Capitolo 5

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<<Sai che oggi sceglieranno il capitano della squadra?>> Kate chiude con un tonfo il suo armadietto avvisandomi di questa splendida notizia.
Non aspettavo altro.

È passata un'altra normale settimana a parte gli sguardi di Cameron e la nostra quasi tregua. Non in quel senso, sto iniziando a non trattarlo così tanto male perché devo conviverci e non andrebbe bene a nessuno dei due. I soliti commenti idioti di Alex ogni volta che lo incontravo tra i corridoi e il suo ego smisurato che mi incitava sempre di più a prenderlo a pugni.

<<Ci saranno anche le selezioni alle cheerleader>> mi guarda ammiccando.
<<E con questo cosa vorresti dire?>> la guardo male appoggiandomi con le spalle sugli armadietti e guardando il corridoio pieno di ragazzi che corrono avanti e indietro.
<<Che tu le farai>> afferma lei convinta.
<<Oh, non se ne parla proprio, io ho abbandonato quel ruolo al liceo perché dovrei prenderlo proprio adesso?>> scuoto violentemente la testa.
<<Andiamo Crys, prima avevi tutti quei pensieri per la testa, papà, Cameron, lo studio, il college, adesso che sei qui invece, devi preoccuparti solo dello studio e quindi potresti allenarti con le cheerleader. Io al tuo posto, con il fisico da urlo che ti ritrovi, diventerei subito un membro, se non capo>> mi assesta una gomitata ammiccando di nuovo.
<<Solo un paio di cose, lo studio è pesante qui al college, sto pensando di cercare un lavoro e poi dove cavolo lo vedi questo fisico perfetto, tu piuttosto, gambe lunghe, perché non ti proponi?>> alzo il mento.
<<Sei un idiota, hai un fisico stupendo di sicuro, io non so ballare e fare tutte quelle acrobazie e poi potresti lavorare nei giorni in cui non hai l'allenamento>> inizia a camminare verso destra svoltando tra i corridoi.
<<No Kate, no, no e no!>>
<<E dai, fallo per me>>
<<Oddio questo mi sembra un dejavu>> sbatto la mano sulla fronte.
<<Almeno pensaci>>
<<No, no, ho già detto...no?!>>
<<Ti prego>> caccia il labbruccio congiungendo le mani e fermandosi di sbotto facendomi sbattere contro la sua schiena.
<<Ci penserò okay?>> sbuffo esasperata solo per togliermela dai piedi.
<<Si ma fai in fretta, tra qualche giorno si chiuderanno le selezioni>> inizia a sbaciucchiarmi la faccia.
<<Togli quelle luride labbra dal mio viso>> la canzono allontanandomi dalla sua presa da piovra.
Lei mi scimmiotta e continua a camminare.
<<Come vanno le cose con Shawn?>> le chiedo.
<<Bene, credo che nel fine settimana verrà a trovarmi>> parla entusiasta.
<<Mi fa piacere>> abbasso lo sguardo sentendone un altro di fuoco addosso.
<<Sapevi che anche Nash e Ashley si sono lasciati?>> parla facendomi alzare di scatto lo viso verso di lei, togliendomi dalla testa quelle pozze scure.
<<Che cosa?>> quasi urlo con voce stridula.
<<Si>>
<<E perchè mai?>> le chiedo ancora scioccata.
<<Andiamo Crystal, sei proprio ingenua. Abbiamo un fratello che farebbe risvegliare anche le pietre, lui vuole divertirsi, è fatto così e poi non andavano bene le cose tra di loro.>>
<<Oddio, non mi parlare dell'attività sessuale di Nash, Kate>> mi tappo le orecchie trucidandola con lo sguardo mentre lei ride, scuote la testa e continua a tenere stretta al petto la sua cartellina di disegno.
<<Okay io sono arrivata, questa è la mia classe, devo entrare, ci vediamo dopo>> mi lascia un bacio sulla fronte ed entra in aula.

Mi volto per raggiungere l'altro corridoio ma il mio cammino viene bloccato da qualcun altro.
<<Gesù, cosa diamine vuoi ancora?>> alzo gli occhi al cielo allargando le braccia.
<<Bambolina, non scaldarti tanto, volevo solo invitarti a vedere come straccerò il mio avversario>> sorride soddisfatto avvicinandosi ma io non indietreggio, ansi lo sfido con lo sguardo fino a puntargli un dito contro.
<<Crystal, è tanto difficile? C-R-Y-S-T-A-L. Questo è il mio nome e tu così dovrai chiamarmi se vuoi ancora vederci qualcosa>> lo guardo infuocando le mie iridi color ghiaccio.
<<Sta tranquilla bambolina, non è tanto difficile per me, ma continuerò a chiamarti così>> appoggia le mani sui miei fianchi.
<<Mi hai rotto le palle>> lo spintono bruscamente.
È sempre la stessa storia con quest'idiota.
Non ha il tempo di ribattere perché una terza voce si intrufola nella nostra conversazione.

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