xxxv. ora ti bacio

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Il mio sguardo era caduto, anche se solo per un secondo, sulla scollatura del suo vestito.
Oltre a far caso al suo décolleté mozzafiato, notai una cosa, un piccolo dettaglio di lei che non avevo mai avuto la possibilità di notare.
Una cicatrice, proprio quella, in mezzo al seno.
Stavo andando al dormitorio, però una serie di immagini, voci, colori e odori invasero la mia mente proprio quando cercavo di ricordarmi l'accaduto.
Iniziò a girarmi molto la testa, mi appoggiai ad una colonna per fermarmi e riacquistare stabilità.

Poche immagini, ma queste si facevano sempre più chiare dinanzi a me.
La vedevo nuda, sdraiata.
Muoveva le mani tra i mie capelli e percorreva il mio addome guardandolo. Passava le sue dita sul mio corpo, le sue dita fresche su di me mi provocavano brividi.
Lei sorrise e mi persi.
"E questa?"
"Non so come io me la sia procurata"
"È.. Affasciante"
"Quanto te"
"Diamine, ora ti bacio"
"Dio, non aspettavo altro"
E risate. Gemiti. Urla.
Era lei. La cicatrice era la sua e me la ricordavo perfettamente in quel momento, la percorsi con l'indice e l'anulare, lentamente, provocandole un leggero rabbrividire e un gemito pronunciato a labbra serrate.

Cazzo, ora cosa dovevo fare?
Era lei, era la donna con quale avevo avuto il mio primo rapporto, era tutto chiaro.

Chiamai Aaron.

«Aaron, puoi parlare? Ora»
«Sempre per te»
«Si ti prego puoi correre in caffetteria?»
«Sono già lì.»

[ Il tempo scorre in fretta, mancano due ore a ballo di Halloween, Froy racconta ad Aaron che è sicuro al cento per cento che quella notte lui l'abbia passata con sua sorella. Pov's Alexis. ]

"Froy è stato fin troppo gentile con me" continuavo a ripetermi dopo il mio primo ballo. Alla fine ero più che felice di andarci con lui, riusciva sempre a farmi stare bene.
Mi rivestii e sopra misi una leggera vestaglia per non sporcare il bell'abito.
Ero proprio contenta di essere accompagnata da Froy, stava diventando per me sempre più importante; avevamo passato tanti bei momenti insieme e altrettanti ne passeremo. Speravo che sarebbe stata una bella serata.

«Grace, tesoro, sappiamo entrambe che quella dedita al trucco sei tu, puoi aiutarmi un secondo?» urlai dall'altra parte della stanza rispetto alla posizione della mia migliore amica. Arrivò e mi trovò con una mano che teneva quattro pennelli e l'altra con le dita tutte sporche di ombretto.
«Sei consapevole del fatto che sei irrecuperabile?» mi domandò scuotendo il capo e ridendo, «Certo, per questo sei qua!»
Mi struccò con una salviettina morbita e iniziò a creare la giusta base per il mio trucco.

Dopo quaranta minuti ero finalmente pronta.
«Grazie, ti devo un favore» dissi lasciandole un bacio sulla guancia e provvedendo a cercare delle scarpe adatte per la serata.

[ ... ]

Io e Grace ci dirigemmo dai nostri accompagnatori che ci stavano aspettando in caffetteria, come al solito,
«Oh..Wow..» disse Aaron guardando la mia migliore amica mordendosi il labbro inferiore; lei diventò color pomodoro e sorrise, io arrivai subito dietro di lei.
«Sei.. Sei sp-» stava per dire Froy ma lo bloccai parlandogli sopra «A-a-a-a, sono ancora arrabbiata con te» dissi scherzando.
«Mi farò perdonare, sappilo»

[ pov's Drey ]

Era arrivato il giorno del ballo e io avevo paura.

È un po' come quando diciamo che non ci importa nulla di quello che pensa la gente.
Ecco, io sono dell' idea che sia solo una bugia, mentiamo agli altri ma mentiamo anche a noi stessi, perchè alla fine sappiamo solo mentire; perchè a noi, a noi esseri umani, a noi generazione, a noi società, ma soprattutto a noi adolescenti, importa di cosa pensano. Ci importa come veniamo etichettati perché si, tutti vengono etichettati, in un modo o nell'altro.
Un'etichetta. Un nome.
Perché dobbiamo sempre definire qualsiasi cosa? Nessuno che etichetta le persone sa il loro passato, abbiamo il costante bisogno di sentirci superiori e di dare un nome a tutto, lo facciamo per sentirci protetti, per stare al sicuro dagli occhi degli altri, lo facciamo "perché almeno c'è qualcuno che è peggio di me". Eppure, anche se e sbagliato e fa schifo, lo facciamo quotidianamente, lo faccio anche io nonostante ora stia criticando queste azioni. Etichettiamo per sentirci potenti, per sentirci superiori, grandi, per dominare ma che anche per confrontarci, per avere dei riferimenti.

Il fatto è che ci importa di ogni singola parola che viene detta su di noi, parole magari meritate, magari no, crudeli o buone che siano; ci importa. A me importa, mi importa di questo stupido ballo, mi importa dei pensieri della gente, mi importa di venire etichettata mi importa di tutto e tutti e mi importa anche del fatto che io ora stia morendo dalla paura di andare a questa cosa con Maddie.

𝐓𝐄𝐀𝐑𝐒 𝐀𝐍𝐃 𝐇𝐎𝐍𝐄𝐘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora