Capitolo 23 (pt.1)

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▶ Sam Tinnesz - Play with Fire

Qualcuno bussò violentemente al portone, producendo tre tonfi sordi che si propagarono per l'ampio ingresso, simile alla navata di una chiesa, proprio mentre una ventina di guardie sopraggiungeva per dare il cambio di turno alle altre.
Hugo faceva la guardia reale da venticinque anni, ovvero da quando l'amata regina di Kurtham aveva messo al mondo il suo primogenito, Niall, che era la promessa del regno per un futuro splendente. Malgrado l'incauta alleanza con Trigon per preservare il pianeta e malgrado la scomparsa di tutta la famiglia reale, Hugo non aveva mai abbandonato il suo ruolo al castello, che conosceva bene quanto le sue tasche. Perciò sapeva a memoria ogni turno, ogni cambio, ogni visita abituale al palazzo di chiunque. E dato che sapeva che quel giorno non era atteso nessuno, si insospettì all'udire del sicuro bussare sulla porta e quindi al posto di mettersi sull'attenti come tutti gli altri, che aspettavano che i due soldati all'entrata aprissero il portone, girò sui tacchi e se ne andò, dirigendosi già verso la sala del trono.
Purtroppo per tutti quelli che non erano stati così accorti, si trovarono in una situazione insolita quando aprirono la porta: una ragazzina dai boccoli castani che indossava una maglietta gialla e dei jeans chiari era in piedi lì davanti a rimirarsi le unghie. Quando vide che la porta era aperta alzò lo sguardo e sorrise.

"Indovinate un po', figli di puttana?" fece, schioccando le dita.

I due soldati vicino alla porta volarono contro le pareti colpiti da alcune scintille gialle magicamente apparse, facendo sguainare le armi a tutti gli altri, che caricarono verso di lei.
La ragazzina fece qualche passo avanti, camminando con nonchalance, mettendo le mani una sopra l'altra per quasi un secondo, prima di creare una sfera di energia del colore del Sole che scagliò contro la prima fila di soldati, alzando con un gesto della mano una barriera dello stesso colore, sulla quale si infransero i colpi di blaster con la quale cominciarono a bersagliarla, prima di voltarsi e dare un calcio nello stomaco ad uno dei soldati che la attaccarono dai fianchi, facendolo finire addosso a un suo compagno.
Si girò dando una gomitata a qualcuno e colpendo con la magia altri tre uomini, alzandoli da terra e lanciandoli dall'altra parte della sala, accovacciandosi a terra e girando su se stessa con una gamba all'esterno, facendo lo sgambetto a quelli che cercavano di saltarle addosso.
Quando tornò in piedi mise le mani aperte in avanti, cominciando a sparare sfere di magia, che colpivano i soldati con un effetto stordente e li facevano schiantare contro le pareti.
Quando nessuno rimase in piedi annullò la barriera con uno schiocco di dita e si preparò alle venti guardie che presero a spararle addosso, avanzando.
Anche lei ricominciò a camminare in avanti e per ogni colpo che infieriva con il corpo a corpo ne lanciava un altro ad un avversario diverso con la magia, facendosi strada sempre di più. Il fragore degli spari e la luce che derivava da essi e dalle sue mani ormai rendevano tutto quasi indistinto, così che fosse lei l'unica certa di chi avesse contro, dato che mentre gli altri cercavano di non colpirsi a vicenda, lei era in squadra da sola.
La ragazzina procedeva con calma quasi irreale, stendendo più soldati che poteva, finché non arrivò all'ultimo rimasto in piedi, con ancora il fucile laser in mano.
Lei tossì mettendosi una mano davanti alla bocca ed allungandone una come per chiedergli un momento, così l'uomo se ne approfittò e premette il grilletto.
La ragazzina creò un piccolo scudo davanti a sé appena in tempo, prima di richiamare l'arma tra le sue mani con la magia.

"Sei una persona orribile! Sparare a tradimento ad una ragazzina distratta, che barbarie." commentò, prima di colpirlo in testa con il fucile, facendolo cadere a terra.

Vedendo che nessuno si rialzava si lasciò cadere seduta a terra, mettendo le gambe incrociate mentre si teneva la fronte. Vide di sbieco il ragazzo dai capelli neri fare capolino dalla porta, con le mani dietro la schiena a sorreggere la barella.

Facciamola finire beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora