Vomito, vomito e vomito ancora. È questo che ormai faccio inginocchiata nel bagno della mia stanza da un'ora e mezza.
Tremo come una foglia spazzata via dal vento, non mi sento più le gambe, la testa, gira tutto ed ho la vista offuscata.
Un altro conato di vomito fa vibrare il mio ventre e la mia gola, m'inginocchio di nuovo e rigetto quello che rimane nel mio stomaco cioè inutili liquidi.
Mi spoglio velocemente quasi strappandomi i vestiti di dosso, ansi, quello che è rimasto dei miei vestiti.
Entro nella doccia, aziono il getto e con un litro di sapone mi strofino le parti del mio corpo che lui, ha toccato, quasi a strapparmi la pelle. Ed infine mi ritrovo con il fisico rosso, graffi suoi, peggiorati dai miei, e la sensazione di ribrezzo sempre presente.
Si è addormentato. Dopo essere venuto si è addormentato, ció mi ha permesso di scappare senza farmi vedere da qualcuno.
Sono scappata come un verme, sconvolta e piangendo, come se fossi stata una pezza, una bambola, usata e gettata via.
E la cosa più brutta, che però, forse, per me ha reso le cose più facili, è stato pensare a Cameron tutto il tempo.
E invece adesso, pensare a lui, mi incute solo terrore allo stato puro. Cosa gli dirò quando lo vedrò? Cosa farò? È colpa mia?
Si. È colpa mia. Non ho combattuto abbastanza. Lo penso e lo penserò in eterno. E adesso mi sento sporca più di qualsiasi altra cosa.
Mi appoggio sul letto, un giramento di testa mi costringi ad alzare gli occhi. Le mie mani tremano ancora mentre raggiungono i capelli e li strattonano.
Ed ecco che la mia sincope ad un tratto si ripresenta, facendomi ricadere in un baratro buio, e l'ultima cosa che vedo è il letto sistemato di Allison di fronte al mio.
Mi risveglio, stropiccio gli occhi e mi guardo attorno. La stanza è ancora vuota.
Afferro il cellulare e guardo l'orario, le 6:14 di mattina, Allison avrà sicuramente dormito da Jack.
Mi alzo, corro di nuovo in bagno, mi spoglio ed entro nel box doccia. Strofino il mio corpo insistendo sui graffi e sui lividi che mi ritrovo sul collo, sul petto, sul ventre e sulle cosce.
Esco, mi asciugo, e mi guardo allo specchio, vedo le evidenti occhiaie contornarmi gli occhi, le labbra ancora tremolanti e i capelli arruffati che mi ricadono ai lati del viso.
Ritorno in stanza e mi vesto velocemente, con un jeans stretto e una felpa bianca, infilo le scarpe, afferro il mio cellulare, le chiavi, ed esco all'alba per permettere ai miei polmoni di respirare aria pulita.
Quasi corro in giardino incespicando sui miei stessi passi. Guardo nuovamente l'orario che segna le 7:05. Faccio un grosso respiro socchiudendo gli occhi.
Ma li sbarro subito non appena il volto di Cameron si manifesta nella mia mente.
Guardo il cielo sopra di me dalle sfumature celesti, gialle e rosse, contornate ancora da quelle blu notte ricoperte di stelle.
M'immagino su una delle spiagge della mia città, all'alba, come facevo quasi sempre, a fissare quello spettacolo della natura. Los Angeles alle mie spalle, e l'orizzonte di fronte.
Faccio scivolare gli occhi da una parte all'altra in questo enorme giardino, se così si può chiamare, e noto solo qualche studente solitario, accovacciato ad uno degli alberi.
Un pensiero mi sfiora, qualche tempo fa, ricordo che io e Cameron abbiamo fatto portare le nostre moto a Boston, nei garage dei campi di corsa, e raggiungerla adesso mi renderebbe solo più leggera e spensierata.
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Filofobia 2
Roman pour AdolescentsSEQUEL DI FILOFOBIA Tratto dal capitolo 13: "Ho un carattere di merda, lo so, ma non chiedo tanto, solo qualcuno che possa combattere per me, okay, forse sto chiedendo la cosa più preziosa al mondo, ma tra qualche settimana compirò diciannove anni...