Cambiare per amore

MATT(9)

Hope è felicissima; lei e sua madre hanno finito il trasloco ieri, oggi andrò a casa sua..
Metto un paio di pantaloni neri, una maglietta vinaccio e un giubbotto di jeans, prendo a volo le all star nere, sistemo i capelli, mi lavo i denti Ed esco di casa.
Wow la casa è molto grande; il cancello si apre, e si richiude alle mie spalle, posteggio la macchina vicino a quella di Hope e suono il campanello; mi apre e mi salta al collo, «Ciao piccola», mi guarda negli occhi «Non mi avevi mai chiamata così», sorrido e la bacio.
Mi fa fare il giro della casa, «La cosa più bella? La mia cabina armadio, ne desideravo una da quando ero piccola», sorrido.
«Oh abbiamo due camere degli ospiti, il nuovo compagno di mia madre e i suoi due figli verranno a vivere qui oggi», «Cosa? E io dove dormirò?» chiedo, «Tu dormi nel mio letto scemo», mi mordo le labbra; finiamo il mega tour e ci fermiamo in camera sua; «Manca un mese alla fine della scuola», annuisco sospirando; «Hai già scelto l'università o la facoltà?» chiede, «Andrò a studiare a Londra; farò un percorso per una laurea triennale, per diventare un medico», sorride dolcemente e si siede sulle mie gambe; «Avrai 21 anni quando sarai laureato e sarai il dottore più sexy di tutto l'ospedale ... ti metterò il microchip» mi metto a ridere, la bacio appassionatamente, mi toglie la maglietta; le tolgo la canotta bianca che indossa, metto una sul suo sedere e una sulla sua schiena, lei me ne poggia una sulla guancia e mi allaccia l'altro braccio dietro al collo, la guardo negli occhi mentre le apro il bottone dei jeans, la sua pelle è così morbida e calda...
Ho una voglia matta di lei.
Infilo una mano dentro ai jeans «Hope non muoverti»-«D'accordo», «Aspetta: farà male?»-«No, al contrario: mi implorerai di non smettere», annuisce sospirando e mi bacia.
Muovo le dita, non ho mai avuto paura di fare male a qualcuno mentre facevo questa cosa, ma con lei adesso è come se avessi tra le mani una palla di cristallo e io stessi camminando su una strada ripida e piena di fosse...
Inarca la schiena e inizia a gemere; «Matt... Dio..» sorrido, poggia la fronte sulla mia spalla e mi strattona i capelli con forza, «Ah Dio..» sospira, bussano alla porta: sfilo la mano e lei si alza, «Chi è?»-«Sono io», Oh cazzo prendo la maglietta e vado in bagno.
Lei apre, «Hope cos erano quei versi?»-«Versi? Quali versi mamma?»-«Ho capito»-«Cosa?»-«Stavi guardando un porno», mi metto a ridere, sento che chiude la porta, «Oh mio Dio, mia madre crede davvero che io abbia visto un porno, ho urlato così tanto?»-«A quanto pare... io ero concentrato su di te e pensavo a come reagirai quando li non ci saranno le mie dita..», sbarra gli occhi e mi lancia un cuscino: tipico di Hope.
Mi avvicino a lei e la bacio; «Per lo meno ti è piaciuto?»-«Molto, è quello che si prova quando si fa?»-«In parte, quando si fa tutto sembra amplificato, ci sono sensazioni che puoi provare soltanto in quella circostanza... certo farà più male ma io sarò lì con te, e se tu mi dirai di smettere io non esisterò un attimo, voglio solo che tu stia bene», sorride dolcemente e mi abbraccia forte.
Torniamo di sotto, ci sono due ragazzi «Tu devi essere Hope»
«Infatti, voi chi siete?»-«Io sono Preston e lui è mio fratello John, siamo i figli di Ron», «Oh ma certo, è un piacere conoscervi, come già sapete io sono Hope e lui è il mio ragazzo Matt», stringo la mano ad entrambi, «Bene ragazzi sistematevi; Matt ti fermi a pranzo?» chiede Kate, «Si grazie»; Hope sorride dolcemente, noi parliamo con i fratelli.
«Quanti anni avete?» chiedo
«Io ne ho compiuti 19 la scorsa settimana, mio fratello invece ne ha 17» spiega Preston, non sono proprio tranquillo ma non li temo perché mi fido ciecamente della mia ragazza.
Ci mettiamo a tavola, poi Hope aiuta sua madre e andiamo in camera sua, bussano «Avanti», entra John quello di 17, «Tua madre mi ha detto che vai matta per la cioccolata», annuisce sorridendo e gli porge due barrette «Grazie mille John, è molto gentile da parte tua», sorride e se ne va.
Io e Hope guardiamo un film e poi verso ora di cena torno a casa mia.
È strano non averla più in giro.