<<Sapete da cosa deriva il termine pedagogia?>>
Il professore di, appunto pedagogia, ci parla della provenienza del nome e cerca di farci capire cosa si celi al suo interno mentre io lo guardo totalmente affascinata.
<<Pedagogia deriva dal greco. Paidos = bambino, ago= condurre, guidare, accompagnare. Vi spiego meglio.>> ci sorride cordialmente.
<<Inizialmente, il pedagogo era uno schiavo che si occupava dei bambini dell'antica Grecia. Col passar del tempo però, soprattutto dopo la conquista da parte dei Romani, il pedagogo divenne anche colui che insegnava la lingua ai bambini. Così, arrivati in età imperiale, egli diventò un vero e proprio insegnate, per questo, guidava, accompagnava e conduceva, il bambino alla cultura, alla sapienza e tant'altro.>> continua ad aggirarsi tra i banchi gesticolando con le mani e ricevendo l'attenzione di tutti noi.
<<Oggi invece, la pedagogia, è diventato mezzo di comunicazione, il relazionarsi con l'altro e l'educazione dell'essere umano, sono alla base di questa scienza. Non si tratta più solo di bambini, ma anche di adolescenti, adulti, anziani, perfino disabili, in pratica tutti gli essere umani. La pedagogia, studia la formazione dell'uomo nella sua interezza, soprattutto nel suo ciclo di vita.>>Brevemente ci riassume tutto ciò e ci chiede di esporre qualche domanda.
<<Mr. Jones, come si fa a capire quando in realtà si è veramente disciplinati per la pedagogia?>>
Una ragazza del corso, dal fondo dell'aula volge questa domanda al professore mentre lui le sorride.
<<Questa è facile, prima di tutto, non bisogna essere sempre disciplinati, attenzione non sbagliamo e confondiamo le cose. Noi non siamo burattini, ansi, non dobbiamo esserlo, dobbiamo imparare ad essere autonomi e coraggiosi nel ribattere il proprio io, ma nonostante ciò, la disciplina è sempre importante, la disciplina ti consente di non dare spazio all'irrazionalità e ti conduce su una specie di retta via. Certo, dobbiamo essere sempre liberi e spensierati, ma quel tocco di disciplina deve esserci per forza. Quindi le dico che solamente quando un essere umano sarà in grado di orientare la propria volontà ad un fine, saprà obbedire ed essere infine disciplinato, signorina Anderson>>Susseguono altre domande fin quando non decido di intervenire io.
<<Mr. Jones, perché tutto ciò è nato inizialmente solo sui bambini?>>
Il professore ascolta riflessivo la mia domanda per poi alzare il capo e rivolgerci di nuovo uno dei suoi sorrisi calorosi.
<<Proprio perché vi siete iscritti a questa facoltà, dovreste conoscerla, quindi ve ne parlerò. Maria Montessori, è stata un educatrice, pedagogista, scienziata, neuropsichiatra infantile, medico e filosofa italiana nota soprattutto per il merito educativo che prende il suo nome "Il metodo montessoriano".
La Montessori aveva un pensiero che identificava il bambino come un essere completo, cioè capace di sviluppare fantasia, energie creative ed emozioni che nell'adulto sono oscurate dalla sua mentalità...definiamola...cupa, rivolta verso un solo traguardo e incapace quindi di godersi a pieno la vita. La Montessori pensava questo, come lo penso anche io, e ne sono del tutto certo che sia così, perché nonostante tutto, Signorina Grier, i bambini, come lei ben sa e mi ha dimostrato di adorare, sono il nostro futuro>> termina il suo affascinante discorso con una strizzata d'occhio e il suono della campanella che annuncia la fine dell'ora.Perché diamine le ore che amiamo di più passano in quattro secondi?
Come un bradipo a cui sono state tagliate le zampe, infilo le cose nel mio zaino e mi avvicino alla porta dell'aula però prima il professore mi blocca.
<<Signorina Grier, il preside ha deciso di mettere in atto una specie di tirocinio per le matricole iscritte a psicologia. Vengono scelti solo i migliori e si tratta di occuparsi di un gruppo di bambini in un asilo. Lei è stata selezionata tra questi ragazzi e mi chiedevo se le piacerebbe partecipare. Ovviamente sono crediti extra.>>
A quelle parole i miei occhi s'illuminano e le labbra s'incurvano in un sorriso spontaneo.
<<Certo che si, voglio partecipare, grazie mille per l'occasione>>
<<Oh, non mi ringrazi, le riferirò tutte le informazioni necessarie nella prossima lezione. Mi raccomando continui così>> mi saluta ed esce dall'aula seguito da me.
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Filofobia 2
Teen FictionSEQUEL DI FILOFOBIA Tratto dal capitolo 13: "Ho un carattere di merda, lo so, ma non chiedo tanto, solo qualcuno che possa combattere per me, okay, forse sto chiedendo la cosa più preziosa al mondo, ma tra qualche settimana compirò diciannove anni...