Capitolo 1

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CYBORG

Sono un prescelto.
Accidenti, che figata.
Cioè, me la stavo facendo sotto, ma non era quello il punto.
Io e Iella eravamo ancora in trance quando è accaduto, mi pareva ancora di essere normale.
All'improvviso la spiaggia sulla quale eravamo distesi al sole è scomparsa ed al suo posto il paesaggio si è fatto bianco candido, illuminata da una luce così intensa da accecarmi, all'inizio.
Iella come punta da uno spillo balzò in piedi e guardò con gli occhi a fessura in lontananza, incuriosendomi.
Mi alzai anch'io aggrappandomi alla sua spalla, poco fiducioso nelle mie gambe umane, e cercai di capire cosa stesse osservando.

"Cosa c'è che non va?" chiesi.

Scosse impercettibilmente il capo senza smettere di guardare avanti.

"Non so... Non vedi anche tu qualcuno che corre verso di noi?" domandò.

Cercai di aguzzare la vista, ma oltre al bianco accecante non vedevo nulla.
Anzi, no, vidi un puntino scuro in lontananza.
Man mano che il puntino si ingrandiva ne distinguevo le caratteristiche, seppur con difficoltà.
I capelli lunghi sembravano fare da strascico alla ragazza vestita in modo strano, che correva verso di noi come se fosse spaventata da qualcosa.
Ora, nei film ogni volta che qualcuno corre senza un apparente motivo si porta dietro un pericoloso criminale o cataclisma, ma nulla inseguiva la sconosciuta anche se sia io che Iella eravamo ormai allertati.

"Ehi, cosa succ-" provò a chiederle la mia ragazza mentre quella ci veniva in contro.

La tizia ci passò in mezzo urtandoci, come se nemmeno ci avesse visti.
Mi voltai di scatto e l'afferra i per una spalla, bloccandola.
Quando la tirai verso di me e la guardai in faccia si mise a gridare, terrorizzata.

"Ohi, calmati ragazzina!" esclamai sorpreso e confuso.

Iella mi spostò e prese lei la sconosciuta, dandole uno schiaffo.

"Sveglia, non c'è nulla da temere!" le urlò.

Quella si interruppe e fu come se ci vedesse per la prima volta.
Tremando si aggrappò alle braccia di Iella e la guardò negli occhi, smarrita.

"Aiutatemi, vi prego." supplicò. "Aiutatemi."

"Cosa succede, di cosa hai paura?" le chiese Iella, improvvisamente comprensiva.

"Non lasciate che mi prenda. Non lasciate che mi usi per fuggire." continuò con voce flebile. "Impeditelo. Salvatemi."

"Dicci da cosa ti dobbiamo salvare, vedrai che ti aiuteremo." le dissi.

Lei scosse la testa, tremando ancora di più.
Aveva all'incirca l'età di Soraya, anche se era molto più alta e robusta, e gli occhi quasi neri erano davvero molto grandi spalancati per la paura.

"Io vi ho scelti, siete voi. I prescelti. Vi ho scelti, scelti, scelti, vi ho scelti io." mormorò. "Aiutatemi. Solo voi potete. Solo voi siete sani."

Stavo per perdere la pazienza ed inveire contro la ragazzina quando Iella la strinse a sé in un abbraccio consolatore.

"Faremo tutto il possibile per aiutarti, credimi. Non temere, ti salveremo. Accettiamo l'incarico." le sussurrò accarezzandole i capelli ricci.

La sconosciuta annuì e scoppiò in un pianto liberatorio, ricambiando l'abbraccio di Iella.
Mi scappò un sorriso nel vedere la scena.
Immaginai me e lei che bisticciamo su bollette da pagare e mutui da estinguere quando entra in scena una bambina, della stessa età della ragazza, in lacrime per un brutto voto, per il fidanzatino, per una botta presa mentre faceva l'idiota in bicicletta o sul motorino con gli amici. Io e Iella che la guardiamo un istante prima che lei sia là ad abbracciarla ed io ad accarezzarle i capelli, dicendole che passerà.
Sembrava così bello da vivere.
La ragazzina si staccò, asciugandosi con una mano il naso, senza ritegno.
Poi ci guardò.

Facciamola finire beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora