Capitolo 28

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Sono passati quasi due mesi da quando siamo ritornati al college. Il tempo sta volando. Tutto fila liscio, abbiamo iniziato a studiare molto più intensamente per gli esami che si terranno tra poco. Le cose tra me e Cameron vanno alla grande.

Mi hanno offerto uno stage qualche settimana fa. Quando siamo andati in quell'asilo, le giovani maestre sono rimaste molto colpite dal nostro comportamento e hanno scelto alcuni di noi per questo stage, ma cosa più importante, come una specie di seconda opportunità, mi hanno offerto, momentaneamente, ancora non è stabilito per quanto tempo, un posto in uno dei più grandi uffici di psicologia della nazione, nonché, uffici di mia madre, cosa che forse loro ancora non sanno.

La mia sincope è ritornata solo due volte, la prima dopo aver affrontato una forte, ma inutile discussione con Cameron, la seconda quando ho visto Hayes, spezzarsi una gamba durante una partita di football.

Esatto, Hayes si è spezzato una gamba, e questo  per lui è stato un orribile colpo, visto che non gli hanno ancora detto se potrà continuare a giocare.

Anche se nonostante tutto, i sintomi, si ripresentano tutti i maledettissimi giorni, trapanandomi le tempie e facendomi agire di impulso verso gli altri. È straziante.

Mi alzo velocemente dal letto, attenta a non svegliare Cameron e corro in cucina per preparare la colazione.

Con solo una delle sue maglie giganti addosso, incontro Justin, nel piccolo corridoio, ancora assonnato.

<<Giorno>> mi saluta alzando una mano e traballando all'indietro.
<<Buongiorno Justin, attento a dove vai>> gli do una pacca sulla spalla ma il ragazzone, spostandosi, mi da una bella visuale della sua stanza.
<<Andiamo Jus, almeno portale in un posto ordinato, secondo me, quella ragazza, ha dovuto prima scavalcare una montagna di vestiti e dopo ti è potuta saltare addosso>> indico la ragazza che dorme beatamente nel suo letto e poi tutto il disordine della sua stanza.

Ride nervosamente chiudendo la porta e correndo in bagno.

Io mi metto all'opera preparando dei muffin al cioccolato e mentre si cuociono, pulisco la mia stanza, la cucina e, quando Justin esce, anche il bagno. La stanza di Cameron la pulirò quando si sveglierà.

In tutto ciò, è quasi un anno che sono al college e ancora non ho capito perché alcune delle cosiddette "stanze" siano dei veri e piccoli appartamentini. Altri invece hanno delle semplici stanze.

Il forno emette un trillo facendomi correre a prendere i muffin. Ne lascio tre sul bancone per Justin e la ragazza, magari il terzo lo divideranno. E ne porto due in camera.

Appoggio il vassoio sul piccolo comò di fianco a lui e gattono sul letto fino ad arrivargli di fianco.

È steso a pancia in giù mentre tiene una mano in alto sotto il cuscino e l'altra allargata dove ero io prima, cioè al suo fianco.

Bacio la sua spalla nuda, scendendo verso la schiena e poi risalendo.

Emette un mugolio girando lentamente la testa e balbettando qualcosa di incomprensibile.

Sposta di più il viso permettendomi di lasciargli un bacio sulle labbra.

<<Buongiorno fiorellino>> gli sorrido quando apre leggermente un occhio.

<<Fiorellino?>> mi prende per i fianchi facendomi cadere di fianco a lui e mi intrappola in una morsa stretta quasi da farmi mancare il fiato.

<<Si esatto, ti ho preparato la colazione>> cerco di scrollarmelo di dosso ma i miei tentativi sono vani.

<<Sta ferma e rimani in silenzio>> chiude di nuovo gli occhi e infila una mano nella mia maglia accarezzandomi la schiena.

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