Capitolo 12

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Aaron

Scesi velocemente le scale, attirato dal profumo di caffè.
Entrai in cucina, trovando una figura decisamente familiare davanti ai fornelli.
-Buongiorno, signorino.- disse Barb sorridendo, dopo aver notato la mia presenza.
-Buongiorno!- esclamai abbracciandola, per poi tirarla su e farle fare un giro.
-Aaron, ma sei impazzito?!- esclamò prima che la rimettessi a terra.
Mi guardò confusa e divertita, mettendosi a ridere.
Le stampai un sonoro bacio sulla guancia, per poi mettermi seduto.
-Ma che è successo? Ti sei fatto di cocaina?- chiese ironicamente, mentre mi metteva davanti la tazza.
-Quasi...- risposi ridendo.
Si fermò improvvisamente, un secondo prima di versarmi il latte caldo, e mi guardò con un'espressione inquietante.
-Stai scherzando, vero? Lo sai che ti spezzo le gambe.-
Scoppiai a ridere.
-Ma ti pare che mi faccio di droga, dai.-
Continuò a osservarmi. Era davvero inquietante.
-Barb, non mi sono mai drogato in vita mia. E non lo farò mai.-
-Bene, bravo ragazzo.- disse rilassandosi e tornando all'espressione serena di prima.
Sorrisi, mentre mi versava latte e caffè nella tazza.
-Grazie. Fai colazione con me?-
Annuì sorridendo.
-Ti ho portato la spesa. Poi controllo un po' la casa e faccio qualche pulizia.- disse sedendosi.
-Non ce n'è bisogno...-
Mi fece segno con la mano di lasciar perdere.
Mi osservò mentre versavo i cereali nel latte.
Aggrottai le sopracciglia.
-Allora?- disse poi.
-Cosa?-
-Non mi dici niente? Come mai sei così felice di prima mattina?-
-Tutto merito tuo.- risposi scrollando le spalle.
Alzò un sopracciglio.
-Okay, adesso dammi la risposta vera.- disse prima di portarsi la tazza alla bocca.
Scossi la testa ridendo, mentre giravo i cereali col cucchiaio.
-È che sto cercando di seguire il consiglio che mi hai dato, con quel ragazzo. E pare stia funzionando... ho ricominciato a parlarci.-
Pronunciando quelle parole avevo pensato al sorriso di Caleb e ai messaggi che ci eravamo scambiati, e non riuscii a trattenere un sorriso.
-Non sai quanto sono felice per te.-
Alzai la testa, trovandomi davanti la dolce espressione di Barb.
-Non so da quanto era che non ti vedevo sorridere così.- aggiunse poi.
Ci guardammo per un secondo, scambiandoci un sorriso, per poi tornare a mangiare.
-Non mi vuoi dire chi è?- chiese poi curiosa.
Ci avrei scommesso.
-Te lo scordi.- dissi ridendo e scuotendo la testa.
-Ho delle teorie.-
La guardai confuso.
-È inutile che ci provi, tanto è impossibile che tu scopra chi è.-
Si mise a ridere, e per qualche motivo mi sentii agitato.
Le volte in cui aveva visto Caleb si potevano contare sulle dita di una mano, in più erano passati anni, e non le avevo mai detto quello che provavo per lui. Era praticamente impossibile.
-Dammi solo qualche indizio.- insistette.
-Ho detto di no.-
Sembrò delusa.
-Allora sentiamo, chi è? Bradley, Spencer, Jake, dimmi.- dissi poi ridendo.
Mi osservò seria, mentre masticavo i miei cereali.
Mi sentii di nuovo agitato. I suoi occhi mi spaventavano.
Strinse i denti e assotigliò lo sguardo.
Stava decidendo cosa fare, se dire o no il nome che aveva in mente.
-Caleb.-
Mi paralizzai all'istante.
Come cazzo era possibile?
Deglutii.
-Come, scusa?-
-È Caleb.- ripetè.
Aprii la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiusi di scatto. Lasciai andare il cucchiaio, per poi poggiarmi al tavolo con entrambe le mani, allontanando leggermente la sedia da esso.
Mi guardai intorno, per poi tornare a guardare Barb. Scossi la testa, ancora incredulo.
-Come cazzo hai fatto?-
-Lo sapevo! Lo sapevo! Sì, sono una grande!- esclamò battendo le mani, per poi alzare le braccia trionfante.
Il mio sguardo severo le impedì di gioire ulteriormente.
-Senti, non mi guardare in quel modo. Non ho ammazzato nessuno. Ci ho messo due settimane per capire chi era. Sono proprio una donna intelligente.-
Continuai a guardarla, divertito e sorpreso da quella reazione.
-Barb, ti prego. Non dirlo ai miei.- le dissi dopo un attimo di silenzio.
La mia unica paura era quella.
-Tesoro mio, ma ti pare che lo vado a dire ai tuoi?! Neanche sotto tortura. Onestamente non ho idea di come reagirebbero.- disse seria, tornando a mangiare.
-Grazie.- dissi sospirando.
Mi fece un occhiolino, e ricominciai a mangiare anch'io.
-Ma come hai fatto?- chiesi di nuovo.
-In realtà quel ragazzo mi era venuto in mente il giorno dopo la tua confessione, solo che non mi ricordavo il nome. Non mi veniva proprio. E poi ho avuto un'illuminazione: c'era uno in un film che si chiamava così, e mi sono ricordata. Dalla descrizione che mi avevi fatto, poteva essere solo lui. E prima che tu me lo chieda, sì, sapevo anche che ti piaceva quando eravate amici. Solo che non me ne hai mai parlato, e credevo non fosse stato importante. Ma mi sbagliavo di grosso.-
Rimasi immobile a osservarla col cucchiaio a mezz'aria.
-Sei fantastica.- dissi sorridendo.
-Anche un po' inquietante, ma soprattutto fantastica.- aggiunsi poi.
Si mise a ridere, per poi farmi cenno di stare zitto e mangiare.

Don't fade awayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora