I Teen Titans scrivono haiku: Richard vorrebbe tanto una vacanza

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Circondato da
idioti, questa è la
mia condanna. Già.

(Haiku by Richard Grayson)

ROBIN

Avete presente aprire gli occhi e pensare Wow, questa sarà una splendida giornata!
Io no.
Vi prego, insegnatemi come si fa.
Svegliarmi sullo scomodo materasso della branda che mi era stata assegnata fu forse il modo peggiore per iniziare, considerando che avevo quell'orribile sensazione che mi spingeva a credere che tutto mi stesse scivolando dalle mani, come se non potessi più controllare la mia vita prima che questa andasse a rotoli.
Il giorno prima era morta una cara amica di Rose ed io non ero riuscito nemmeno ad avvicinarla per parlare, come non ero riuscito a consolare Gizmo per Mammoth o come non riuscivo a rincuorare i Titans East per Aqualad.
Era incredibile pensare a quante cose avrei potuto fare in un giorno solo e riconoscere invece che continuavo a perdere tempo, come il pomeriggio prima, che avevo passato ad allenarmi nella speranza di avvicinare la mia migliore amica mentre la mia squadra e tutti gli altri decidevano chi sarebbe andato in missione sul campo di battaglia e chi sarebbe stato spedito in una nuova dimensione, chi doveva aiutare Amalia e i regnanti nella strategia per la protezione della città e chi si sarebbe occupato di far evacuare alcuni villaggi che non erano ancora stati abbandonati.
Mi sedetti senza nemmeno la voglia di stiracchiarmi, sospirando e rivolgendo uno sguardo al costume appoggiato sulla sedia di fronte al letto, per la prima volta indeciso se indossarlo o no.
Ero stato scelto per andare nella dimensione che avremmo dovuto sigillare quel giorno e non riuscivo a concentrarmi a causa del silenzio nella mia testa che mi assordava e mi confondeva, rendendo ciò che sentivo simile alla vicinanza di Rose mentre rideva e la sua risata amara ti creava un gigantesco vuoto dentro.
Volevo così tanto renderla felice che sapere di non poterlo fare mi inibiva ogni capacità di pensare che potessi riuscire in qualsiasi altra cosa.
Scesi dalla branda ed afferrai distrattamente una maglietta bianca a maniche corte che avevo rubato dai bagagli di Red X, insieme ai pantaloni della tuta grigi che avevo indossato la sera prima e che avevo ancora addosso (nessuno dovrebbe lasciare la sua roba incustodita dopo avermi chiamato Arachidomane per ore), per poi affacciarmi all'esterno della tenda ed essere colpito con violenza dalla luce del giorno.
Chiusi gli occhi e mi infilai la maglietta sbadigliando, schermandomi il viso con la mano solo una volta deciso che era il momento di approcciarsi al mondo esterno e quindi schiudere le palpebre che mi si erano incollate di nuovo.
Litigai per qualche secondo con il mio cervello che non ne voleva sapere di bruciarmi le retine sotto i raggi solari e quando finalmente decise di obbedirmi non riuscii ad ignorare la sensazione di essere osservato.
Mi voltai alla mia sinistra e vidi Stella a braccia incrociate al petto che mi guardava soddisfatta.

"Questa è decisamente la prima cosa che voglio vedere appena sveglia." commentò, continuando a fissare il mio torace che fino a qualche istante prima era scoperto.

Non riuscii a non arrossire e mi voltai dall'altra parte, dove Beast Boy si affacciava assonnato all'esterno della sua tenda e si stiracchiava rivolgendomi un sorriso smagliante.

"Stella ha ragione, sei decisamente un bel vedere." commentò costringendomi a spostare di nuovo il mio sguardo per riconquistare un po' di dignità.

Sono sempre stato piuttosto bravo a gestire le mie emozioni ma la mattina presto mi ritrovavo anch'io ai livelli di ogni comune mortale e tutte le cose che a distanza di qualche ora sarei riuscito a ignorare avevano la capacità di farmi andare in corto il cervello, come avrebbe detto Cy. Se il mezzo robot fosse nella mia testa direbbe che devo smetterla di utilizzarlo come voce della coscienza, ma è anche vero che se fosse nella mia testa avrei qualche problema in più del semplice essere un libro aperto fino al mio primo caffè della giornata.
A proposito del ragazzo in questione, Cyborg si sentì evidentemente chiamato in causa dal mio inconscio ed uscì a sua volta dalla tenda di fronte alla mia, avendo come prima visione della mattinata il mio volto che lentamente riprendeva il suo colorito originario.

Facciamola finire beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora