𝐓𝐄𝐀𝐑𝐒 𝐀𝐍𝐃 𝐇𝐎𝐍𝐄𝐘

xxxxiv. la felicità

-Perché io sono che più ti guardo, più mi rendo conto che è questo che voglio, la tua felicità.

Perchè sai cosa anche? Chissene frega se abbiamo fatto forse lo sbaglio più grande cinque anni fa perché io lo rifarei ancora per essere qua dove siamo ora. Non mi pento di avere agito cosi quella notte a Firenze.
Non so quanto conti per te ma lo so che è strano; sei passata da fare sesso con uno sconosciuto ad averlo fatto con me.

Io non so cosa tu abbia, ma io mi sento cambiato da quando ti conosco e lo so che ora starai pensando a cose tipo 'se gli altri lo sapessero non approverebbero'. Beh, hai probabilmente ragione ma puoi sempre non darci un peso no? Non devi ascoltare quello che la società impone, perché anche se solo per una volta tu dovessi ascoltare quello che dice, impazziresti. La società non ti rende felice, lei non sa cosa è meglio per te essa ti impone un modello di vita che è sbagliato.» sospirò.

«La società ti rende schiavo della tua vita, perché sai che c'è? La società fa schifo, il mondo di oggi fa schifo. Gran parte della gente è omofoba, eppure la tua migliore amica è bisessuale e a te non importa giusto? Non te ne frega un cazzo se lei è lesbica, etero, bisessuale o pansessuale perchè è felice e a te sta bene che lei sia felice, qualunque cosa sia!
Noi siamo ragazzi, io, tu e tutti i nostri amici siamo ragazzi e abbiamo diritto a vivere la nostra vita come più ci pare e piace.

Abbiamo il diritto di vivere la nostra vita da guerrieri, non da schiavi.

Sii libera, sii fiera di te, sii felice.
Sii una guerriera.
E ricorda che la felicità sta nelle piccole cose.» disse guardandomi dritto negli occhi.

In quel momento capii di non essermi presa una semplice cotta, non mi piaceva soltanto.
Lo capii in quel momento, capii di essermi innamorata di colui che era stato la mia prima volta, di chi era diventato uno sconosciuto e poi il mio migliore amico. Capii di essermi innamorata di Froy Gutierrez quando compresi che la mia felicità era lui.

Mi dimenticai di tutto, di Nathan, del suo abuso, dei problemi che mi aveva causato, di tutte le cazzate che mi giravano per la testa. Mi dimenticai grazie a lui.

«Per te cosa è la felicità?» domandai guardandolo.

«È.. Quando sorridi camminando per strada e qualcuno ricambia, quando trovi la tua canzone preferita in radio, quando vedi una stella cadente, tu, quando entrando in casa senti il profumo del cibo appena sfornato, quando senti lo zampettare del tuo cane.»

«Cosa hai detto?»
«Lo zampettare del cane?»
«Prima.»
«Tu.»

«Ti stupisce cosi tanto pensare che il mio sorriso spunti grazie a te? Che il mio stare bene sia esclusivamente dovuto alla tua presenza? Ti stupisce cosi tanto pensare che ti abbia fatto tutto questo discorso per arrivare a dirti che cazzo, Alexis Marie Looke, io ti amo.»

Un brivido mi percorse la schiena, prese il mio volto tra le sue mani e mi baciò. Chiusi gli occhi e assaporai la bellissima sensazione delle sue labbra premute contro le mie, del mio corpo che bramava tanto il suo.
Una sensazione speciale, unica, rara.
Misi le braccia sulle sue spalle e, se dapprima un po' incerta, poi mi lasciai andare e seguii il mio desiderio, quello che volevo davvero era lui. Froy aprii la bocca e picchiettò dolcemente sulle mie labbra, gemetti quando le nostre lingue si scontrarono.
I nostri respiri, diventati ormai simultanei, s'erano fatti pesanti e carichi di passione; gli sfilai la maglietta e potei ammirare il suo fisico scolpito come mai avevo fatto.
Accarezzai la sua pelle calda e si morse un labbro quando le mie mani vennero a contatto con i suoi pettorali, una seconda volta.

«Sei bellissimo.» dissi tra un bacio e l'altro che gli stavo lasciando lungo tutto il corpo.

Mi sfilò la maglia, restandomi a guardare per qualche secondo, assaporando ogni singolo centimetro di me che era ricoperto da un livido; disse che non importava perché ormai avevo lui al mio fianco.
Iniziò a baciarmi il collo, dio solo sa quanto mi faceva impazzire, presi tra le labbra il suo lobo e lo morsi, provocandogli n gemito di piacere.