29.

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-pensaci chi ha chiamato la polizia quando ho ucciso la tua fidanzata?- chiesi guardandolo negli occhi, ci era rimasto molto male quando sentì la voce di Giuseppe.

-giuse.- disse abbassando lo sguardo e poggiandosi alla mia sedia per ascoltarmi.
-chi mi ha cacciato di casa?- continuai io e lui annuì dando la stessa risposta.

-chi voleva prendere il posto di Lorenzo? chi è che non voleva Sabrina in casa perché pensava che fosse un peso? chi pubblicava pochi video sul canale?-

-vegas.- disse realizzando quello che pensavo e andammo da Sabrina per dirle quello che avevamo scoperto, non che questo poteva farla felice, ma dovevamo dirglielo cosí che iniziavamo la nostra ricerca per l'indizio a casa di Marina.

-mh, io l'ho sempre detto che è uno stronzo.- beh non sembrava tanto sorpresa, e visto che ormai era il tramonto iniziammo a prepararci per la lunga nottata.
Non potevamo accendere le luci della casa ne aprire le persiane, eravamo completamente al buio perché la polizia che controllava l'indirizzo non doveva scoprire nulla.

Ma erano scemi, e non sapevano che dentro al muro alla fine del corridoio, c'era una stanza segreta che porta ad un tunnel che poteva farci uscire dal palazzo ed arrivare davanti alla scuola del quartiere, quindi eravamo al sicuro.

Mi misi dei jeans neri, maglietta e felpa del medesimo colore, dei guanti per non far trapassare le impronte e mi sistemai i capelli corvini in modo tale di averli compatti e non avere i ciuffi che andavano di qua e di là con vita propria.

Mi misi il centurino mettendoci dentro le armi più utili che potevano servirci in quella situazione, misi dei colpi di pistola e misi il silenziatore a quest'ultima, non si sa mai.
Presi le armi anche per gli altri due e chiusi a chiave lo sgabuzzino per nascondere il tutto in eventuali imprevisti con l'FBI.

Sabrina si mise un top nero con una chiusura sul petto che risaltava le sue curve, dei jeans a vita bassa neri e si legò i capelli in una coda, Stefano invece era vestito come me e quei jeans attillati facevano risaltare il suo sedere e non potevo non sorridere a quella scena.

Indossammo le lenti che cambiavano il colore dei nostri occhi, cosí se venivano ripresi da qualche tipo di telecamera, se prendevano di mira gli occhi non potevamo essere riconosciuti.

E così andammo nel tunnel sotterraneo, umido e pieno di ragni, l'incubo per Stefano, ma dovevamo farlo per forza.
In più dovevamo comunicare con degli auricolari ma era difficile perché potevamo ritrovarci e localizzarci in qualsiasi momento.

-ricordatemi perché lo facciamo.- disse Sabrina iniziando a salire sulle scalette per uscire allo scoperto.

-per Lorenzo Salvatore e Pietro. Dobbiamo salvarli.- risposi io e Stefano annuì dandomi ragione.

Sabrina ci faceva strada tra i vicoli scuri della cittá mi stavo fidando di Sabrina era l'unica che mi aveva aiutato e forse l'unica di cui potevamo fidarci in quel momento.
Mentre camminavamo accovacciati mi soffermai a vedere Stefano che era stranamente concentrato, chissà cosa stava pensando di me, di noi, con tutto quel bordello non eravamo riusciti nemmeno ad avere il primo appuntamento.

-smettila di fissarmi.- mi disse mentre Sabrina parlava con un uomo per farci passare per un cancello.
-sei bellissimo.- sussurrai io senza togliere lo sguardo dal suo corpo; lui fece una smorfia e io ghignai raggiungendo Sabrina...

MA BUONGIORNOOOO...

HO FAME :))

E ho appena mangiato

Chi vuole un pezzo di pizza?

Assassin|| Saschefano/Pietrenzo [finita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora