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Dall'ultima scena del capitolo scorso c'è un lasso di tempo di qualche ora.
E a raccontare è Stefano.
Ok ora potete leggere :)

L'aria era afosa, c'era quel tipo di caldo che ti faceva appiccicare i vestiti sulla pelle sudata.
Mi stavo godendo il vento creato dalla velocità con cui correvo sulla moto, anche se questa brezza, veniva soffocata dal casco nero e pesante che avevo in testa.

Era notte fonda, forse erano le tre di notte, ma non mi facevo problemi a spingere l'acceleratore nonostante il semaforo rosso.
La città era deserta, non c'era anima viva, probabilmente perché era ancora bagnato per la pioggia leggera della notte prima, ma comunque faceva troppo caldo.

Tra le vie si sentiva solo il motore della mia moto nera che girava veloce, avevo pure rischiato di slittare sull'asfalto bagnato e di cadere, ma ero abbastanza bravo e avevo evitato tutto ciò.

Seguivo un percorso che avevo ben scritto in mente, e dopo l'ennesima curva, arrivai alla mia destinazione. Spensi il motore e mi slacciai il casco sperando in una folata di vento tra i capelli, ma non successe nulla.

Sospirai e, dopo aver posato il casco, mi incamminai nel locale in cui ero stato mandato. C'era odore di sudore e di alcool e appena entrai mi arrivò tutta l'aria del condizionatore addosso: una benedizione per me.

Mi feci strada tra la folla e le coppie che limonavano fino a che non arrivai ad un divanetto dove una coppietta che conoscevo molto bene, stava felicemente limonando.

-mi spiace interrompervi, ma prima che vi ritrovo a scopare, perché mi avete chiamato e sopratutto perché a quest'ora.- i due si staccarono e io guardai negli occhi il ragazzo che si era appena alzato dal divanetto.

-bene Stefano, ti ho chiamato perché Pietro mi ha fatto vedere una cosa, e non è molto bella...-
Guardai con sguardo divertito Lorenzo e sdrammatizzai con: -il suo cazzo?- ridemmo insieme e poi mi buttarono in faccia un giornale che presi dopo poco.

-seriamente?- mi bastò vedere la prima pagina per buttarlo nel cestino pieno di preservativi lì accanto.
La musica era troppo alta ma in quel momento era l'ultima delle mie preoccupazioni.

Ritornando alla prima pagina: "l'assassino, Sascha Burci, chiuso nel carcere al largo di (una città che volete voi) è scappato dalla cella di massima sicurezza riservata ai malati di mente. Gli agenti non capiscono come sia stata possibile una evasione del genere, il ricercato non ha lasciato tracce e il governo è pronto a donare un milione di dollari al primo che, dopo averlo trovato, lo denuncerà alla polizia o all' FBI"

-sará anche psicopatico ma tra di noi... è il più intelligente.- detto ciò iniziai a correre verso l'uscita. Lo avrei trovato, a costo di rimanere sveglio per altri tre giorni di fila.
Mi rimisi il casco e, dopo essere salito sulla moto, partii velocemente cercandolo, per iniziare, nel quartiere.

-dove sei sascha?- mi ricordo il nostro primo incontro: fu in un vicolo pieno di criminali e noi parlavamo in spagnolo per non farci capire, era l'unica lingua che conoscevamo e ci divertivamo vedendo le facce degli altri che non capivano nulla.

Fermai la moto in un vicolo buio e iniziai a tirare pugni contro il muro per cercare di fermare le lacrime, che ormai stava iniziando a uscire. Ma perché stavo in quel modo?

-por favor, regresa...- (per favore, torna indietro) urlai mentre tiravo l'ennesimo pugno, ma venne fermato da una voce che proveniva da dietro di me...

-ya estoy aquì.- (giá sono qui)

Ehehe lo so ho dei seri problemi mentali.
Alloraaa ho tante cose da dirvi...
Tipo che ho litigato di brutto con una saschina shippers sotto un post di Stefano, ma ok.
(Il post è quello dove si """""bacia""""" con Lorenzo)

E niente andate sotto quel post e vedete le mie scazzate contro quella ma vabbé...
Tanto ero io quella ad avere ragione hehehehe :)
Piaciuto questo capitolo?

Assassin|| Saschefano/Pietrenzo [finita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora