xxxxii. la verità

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Non sapevo come comportarmi in questo genere di situazioni, sopratutto non sapevo fare con Lei, quando stavamo insieme i miei comportamenti erano impulsivi, non ci stavo beh, a pensare, come ora.

Alzò la schiena e si sedette al bordo del materasso, io, nel frattempo, la guardavo ancora senza fare nulla come un perfetto idiota. Mi misi accanto a lei, le spostai una ciocca di capelli che le copriva il volto, fissava vuota lo specchio avanti a se, senza muovere un dito e tenendo le mani chiuse; nel frattempo, una lacrima, le rigava il volto roseo.
M'avvicinai ancora un poco, quanto bastava per allungare le braccia ed accoglierla nel mio petto.

«Lo supererai e ti potrò aiutare se vorrai
Lei annuì.
«Quindi ora è tutto apposto? Insomma, mi parlerai ancora e non mi eviterai?»
«Avevo bisogno di staccarmi un po'. Non smetterò mai di parlarti e lo sai.»
«Dovevi avvisarmi, perdo la pazienza con un niente io.»
«Ti avviserò, te lo prometto»
«Ora ci prepariamo cosi usciamo?»
«Aha» mugugnò lei prima di fiondarsi in bagno per prima.

Dopo mezz'ora di doccia uscì avvolta da una salvietta soltanto, con i capelli gocciolanti che le bagnavano le spalle.
Notai molteplici lividi su tutte le braccia e sulle gambe, «Alexis.. Come te li sei procurata? Ieri sera non li avevi..» dissi bloccando un genito in gola. «Oh.. Uhm.. Sono caduta dalle scale ieri notte. Volevo portarti la giacca ma sono uscita con i tacchi e sono caduta.» finsi di credere alla sua scusa.

Non mi convinceva per niente. Qualcuno le aveva fatto del male, o meglio dire, Nathan le aveva fatto del male. Che cazzo di mente perversa aveva? Quanto bisognava essere deficienti?

«Okay.. Vado a lavarmi.
Si abbassò la salvietta, dopo aver messo l'intimo aprii leggermente la porta, vidi, purtroppo, altri ematomi che le macchiavano le cosce, la schiena e pure le spalle, ma, quello che mi preoccupava maggiormente l'aveva sul fianco destro.

[ ... ]

«Dove sono tutti?» domandò lei guardandosi intorno quando alle 20:10 ancora nessuno era, eccetto noi, al punto di incontro.
«Secondo te stanno facendo sesso?» le chiesi un parere ridacchiando.
«Chi?» disse lei spalancando gli occhi.
«Tuo fratello e la tua migliore amica.» mi limitai a dire, alludendo alla coppia.
«O Dylan e Cody» aggiunsi subito dopo.
«Anche se punterei di più sulla prima coppia dato che nella seconda c'è Tyler, il terzo incomodo sostanzialmente.» continuai.
«Uhg.. Ora che Aaron e G faranno sesso passeranno ancora mesi, procedono alla velocità di una lumaca.» ribatté lei; «Ma.. Dylan e Cody sono gay?» fece confusa.

Si vedeva che non era nel gruppo da molto.

«Loro negano» risposi alzando le spalle e facendo una smorfia in viso.
«Ma...?»
«Ma non ne sarei troppo sicuro sulla loro eterosessualità, a parte che Dylan ha confernato di essere bisex, Cody ha sempre provato un grande affetto e senso di responsabilità sul suo piccolo Beta.» spiegai facendo un riferimento a Teen Wolf.
«Sarebbero una bella coppia
«Si, anche secondo me» le risposi mentre venivamo raggiunti da Tyler. Da solo.
Quando arrivò varcando la soglia della hall, io e Alexis, ci lanciammo un'occhiata di intesa e ridacchiammo senza farci troppo notare.

O almeno ci provammo.

[ ... ]

Ci fermammo al primo ristorante che vidimo, scattammo delle fotografie e ne postai una con Alexina. Amavo le fotografie. Tutto cambiava ma quelle restavano sempre uguali, trattenevano un momento di felicità allo stato puro o concentrata tristezza.
«L'hai seriamente pubblicata?» chiese lei con tono di sfida incrociando le braccia.
«Esatto!» ribattei io sfidandola in altrettanto modo. «Ma era oscena!» disse lei. «Nah, è bella» feci io tornando a guardarla.

[ pov's Alexis ]

Stavo cercando con tutta me stessa di dimenticare le mani forti di Nathan che scalano il mio corpo. I suoi baci languidi e le occhiate perverse. Non ci voleva. Mi aveva rovinato letteralmente il bel periodo che stava andando bene. Fin troppo bene.
Le cose sono tornate nel mezzo, e non andrà sempre tutto male; almeno spero..
Nel frattempo, mentre una parte di me pensava di non farcela, l'altra pensava che forse valeva la pena tentare ed andare avanti fingendo che non fosse successo nulla.
Forse dovevo dirlo a Froy, lui d'altronde sapeva tutto di me.

Potevo almeno provare a non pensare a quel verme per più di cinque minuti?

𝐓𝐄𝐀𝐑𝐒 𝐀𝐍𝐃 𝐇𝐎𝐍𝐄𝐘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora