Capitolo 22

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Tre giorni dopo, non sapevo nemmeno io cosa fare. Proprio come era successo per Dinah, i genitori di Lauren le avevano lasciato la casa libera per organizzare qualcosa con degli amici.
Non sapevo se Chris e Taylor sarebbero stati lì, e francamente, non sapevo nemmeno se volessi andarci. Avevo creduto che passare tre giorni senza di Lauren era orribile, ma sapere che l'avrei rivista stasera, mi mandava fuori di testa ancor di più della sua assenza nella mia vita.
Rimpiangevo il momento esatto in cui le avevo permesso di portarmi a letto, poiché da quel momento era cambiato tutto. Era meglio quando non sapevo che anche lei sentiva qualcosa per me, quando il nostro rapporto altro non era che una semplice amicizia. Era tutto così semplice in quel periodo: io le sbavavo dietro, mi divertivo a guardarla da lontano e fantasticare su ciò che potevamo essere. E non è vero...c'è qualcosa di peggio di rimpiangere ciò che non è mai accaduto...rimpiangere ciò che sarebbe potuto accadere. Potevamo essere felici, perché l'avevo perdonata. Invece, ancora una volta, non potevamo stare insieme. Per un errore che aveva commesso lei.
Sarà pure andata a letto con Normani prima di dirmi quello che sentiva, però non riuscivo più a togliermi quell'immagine dalla testa. Come potevo baciarla, se pensavo al fatto che aveva premuto le sue labbra contro quelle di Normani? Come potevo accarezzarle i capelli, sapendo che le dita della sua migliore amica l'avevano già accarezzata? Come potevo sentirla gemere il mio nome, con la consapevolezza che aveva detto quello di Normani? Inoltre, quando le avevo chiesto quanti ce n'erano stati prima di me, avrebbe potuto dirmi il suo nome. Avrei gradito mille volte di più che me lo dicesse lei, piuttosto che venirlo a sapere dalla sua migliore amica perché ubriaca.
Forse, non aveva nemmeno bisogno così tanto del mio perdono. Forse, dovevo solo imparare a non pensarci. Ma proprio quando avevo creduto di essere pronta a fare il grande passo, mi era stata detta una cosa e...le carte in tavola erano cambiate di nuovo.

<<Flaca, vieni qui>>, disse mio padre, chiamandomi dalla cucina. Io e Sofi eravamo in soggiorno a guardare i cartoni animati. Sorrisi a mia sorella, prima di alzarmi dal divano per vedere cosa voleva mio padre. Lui e la mamma erano andati a fare la spesa, ed erano tornati da poco.

<<Che succede?>>, chiesi, guardandoli entrambi con curiosità.

<<Abbiamo incontrato Lauren al supermercato>>, disse mio padre, sorridendo. Mamma alzò le spalle, come a chiedermi di non fare caso al povero pazzo che diceva il suo nome. Le avevo raccontato tutto, perché sentivo di poter esplodere se non l'avessi fatto. Allora, lei mi aveva detto qualcosa che mi aveva lasciata senza parole. Sembrava essere una manna dal cielo, ad essere onesta.

<<Ah sì?>>, dissi, cercando di nascondere il nervosismo.

<<Mhmh. Ci ha detto di ricordarti della festa>>, disse.

<<Oh...merda...ho dimenticato di dirvelo...>>, mormorai, portandomi una mano tra i capelli. Non l'avevo dimenticato di proposito, semplicemente avevo avuto altre cose a cui pensare e mi ero dimenticata sul serio di avvertirli.

<<Be', tesoro, non vedo dov'è il problema. Comunque gli Jauregui abitano qui vicino. Solo, la prossima volta, cerca di non dimenticartelo>>, mormorò lui, alzando gli occhi al cielo. 

<<Quanto sono fortunata>>, sospirai. Mia mamma mi lanciò un'occhiata veloce, per ricordarmi che non c'era bisogno che andassi per forza. No, avevo fatto una promessa a Lauren e l'avrei mantenuta. 

<<Oh, porca puttana!>>, sbottai, irritata.

<<Karla!>>, urlarono i miei genitori.

<<Scusate...ma...devo andare di sopra>>, dissi, correndo nella mia camera. Presi il cellulare che avevo lasciato sotto carica, lo sbloccai e cliccai sul suo contatto.
Rispose dopo tre squilli.

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