mai delle feste scatenate che terminavano alle due di notte come le sue o quelle delle sue amiche, ma si limitavano all'uscire fuori a mangiare una pizza con i miei amici- almeno quest'abitudine, non era passata negli ultimi due anni.
Dopo aver preso un po' di confidenza in più con lei, avevo deciso di poterla invitare. Ricordavo di aver trovato corretto invitare anche Normani, poiché avevamo iniziato a legare e sapevo che se ci fosse stata lei, Lauren non avrebbe potuto dire di no.
Lei fu la prima a dirmi di sì, successivamente lo fece la sua amica. Il caso aveva voluto che la mattina del mio compleanno, Normani si ammalasse e non potesse più venire. Anche se Lauren aveva detto che ci sarebbe stata lo stesso, avevo temuto che non venisse più, che mi rovinasse la serata. Avevo avuto il cuore che batteva a mille per tutto il tempo, ignorando anche i miei amici che volevano farmi gli auguri e darmi i loro regali.
Quando poi era arrivata, finalmente, mi ero sentita in pace con il mondo. Quella sera, feci una grande stupidaggine: misi in secondo piano i miei amici, per poter passare del tempo con lei.
Quanto ero stata stupida? Quanto ero ancora stupida?

Andarmene via, era stato un po' come prendere una parte del mio cuore e lasciarla a Miami. Solo che a differenza di quello che credevo, era cresciuta un'altra parte mille volte più forte di quella che avevo lasciato. Ero stata felice per davvero. Felice perché stavo bene con me stessa, non perché c'era Lauren. Avevo iniziato ad indossare determinati tipi di abiti per me, non per fare colpo su Lauren. Avevo preso a truccarmi perché mi sentivo più femminile, non perché c'era Lauren che mi diceva che ero carina.

Mi ero abituata a vivere senza di lei, però, non ero stata abbastanza forte da dirle di no. Ero caduta ai suoi piedi, come entrambe sapevamo sarebbe sempre accaduto.
Avevo fatto una promessa, però: non me ne sarei andata, prima di essermi assicurata che Dinah si sarebbe rimessa presto. 
Dovevo tornare ad Orlando, lontana da Lauren e dal potere che voleva ancora esercitare su di me. Dovevo tornare dai miei amici, che mi rallegravano sempre la giornata, che non pretendevano nulla da me e non mi scopavano ogni volta che si trovavano in una situazione stressante. Anche perché in quel caso, avrei avuto una vita sessuale molto movimentata.

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