vii. stanza 39

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Era veramente stupenda, Dio Drey, cosa ti prende? Insomma, il fatto che fosse carina era risaputo.
Mi piacevano i ragazzi, almeno pensavo , anche se in realtà non mi ero mai chiesta se potessi provare qualche nuova esperienza, tuttavia sapevo che Maddie non poteva piacermi per due motivi principali: il primo si basava sul fatto che la cotta non sarebbe stata ricambiata e si, ne ero certa; il secondo motivo non dipendeva da me, ma dai miei genitori, soprattutto mia madre.

Se lei fosse venuta a sapere che non ero del tutto etero mi avrebbe sicuramente spedita in qualche riformatorio o comunità; in qualsiasi caso non credevo che ci fosse anche solo una piccola possibilità di-

I miei pensieri vennero interrotti da Maddie, «Drey, mi ascolti o hai intenzione di fantasticare ancora per molto mentre io ti parlo?»
«Io ti stavo ascoltando» risposi io, mentendo, «Mettiamola cosi, se tu mi avessi veramente ascoltata fino ad adesso, io ora sarei un fantastico pinguino volante!» ribatté la più grande.
«Oddio! Non credevo potessi nascondermi un tale segreto. Okay, non accetterò mai il fatto che tu sia un pinguino volante» risposi con tono sarcastico, mettendomi una mano sul petto e una sulla fronte per riprodurre una scena drammatica.
«Mh, dai, allora dimmi di cosa stavo parlando» affermò con tono convinto
«Ugh, del riscaldamento globale? O forse del fatto che odi l'ananas sulla pizza? Ah no, giusto, del tempo che trascorri a studiare! Che sbadata che sono» risposi seguita dalla mi risata e subito dopo da quella di Maddie.

Drey Davis è giunto il momento di fare i conti con te stessa. Pensai. Bene, prima dissi che non c'era nemmeno un barlume di speranza in merito alla mia non totale eterosessualità, beh, che dire, i miei dubbi sparirono nell'esatto istante in cui la vidi ridere. Per la prima volta lo stava facendo grazie a me, provocandomi la pelle d'oca.

[ pov's Alexis ]

«La mia stanza è la 39.» disse Nathan mentre si faceva strada tra i ragazzi che stavano uscendo dal dormitorio. «Mm-mh» emisi io.
«Eccoci!» esordì davanti alla camera.
Aprì ed entrammo, mi aspettavo molto più disordinata la stanza di tre ragazzi, invece solamente un letto era scombussolato, con dei vestiti accantonati sopra.
«Si beh, il letto in disordine è il mio» ammise lui, poggiando una mano dietro la testa, mentre io curiosa lanciavo occhiate alla stanza.
«Non avevo dubbi!» feci girandomi e dandogli le spalle, mi diressi poi verso il suo letto per accomodarmi e piegare qualche indumento.

«Come sto?» mi domandò appena uscì dal bagno, indossava una maglia grigia con dei pantaloncini di jeans neri.
«Mh.. I pantaloncini si, mi piacciono, provali con un'altra maglia» feci io mentre sistemavo il suo pigiama, «Comunque mi sento sfruttata, non solo ti consiglio cosa mettere ma piego anche i vestiti!» continuai ridacchiando.
«Ah-ah, ti pagherò il pranzo!» confessò lui.
Si girò levandosi la maglia davanti all'armadio e notai per la prima volta il suo fisico muscoloso: spalle, schiena, braccia, addome, tutto.
Si beh, non avevo mai pensato, nemmeno per un second, che Nathan fosse brutto.

[ ... ]

«Tocca a te bambola» disse una volta che usciti dalla sua stanza, io annuii e lo accompagnai al nostro dormitorio.
«Il mio letto è quello, siediti se ti va» indicai il letto a destra e non badando troppo alle sue smorfie per il "troppo profumo", aprii l'armadio e scelsi qualcosa da indossare.
«Cosa hai intenzione di mettere?» mi chiese.
«Un vestitino» risposi mentre mi tuffavo tra gli abiti; ne presi; ne ho uno nero e uno rosa; era piuttosto sportivi, avevano una piccola apertura sul fianco.
«Che colore preferisci?» domandai poggiandomi entrambi i vestiti sul corpo.
«Provali entrambi»

«Rosa assolutamente!» disse lui guardandomi sorridente, e che rosa sia!
«Cazzo sei bellissima» disse senza scollarmi gli occhi di dosso. «Ha parlato il riccio dagli occhi azzurri! Comunque grazie» risposi a voce flebile, arrossendo leggermente; poi mi girai e presi il mascara, cosi da sembrare più accettabile.

Non che mi dasse fastidio la presenza di Nat, ma certe volte mi sentivo quasi oppressa dai suoi commenti e complimenti; insomma, non ero al College per trovare una relazione, nonostante ciò pareva proprio che invece lui lo fosse.

𝐓𝐄𝐀𝐑𝐒 𝐀𝐍𝐃 𝐇𝐎𝐍𝐄𝐘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora