Capitolo 9

7.1K 436 18
                                    

Aaron

Quel giovedì sera lo passai con la ragazza che mi aveva dato il numero durante l'ora di arte, Katherine. Almeno di questa il nome me lo ricordavo.
Ci aveva provato spesso con me, forse sperando che facessi io il primo passo. Dato che però non avevo mai dimostrato interesse nei suoi confronti, aveva deciso di fare lei la prima mossa, dandomi il suo numero. Non l'avevo mai calcolata molto perchè temevo che avesse una cotta per me, e non mi piaceva portarmi a letto una ragazza che provava per me qualcosa che andasse oltre il desiderio fisico.
Però quel pomeriggio ero incazzato, non avevo niente da fare, e avevo il suo numero sul braccio. Le avevo chiesto di venire a casa mia, senza specificare cosa volessi fare, ma dalla velocità con cui mi aveva detto che sarebbe venuta subito, avevo pensato che avesse capito le mie intenzioni e che volesse lo stesso. Era entrata dentro casa, si era messa a chiacchierare. Sembrava timida e imbarazzata. Però quando ci eravamo seduti sul divano e l'avevo baciata improvvisamente, non mi era sembrata più tanto imbarazzata. Mi era montata immediatamente sopra e aveva cominciato a spogliarsi da sola. L'avevo bloccata quando stava per abbassarmi i boxer.
"Prendo la pillola" aveva detto prima che potessi chiederle qualcosa.
La prima volta ero rimasto comodamente seduto sul divano mentre lei aveva pensato al resto, gemendo e ansimando a bocca aperta, muovendosi a suo piacimento mentre io mi limitavo a tenerla per i fianchi. Poi aveva ricominciato a baciarmi e si era stesa sul divano, prendendomi le spalle e spingendomi a stendermi sopra di lei. E l'avevamo fatto di nuovo. Quando mi ero tirato su, mettendomi in piedi, e avevo iniziato a rivestirmi, aveva assunto un'espressione piuttosto confusa.
Nel corso dei dieci minuti successivi avevamo avuto una discussione perchè io l'avevo usata per il sesso. Il che, ovviamente, era vero, ma io ero convinto che l'avesse già capito e che per lei fosse stato lo stesso, invece aveva pensato che ricambiassi il suo interesse. Mi ero trattenuto dal dirle che secondo il mio punto di vista una che mi lasciava il numero in quel modo e che veniva a casa mia senza fare domande, voleva semplicemente farsi una scopata. Ma a quanto pareva aveva capito come la pensavo comunque, perchè era scoppiata a piangere dicendo che di solito non la dava a chiunque. Avevo sospettato che avesse un interesse romantico verso di me, ma dal modo in cui mi era saltata addosso avevo pensato di essermi sbagliato. Invece, dopo averlo fatto, se ne era uscita dicendo che per lei era una cosa importante, che non voleva solo fare sesso. Ero rimasto completamente sconvolto da quanto poco senso avesse il suo ragionamento.
Quando Katherine uscì di casa sbattendo la porta, mi sentii una totale schifezza. Non per lei, non me ne poteva fregare di meno di una che si faceva i film da sola, ma perchè, ancora una volta, mi sentivo completamente vuoto.

-Che ne dite se ce ne stessimo un po' a casa mia stasera?- chiese Bradley a me, Spencer e Jake mentre rientravamo negli spogliatoi, dopo l'allenamento.
-Se significa che potrò farmi una doccia calda in quel bagno gigantesco che hai, sì.- rispose Spencer.
-E aggiungerei anche una bella cenetta offerta dal padrone di casa.- aggiunse Jake.
-Sarete accontentati. Aaron, hai qualche richiesta?- chiese ridendo.
-Ah... No, penso che me ne andrò a casa, ragazzi.- risposi, togliendomi le scarpe.
-Che palle che sei! È sabato, fai qualcosa.-
-Andare a casa a dormire è qualcosa.- risposi ridendo.
Si mise a ridere anche lui, scuotendo la testa divertito.
-Okay, fa' come vuoi. Noi andiamo, se cambi idea fa' uno squillo.- disse poi dandomi una pacca sulla spalla.
-Okay, grazie.-
Salutarono me e gli altri, poi se ne andarono.
Ascoltai distrattamente i miei compagni di squadra, mentre mi spogliavo.
-Allora, venite con me stasera?- chiese Tony.
-Sì, perchè no.- gli rispose Ray, togliendosi la canottiera.
-Ma è lontano questo ristorante cinese?- gli chiese Chad.
-Beh, a piedi ci vorranno dieci minuti...-
-Ma che palle, dopo due ore di allenamento dobbiamo anche camminare?-
-Sì, pigro. Quindi, chi c'è stasera? Oltre a Roxy, ovviamente.-
Sapevo che Roxy era la fidanzata di Tony, ne parlava spesso.
-I soliti: ci sono Taylor, James e Liam.- rispose lui.
Erano amici del bastardo, quindi...
-Ah, e poi c'è anche Caleb, si è unito al gruppo da poco. Sembra un bravo ragazzo, è simpatico.-
Alzai di scatto la testa dal borsone, voltandomi a guardarli.
Uscivano con Caleb...
Ero mai uscito con loro? No.
L'idea che mi era venuta in mente era assolutamente assurda? Sì.
-Se volete, vi posso accompagnare io lì. Stasera sono venuto con la macchina.- dissi, sforzandomi di sorridere.
-Davvero?! Magari!-
-Sarebbe fantastico!-
Tony era rimasto in silenzio a guardarmi.
-Perchè non vieni con noi? Se non hai altro da fare.-
-Sì, dai. Sennò mi sento in colpa ad usarti per la macchina.-
Non avevano ascoltato la mia conversazione con Bradley e gli altri, ero riuscito ad avere un invito senza tanto sforzo, perchè erano dei ragazzi gentili, a differenza mia.
-Tu lo sai chi è Caleb, giusto?- mi chiese Tony.
La sua serietà stonava con le espressioni entusiaste di Chad e Ray.
Sapevo che me lo avrebbe chiesto.
-Sì.- risposi.
-Perchè, chi è?- chiese Chad, voltandosi verso Tony.
-Il ragazzo a cui ho dato fastidio quel giorno, in palestra.- ammisi, guardando a terra.
Tony aveva assistito a tutta la scena, ma gli altri avevano solo visto Caleb e il suo ragazzo mentre uscivano dalla palestra.
-Ma chi, quello biondo che è andato via col suo amico?- chiese ingenuamente Ray.
-Era il suo ragazzo, idiota.- gli rispose Chad.
Ray lo guardò confuso per un attimo, poi sembrò capire.
-Ah, ho capito. Vabbe, lui insomma?-
Il fatto che Caleb fosse gay non gli aveva dato fastidio per niente, non aveva battuto ciglio. Perchè non potevano essere tutti così?
-Sì, era lui.- disse Tony.
-Lo so cosa state pensando, ma abbiamo chiarito... un po'. Quello che è successo quel giorno è stato orrendo, ma farò in modo che non si ripeta più.- dissi, guardandoli negli occhi uno per uno.
-Perchè ce l'avete con Caleb? Perchè è gay?- chiese Ray.
Cazzo.
-No, ecco...-
-È inutile che menti. Dovresti dire la verità.- mi disse Tony.
La verità? Come se avessi rivelato a loro una cosa che non avevo mai detto a nessuno.
-Okay... Bradley, Spencer e Jake ce l'hanno un po' con lui perchè è gay, ma io no. Voglio dire, ce l'ho con lui in un certo senso, ma... non per quello. È una cosa diversa. È... complicato. Ma sto cercando di rimediare.- dissi sinceramente.
In parte la verità l'avevo detta.
Si scambiarono delle occhiate, e la loro espressione si addolcì.
-Va bene. Di qualunque cosa si tratti, non sono affari nostri. Spero che tu possa risolvere tutto.- disse Tony, scrollando le spalle, con un sorriso comprensivo.
Per un secondo mi diede l'impressione di uno che aveva capito tutto. Di uno che sapeva tutto. Ma era impossibile.
-Bene, direi che siamo d'accordo, allora. Vieni con noi.- disse Chad sorridendo, facendomi segno di dargli il cinque. Mi misi a ridere, sollevato ma al tempo stesso stupito.
Perchè avevano cambiato idea così facilmente? Perchè avevano creduto subito alle mie parole? Non avevo mentito, e dire una parte di verità mi aveva fatto bene, ma... loro come potevano saperlo?
-Dai, andiamo a farci una doccia.- disse Ray.
I loro sorrisi, e in particolare quello di Tony, mi tranquillizzarono.
Forse perchè sapevo che erano dei bravi ragazzi, e il fatto che non mi avessero giudicato mi aveva fatto sentire un po' meno uno stronzo.

Don't fade awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora