Capitolo 7

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Niente. Non posso farci niente. Proprio niente. Cos'è che non posso fare?
Niente.

A volte vorrei tanto cambiare il mio carattere da orgogliosa di merda e trasformarlo in qualcosa di più dolce, ma invece molte volte mi convinco che tutto ciò mi sia stato utile per diventare quella che sono oggi. Certo, non che io mi piaccia, però preferisco essere così piuttosto che essere come una di quelle ragazze che vivono nel mondo dei sogni e si fanno mettere i piedi in testa da tutta la popolazione, soprattutto quella maschile.

Con Cameron ieri sera ho sbagliato, ma lui non può pretendere che dopo quello che mi ha fatto io lo avrei aspettato a braccia aperte.

Il problema è che quando sono da sola i sensi di colpa mi raggiungono, ma quando sono avanti a lui, quello a raggiungermi è un altra cosa.

Il video. Lui e Lizzy. Il mio istinto omicida. La rabbia repressa in quei tre mesi. Il sentimento sbagliato che provavo verso di lui.

In pratica vorrei ucciderlo.
Ma allo stesso tempo non posso negare che mi manca, e anche tanto, vorrei averlo qui con me, disteso sul letto mentre una sua mano è tra i miei capelli e un'altra agganciata alla mia. La mia testa appoggiata sul suo petto e le sue stupide battute con il doppio senso.

In più, stanotte non sono riuscita a dormire per niente bene, ho avuto lo sguardo di quel ragazzo, Kyle, fisso in testa. Ha degli occhi ipnotizzanti, anche essendo scuri e secondo me, proprio per quello, ti catturano nella sua oscurità e ti inducono a scavare più a fondo.

Infilo le mie scarpe dopo essermi preparata ed esco dalla mia stanza andando in cucina dove trovo come al solito, i ragazzi intenti a fare colazione, mi siedo con loro per la prima volta e mi verso dei cereali nella tazza. Di solito la mattina non mi piace fare colazione, però devo provare a mangiare qualcosa se voglio continuare a sbraitare contro qualcuno, altrimenti potrei perdere le forze.

<<Giorno>> sbadiglio portandomi una mano sulle labbra.
Il mio buongiorno viene ricambiato solo da Justin mentre Cameron non ha alzato la testa dalla sua tazza e dal telefono che impugna con la mano destra. Ma lo so che mi ha sentito e mi ha visto. Lo vedo come i suoi muscoli guizzano ad ogni mio respiro, movimento e parola.

Lo guardo di sottecchi mentre immergo il cucchiaio nei miei cereali e ne porto una manciata alla bocca.

<<Allora Crys, quali corsi hai oggi?>> Justin tenta di smorzare la tensione visibilmente nervoso mentre balbetta un pó.
<<Pedagogia, letteratura, lingue, sociologia e diritto ed economia, qualcosa del genere.>> Non mi scomodo nemmeno di alzare la testa oppure di ricambiare la domanda.
<<Quindi giornata piena, nemmeno un'ora libera>> sorride imbarazzato.

Il ragazzo dagli occhi color miele al mio fianco si alza e torna in camera, senza nemmeno chiudere la porta quindi possiamo benissimamente vedere come sta indossando una maglietta e prendendo il suo zaino nero.

Esce dalla stanza sempre sotto il nostro sguardo indagatore senza dire una parola.

Mi alzo di corsa e appoggiando la bretella dello zaino su una spalla lo seguo fuori salutando Justin velocemente.

Appena arrivo alle sue spalle mi blocco nel vedere una ragazza in minigonna e maglietta striminzita buttarglisi addosso.

Con mia grande fortuna noto come cerca di scrollarsela di dosso con un espressione infastidita, ma lei sembra non demordere.

Mi avvicino lentamente a loro e mi blocco alle spalle della bionda e finalmente Cameron si decide ad incastrare i suoi occhi ai miei. E solo a quel "contatto", le budella mi si attorcigliano, la pelle d'oca si fa strada sulla mia spina dorsale e le mani sudano mentre la gola si secca.

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