Aaron
La notte tra la domenica e il lunedì riuscii a dormire sì e no cinque ore. Non avevo fatto niente per tutto il giorno, quindi non mi ero sentito per niente stanco quando avevo spento tutto, verso mezzanotte e mezza, per mettermi a dormire. Alla mancanza di sonno e stanchezza si erano aggiunti gli svariati pensieri sulle parole di Mia, su Caleb, su di me e su ciò che avrei voluto fare da quel momento in poi. E la mia enorme e vuota e fottuta casa non mi aiutava a rilassarmi. Quando, alle sette del mattino, l'allarme del mio telefono mi aveva svegliato, mi era sembrato di essermi appena addormentato. Non avevo voglia di andare a scuola, così non ci andai. Passai tutta la mattina a dormire, fino a mezzogiorno, recuperando un po' di ore di sonno.
Alla fine non andai a scuola per una settimana intera, grazie ad una giustificazione fatta da Barb, alla quale avevo mentito. Passai quei cinque giorni guardando film in streaming o su Netflix, ascoltando la musica, suonando il pianoforte, e riflettendo su come mi sarei dovuto comportare una volta tornato a scuola. Dovevo trovare un modo per far smettere Bradley, Spencer e Jake di trattare male Caleb, ma senza far loro capire perchè.
Il venerdì mattina Barb si presentò con quattro buste della spesa, piene di qualunque tipo di cibo e bevanda immaginabile. Le dissi di nuovo che non ero andato a scuola perchè ero malato, e che avevo appena iniziato a sentirmi meglio. Lei si limitò a sorridere dicendo che mi sarei dovuto riposare ancora un po'. Molto probabilmente aveva capito che non stavo male fisicamente, ma in un altro senso. Mi fece compagnia tutta la mattina, anche a pranzo. L'avevo seguita in giro per la casa mentre puliva, aiutandola un po' e ascoltandola mentre mi raccontava qualcosa sui suoi figli o su suo marito, e raccontandole io qualcosa di scuola e, soprattutto, della partita che avevamo vinto. Senza menzionare Caleb, ovviamente. Per ora.Caleb
Venerdì mi chiesi se fosse già successo, in passato, che Aaron non venisse a scuola per una settimana intera. In realtà, avevo capito che era stato assente per tutti quei giorni soprattutto grazie all'atteggiamento del suo gruppetto nei miei confronti. Mi avevano incrociato diverse volte per i corridoi, ignorandomi completamente. Senza Aaron sembravano persi. Ma mai quanto me.
Durante quei giorni, la consapevolezza che fosse lui a spingerli a darmi fastidio, in qualche modo, mi colpì improvvisamente. Non avevo mai voluto crederci fino in fondo, ma in quel momento mi era sembrato tutto così semplice da capire che chiesi a me stesso come avessi fatto a non notarlo prima. Venivano a spingermi o a prendermi in giro solo quando erano tutti insieme, e lo avevo sempre saputo. Scoppiai a ridere, ma non era una risata allegra e sincera. Era una risata amara e isterica, di uno che non sapeva più cosa fare o pensare.
-Che c'è di così divertente?-
Alzai lo sguardo al suono di quella voce e di quella risata. Mi ritrovai davanti Liam,in piedi con il vassoio in mano e un sopracciglio alzato.
-Niente, sono stupido.- dissi scuotendo la testa, giocando con la forchetta nel piatto.
-Posso?- mi chiese, indicando con la testa il posto vuoto di fronte a me.
-Sì, certo.-
-Allora, che mi racconti? Come è andata la settimana?- chiese dopo essersi seduto, cominciando a mangiare.
"Una pippa perchè il ragazzo che mi bullizza e alla quale penso costantemente non si fa vedere da cinque giorni, dopo avermi detto che darmi fastidio non lo rende poi così felice come credevo", pensai.
-Bene, come al solito.- dissi invece, facendo spallucce.
-Tu?-
-Sì, bene anche a me. Non ho avuto nessuna verifica, quindi alla grande direi.-
Ripresi a mangiare, pensando a qualcosa da dire per fare conversazione e non fargli capire che aveva appena rovinato la mia unica mezz'ora pacifica della giornata scolastica. Era gentile con me, in modo naturale. Il fatto che io dovessi sforzarmi per ricambiarlo mi fece venire ancora meno voglia di chiacchierare e sorridere. Anche se, una cosa che mi piaceva di Liam, era il fatto che il silenzio non lo mettesse mai a disagio.
-Vuoi ancora uscire questo weekend?- chiesi alla fine.
Ci pensò un attimo prima di rispondere.
-Certo. Il tuo ragazzo ti lascia il tuo "spazio personale" anche domani, o usciamo domenica?-
-Sei fortunato. Dovevo stare con lui domani, ma ha una cena con dei compagni dell'università. Quindi domani sera va bene.-
Tanto avevo passato quasi ogni pomeriggio con Mike in quei giorni. Ero contento quando stavo con lui, ma se non era con me non mi mancava. Era questo che mi faceva capire che non avrei mai potuto amarlo.
-Pizza?- chiese poi.
Annuii, distogliendo lo sguardo. Non mi era ancora chiaro cosa volesse Liam da me, ma comunque mi piaceva la sua compagnia. Almeno la maggior parte del tempo.
Al nostro tavolo si unirono anche Roxy, Taylor, James e il fidanzato di Roxy, che si chiamava Tony. Ringraziando il cielo non menzionò nemmeno per un attimo quello che era successo in palestra la settimana prima, e a giudicare dalla naturalezza con cui Roxy parlava e si muoveva, pensai che Tony non lo avesse raccontato neanche alla sua ragazza. Sveglia com'era, altrimenti, avrebbe anche potuto capire che era Aaron l'amico speciale di cui avevo parlato con loro a cena.

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Don't fade away
RomanceCaleb e Aaron si conoscono a scuola, il primo giorno delle superiori. Diventano subito amici, e tra loro si crea un legame profondo. Ma dopo soli pochi mesi Aaron cambia, inizia ad ignorare Caleb e a fare improvvisamente nuove amicizie. Ma perchè lo...