Caleb
Rimanemmo in quel modo per dei minuti interi. Continuava a stringermi e ad accarezzarmi i capelli e la schiena, e non riuscivo a trattenere le lacrime. Non sembrava intenzionato a lasciarmi andare, e io lo ero ancora meno.
A pochi metri da noi c'era il bar, e molto probabilmente qualcuno ci aveva visto, ma non me ne importava. Una cosa del genere forse non sarebbe successa mai più.
Non potevo credere di essere tra le sue braccia. Era così caldo.
Ormai avevo smesso di piangere da diversi secondi, ma avevo paura di lasciarlo. Non volevo lasciarlo. Sarei potuto rimanere stretto a lui in quel modo per una vita. Inspirai profondamente il suo profumo, per poi stringerlo leggermente più forte per un secondo. Allentai la presa e mi scostai lentamente. Appena se ne accorse, allentò anche lui la presa, e allontanò il viso per potermi vedere.
-Scusa, ti ho bagnato tutta la maglietta con le lacrime.- dissi dopo essermi schiarito la voce, per poi tirare su col naso e toccargli la maglietta con la mano.
-Non preoccuparti.- disse osservandomi dolcemente.
Alzai leggermente la testa per guardarlo negli occhi e mi accorsi che li aveva lucidi. Mi sembrava anche più bello di prima.
-Questo era proprio quello che non volevo fare.- dissi poi accennando una risata e asciugandomi la punta del naso con la manica del giacchetto. Ero talmente felice che in realtà sentivo a malapena l'imbarazzo per ciò che era appena successo.
-Non volevi bagnarmi la maglietta?- chiese sorridendo.
-No, infatti.- dissi ridendo, tirando di nuovo su col naso.
Stava cercando di farmi sentire meglio. Era così tenero.
Continuava a guardarmi in un modo particolare, che non avevo mai visto prima, e sentivo un calore indescrivibile all'altezza dello stomaco.
Alzò una mano e la portò sul mio viso, per poi asciugarmi una guancia con il pollice. La allontanò e la spostò dall'altro lato, per poi asciugarmi l'angolo dell'occhio con l'indice. Aveva uno sguardo dolce, ma altempo stesso serio. Per un secondo mi sembrò che il cuore mi stesse esplodendo nel petto. Due amici si comportavano così? Possibile che... Mia avesse ragione, almeno un po'?
Senza neanche accorgermene, presi a guardargli le labbra, mentre allontanava la mano dal mio viso.
E se ne accorse. Ero sicuro che se ne fosse accorto. Aveva spalancato impercettibilmente gli occhi, poi aveva sbattuto le palpebre velocemente, più volte.
Mi allontanai di un passo e sorrisi, facendo finta di niente. Era impossibile, a quel punto, che non avesse capito cosa provavo per lui. Eppure non ero preoccupato. Ripensai a ciò che mi aveva detto Mia. Forse era il momento di far capire ad Aaron ciò che sentivo veramente per lui.Aaron
Ricambiai il sorriso e riprendemmo a camminare come se niente fosse. Tentai con tutto me stesso di ignorare la vocina nella mia testa che mi diceva "Cazzo, mi ha appena guardato le labbra?! ", ma si rivelò più complicato del previsto. Lo avevo fissato in modo troppo evidente mentre gli asciugavo le lacrime, era ovvio che se ne fosse accorto. In fondo Caleb era pur sempre gay, quindi forse un minimo di effetto a livello fisico lo avevo avuto su di lui, in quel momento. Forse mi aveva guardato le labbra solo di conseguenza. Eppure continuavo ad avere il cuore che batteva all'impazzata. Se non avesse distolto lo sguardo, forse avrei trovato il coraggio di baciarlo sul serio.
Si fermò davanti bar, e io feci lo stesso.
-Allora...- inizò a dire mordendosi le labbra.
-Non ho avuto il tempo di pensare ad una scusa per vederti anche domani.- dissi interrompendolo.
Mi osservò per due secondi abbondanti. Era stupito, ma sembrava felice.
E se avessi avuto un'occasione?
Forse era arrivato il momento di provarci davvero. Di provare seriamente ad averlo, non solo come amico, nonostante Mike.
-Sì, mi farebbe piacere venire a casa tua domani pomeriggio per aiutarti con il ritratto di arte.- disse poi alzando le spalle.
Non potei fare a meno di sorridere, e lui fece lo stesso notando la mia reazione.
-Bene, mi sembra ottimo.- risposi ridendo e alzando le spalle a mia volta.
-A che ora vengo?-
-Quando vuoi. Magari mandami un messaggio prima, o chiamami. Vedi tu.-
-Okay. Allora ti scrivo.-
Pensare che fino a cinque minuti prima avevo tenuto quella meraviglia tra le braccia.
-Grazie per oggi. Mi sono divertito tanto. E scusa per... lo sfogo.- aggiunse ridendo imbarazzato.
-Non scusarti. Penso... che servisse a entrambi.-
Mi sembrò che le mie parole lo avessero tranquillizzato. Annuì con gli angoli della bocca piegati in un sorriso.
-E poi, anch'io ti devo ringraziare. Sono stato bene oggi.- aggiunsi sorridendo.
Ci guardammo per qualche istante, e l'atmosfera mi sembrò totalmente diversa rispetto al solito.
-Allora ci vediamo domani. Non andare a letto tardi.- disse rompendo il silenzio, regalandomi un sorriso divertito.
-Certo che no, mamma.-
Si mise a ridere, poi andò verso la porta del locale.
-A domani.-
-Notte, Aaron.-
-Notte, principe.-
Si fermò un attimo prima di aprire la porta, poi si girò a guardarmi. Scosse la testa, e le labbra gli si piegarono in un sorriso che divenne una risatina.
Me ne tornai a casa con una felicità che forse non avevo mai provato.

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Don't fade away
RomanceCaleb e Aaron si conoscono a scuola, il primo giorno delle superiori. Diventano subito amici, e tra loro si crea un legame profondo. Ma dopo soli pochi mesi Aaron cambia, inizia ad ignorare Caleb e a fare improvvisamente nuove amicizie. Ma perchè lo...