Capitolo 14

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Capitolo leggermente più lungo del normale per farmi perdonare dell'attesa.
Ma ho ripreso a vedere Wynonna Earp, ed ero leggermente impegnata a sbavare per Dominique e siccome abbiamo undici anni di differenza, pensavo a cio che avremmo fatto nell'anno in cui la nostra relazione sarebbe stata legale. Quando poi mi sono ripresa da questo sogno ad occhi aperti-  o meglio, fantasia super mega impossibile- mi sono affrettata ad aggiornare.
Hope you enjoy!

Le labbra di Lauren si muovevano contro le mie, ma proprio quando stavo per cedere al calore del suo corpo, mi ricomposi. Portai le mani sulle sue spalle, poi l'allontanai da me. Prendendola di sorpresa, perse l'equilibrio e rischiò di cadere, ma lo ritrovò pochi attimi dopo. I suoi occhi verdi mi fissarono confusi, come se non comprendesse la mia reazione. Come se non sapesse cosa avesse fatto. Questa era la cosa peggiore: lei non sapeva nemmeno di aver fatto qualcosa di sbagliato! Credeva che fosse normalissimo lasciarmi mezza nuda sul letto, dopo avermi usato come se fossi una puttana. Forse, il sito aveva proprio ragione. Dovevo rinunciare a lei e concentrarmi su altre persone, persone che mi avrebbero potuto trattare come meritavo.

<<No. Non dopo quello che mi hai fatto>>, sussurrai, stringendomi contro il muro. Doveva aver capito che qualcosa non andava, infatti non si era avvicinata a me e mi guardava dalla penombra. Le luci dei lampioni della strada, uniti a alla luce della luna, le davano un'aria così affascinante e misteriosa. Lei era così bella, questo non lo poteva negare nessuno. Ma era anche una grandissima stronza, ora come ora.
Chiuse gli occhi, stupendomi. Questo significava che anche lei sapeva cosa aveva fatto e forse, se ne pentiva? Oppure stava cercando un nuovo modo di farmi cadere ai suoi piedi?
Quando li riaprì, scoprii che erano entrambe le cose. Si avvicinò di nuovo a me, poggiò i gomiti ai lati della mia testa e ritornò ad intrappolarmi contro il muro.

<<Ho paura>>. Quelle parole dette da Lauren Jauregui avevano un suono tutto diverso. Lei, che credevo fosse priva di paura, che ammiravo per mostrarsi sempre coraggiosa e pronta a correre ogni rischio, lei che...insomma, una dea come lei aveva paura? Non ci potevo credere. E cosa la spaventava così tanto? La stessa cosa che aveva scatenato la sua prima reazione brusca nei miei confronti? Quella in cui mi aveva chiamato "puttana" dopo aver visto la foto di me ed Alessandro.

<<Ho paura perché...questa è l'unica cosa che posso darti>>, sussurrò, avvicinandosi al mio collo. Anche se credevo di essere completamente paralizzata, riuscii a portare le mani sulle sue spalle, decisa a tenermi quel po' di sanità mentale che mi restava. Dovevo tenerla lontana quanto più potevo, tenerla fuori dalle mie mura. In realtà, Lauren era come una palla da demolizione e indipendentemente da quanto avessi provato, sapevo che avrebbe abbattuto ogni mura. Prima di rendermene conto, sarei caduta ai suoi piedi. Di nuovo e di nuovo.

<<Lauren...>>.

<<Posso darti dei baci al buio, quando nessuno guarda. Posso darti delle scappatelle segrete, quando i tuoi genitori credono che passerai la serata con delle amiche. Ma se non lo vuoi, allora dillo. Dimmi che non vuoi avere niente a che fare con me, che non ti importo nemmeno un po', e io sparisco dalla tua vita>>, mormorò, accarezzandomi delicatamente i capelli. Chiusi gli occhi, lasciandomi trasportare dal suo tocco. Il suo tocco era come una chiave per un altro mondo. Ed io ero più che disposta ad entrarci. Il discorso fatto prima- quello in cui doveva andarsene e sparire dalla mia vita- era stato completamente dimenticato.

<<Perché non possiamo far ritornare le cose com'erano prima?>>, chiesi, cercando i suoi occhi verdi, che ora mi fissavano tristi.

<<Non possiamo. Entrambe sappiamo che le cose non saranno mai più le stesse. Non lo sarai tu, e non lo sarò nemmeno io>>, disse.

<<Io e te abbiamo sempre avuto questo strano rapporto...Siamo sempre state più che amiche, ma meno di amanti>>, sussurrai, stringendomi nelle spalle. Sperai di averlo detto in maniera disinteressata, perché non volevo che si rendesse conto che quelle parole, erano importantissime per me. Avevo ripetuto questa frase tante volte nella mia testa, quando pensavo ad un tipo di conversazione per dirle quello che sentivo. Non avrei mai creduto di dirlo, sopratutto non in un caso come questo.

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