Anima fragile

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Due settimane dopo...

Sto studiando in camera di Jen, bussano alla porta «Avanti», entra: indossa una t-shirt bianca e un paio di jeans, è a piedi nudi, si siede ai piedi del letto.
«Hai ragione, sono io quello sbagliato», scuoto la testa, «Si Hope, ti racconto un po' di cose:
Ho sempre avuto problemi con la gestione della rabbia; picchiavo sempre tutti, avevo perso l'autocontrollo, così i miei genitori decisero di mandarmi da uno strizza cervelli, che non capiva un cazzo.
Poi sembrava andare meglio fino a quando a sedici anni un coglione spinse mia sorella giù per le scale a scuola, lo picchiai mandandolo in ospedale.
Poi mi sono calmato, fino ai diciotto e adesso eccomi qui.
Succede sempre così, se toccano qualcosa alla quale io tengo sarei capace di annientarlo con le mie mani.
Sono un mostro e ne sono consapevole»,gli prendo il viso tra le mani e scuoto la testa «Sei il ragazzo più buono del mondo, e mi dispiace averti detto certe cose», sorride e poggia la fronte sulla mia; le nostre labbra si uniscono, lascio cadere i libri sul pavimento, e alzo la schiena, mi siedo su di lui, «Matt Matt, perdonami ti prego»-«Non ho niente da perdonati».
Si, siamo tornati insieme.
«Manca poco alla fine della scuola, e fra tre mesi compio diciassette anni.
Ho in programma di fare molte cose, e soprattutto viverti perché tu andrai al college», annuisce sorridendo e mi bacia di nuovo, «E nel tuo programma dei pre17 ci potrebbe essere qualcosa di speciale?» chiede mordendosi le labbra; «Mh forse si, forse no: chi lo sa», si mette a ridere e mi abbraccia forte.
Andiamo in camera sua, mi stendo vicino a lui, guardiamo un film e ci addormentiamo abbracciati.

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