25.

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Sascha P.O.V.

Mi risvegliai su un lettino di una delle tante stanze, mi sentivo tremendamente stanco e avevo dolori ovunque, ma nonostante ciò provai ad alzarmi, sentivo un altro respiro e volevo controllare chi fosse sopra il letto a castello.

Notai in più il mio braccio fasciato, chissà cosa cazzo mi avevano fatto quei dottori.
Accarezzai i capelli a Stefano, il quale sembrava davvero calmo e riposato, probabilmente era ancora sotto l'effetto della droga.

Scesi da letto con l'intento di tornare a dormire ma a distrarmi fu un rumore proveniente dalla porta, tipo quello che fa il cancello quando con uno scatto si apre dal citofono.

Sentii lo scatto della porta e le guardie se ne andarono, mentre partì un brusio generale dalla massa di persona che volevano uscire. Era iniziata l'ora di libertà e non dovevamo mettere in atto il nostro piano.

-mmm.. sascha.- Stefano si rigirò tra le coperte stiracchiandosi, facendomi scappare una risatina poi, si alzò di scatto ricordando tutto, esattamente come era successo a me.

Si guardò il braccio si sentiva la sua stanchezza  a miglia di distanza, ma non era quello il momento di pensarci. Si abbassò la manica della maglietta e poi scese dal letto affiancandomi.
-forza, andiamo, più tempo passiamo qui dentro più saremo in astinenza, dobbiamo scappare.-

Iniziammo a correre verso Sabrina che si trovava nel cortile. Una volta raggiunta ci sorrise e ci porse due auricolari, uno per me e uno per Stefano, e la mappa.
-ho studiato tutta la notte la mappa, ne avrete più bisogno voi.- ci salutiamo con un abbraccio ed io e Stefano andiamo, facendo gli indifferenti verso la sala computer.

-Sabrina devi staccare la corrente.- disse Stefano notando la quantità di guardie che c'erano una volta girato l'angolo in cui ci stavamo nascondendo.
-pare facile, dovete dirmi quali fili devo tagliare e me lo dovete dire dal computer delle telecamere.-  rispose lei dall'altra parte, si stava spostando, lo sentivamo.
-ah.- rispondemmo in coro io e Stefano.
-pronto?- gli chiesi. Lui si affacciò contando tutte le guardie, per poi tornare alla postura iniziare per guardarmi.

-hanno ucciso la mia ragazza, ho perso gli amici per colpa dell'assassino, provo sentimenti per l'assassino e mi ritrovo in un ospedale psichiatrico con questo assassino. Cosa ho da perdere, andiamo.- mi disse sorridente per poi porgermi la mano che presi subito.

Il cuore batteva forte, se qualcosa andava storto qualcuno rimaneva li a vita, ma quante volte io e Stefano provammo quella adrenalina in altre missioni che in confronto a quella sembravano stupidaggini. Mi mancava il periodo in cui andava tutto bene, noi avevano il canale, i nostri fan, e dietro la nostra vita che, per quanto oscura, era la nostra vita.

Scusatemi ancora per il ritardo e nulla ci vediamo :))

Assassin|| Saschefano/Pietrenzo [finita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora