19.

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-è destino che io e te stiamo sempre insieme.- mi disse stendendosi sul letto inferiore, mi guardò e sorrise. Sbaglio o non era lo Stefano che conoscevo io? Era diverso...

-non credo nel destino.- risposi sedendomi accanto a Stefano, il quale stava giocherellando con gli elastici del pantalone.
-è ovvio tu credi solo al tuo cazzo.- rispose nascondendo una risatina per non darmela vinta, ed io feci una smorfia per fargli capire che aveva ragione.

Ci fu un attimo di silenzio in cui entrambi eravamo persi nei nostri pensieri, e a spezzare questa "calma" fu Stefano che si mise seduto, mi guardò incrociando le sue dita.
-fammi indovinare, noi non seguiremo neanche una di quelle regole, vero?- era strano sentire Stefano che parlava con quella calma dopo tutto quello che era successo mi aveva sputato in faccia tutto il suo odio che sembrava finalmente represso.

-giá.- il silenzio che ci fu dopo fu molto imbarazzante, ma lo usai a mio vantaggio, visto che le guardie fuori dalla cella stavano facendo il cambio turno.

-senti Stefano, io ho iniziato male con te, hai tutte le ragione per odiarmi. Ma te lo chiedo lo stesso... ricominciamo tutto?- dissi tutta d'un fiato e lui mi sorrise mi porse la mano che presi un pó titubante, mi fece alzare e indietreggiò fino al muro, quindi si ritrovò tra me e la parete fredda.

Mise una mano sul mio collo e si avvicinò sempre di più a me che sorridevo con un demente, infatuato di quel ragazzino.
-ricominciamo allora.- mi disse e congiunse le nostre labbra in un bacio bagnato, dolce, ma rapido, perché non volevamo essere spostati di cella per essere stati visti.

Ci sorridemmo e ci sistemammo nei nostri rispettivi letti, ma io non riuscii a dormire, passai la notte a guardare fuori dalla finestra, che avevo vicino il letto; mostrava un paesaggio abbandonato... avete presente la strada per arrivare a Las Vegas? Quel deserto che mostrano nei film? Ecco tipo quello.

Ma con chi sto parlando? Forse avevano fatto bene a rinchiudermi lì dentro.
Parlo anche da solo adesso! Pensai.

Ma so che mentre noi eravamo lì, a Giuseppe, Salvatore, Lorenzo, Forse anche Pietro, stava succedendo qualcos'altro di altrettanto strano..
Continui te Lorenzo?

Beh *risatina* noi eravamo in un cazzo di seminterrato, legati a delle sedie, con la bocca chiusa dallo scotch, senza contare il fatto che non si vedeva nulla, quindi non potevamo fare granchè.

Tutto merito dell'FBI, ne ero sicuro, mentre ci portavano lì dentro vidi un agente lontano che portava la solita divisa con la sigla bianca scritta dietro al giubbotto.
Esattamente che cosa dovevamo fare?

Tra questo capitolo è quello prima c'è una differenza di scrittura assurda 😂

E a voi piace questo capitolo? :)

Assassin|| Saschefano/Pietrenzo [finita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora