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Frase frasosa selezionata da percentualedinero

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Frase frasosa selezionata da percentualedinero

ROBIN

Thornton ebbe qualcosa da ridire su tutti, di meno su See-More, che si era guadagnato una leggera stima.
Non mi era mai capitato di osservarli tutti combattere corpo a corpo, non ne avevo avuto il tempo. Gli HIVE mi sorpresero meno di tutti, perché ormai li conoscevo come se fossero la mia squadra.
Ero beatamente immerso nello studio delle loro mosse e nell'ideazione di un piano per riempire di schiuma da barba le mutande del Generale, quando quest'ultimo venne interrotto da un soldato che con urgenza gli si precipitò accanto.
Il suo sottoposto gli bisbigliò qualcosa all'orecchio, ma non capii che genere di evento poteva essere accaduto, perché Thornton rimase impassibile.

"Abbiamo degli uomini per questo." disse, in tamariano. "Sapranno contenere un incendio."

Sarò sincero, avevo capito solo 'uomini', 'contenere' e 'incendio', ma non fu difficile dare un senso a quelle parole.
Il soldato replicò qualcosa riconducibile al fatto che fossero crollate delle fondamenta e che delle persone fossero rimaste intrappolate sotto i resti.
Sentii una presenza accanto a me e mi distrassi dalla conversazione, mentre sul tappeto si affrontavano Beast Boy e Aqualad.

"C'è un incendio alla torre." sussurrò il ragazzo accanto a me.

Voltai verso Red X solo la testa, sorpreso.
La torre era il posto in cui erano la mensa, i servizi igienici, l'infermeria e il dormitorio dei soldati, nonché l'unico vero edificio del centro di addestramento.
Pensai alle donne che erano di turno lì e cominciarono a prudermi le mani.

"Sai il tamariano?" chiesi, solo leggermente sorpreso.

"Potrei. Oppure potrei semplicemente aver visto la gigantesca colonna di fumo che sale dalla torre." rispose, con il suo solito irritante sarcasmo, indicando oltre i tendoni.

Vidi ciò di cui stava parlando e senza nemmeno rendermene conto ero accanto a Thornton.

"Vado ad aiutarli." dichiarai.

Il Generale aggrottò le sopracciglia, mentre il soldato mi scrutava senza capire.

"Non fare sciocco." replicò, burbero.

Anche se io ormai ero già corso verso il luogo del disastro, determinato a fare qualcosa.
Che cosa? Beh, salvare vite. Era il mio mestiere e non lo facevo da troppo tempo.
Mi aggiunsi agli uomini che armati di secchi e pale correvano verso l'edificio in fiamme.
Koula.
Ricordai che la donna che serviva alla mensa era impegnata dentro la torre tutto il giorno. La stessa donna che, durante i miei primi allenamenti con Thornton, mi allungava sempre un dolcetto insieme alla sbobba che pareva purè di crusca.
Arrivato davanti all'edificio aiutai a trasportare un grosso barile d'acqua, mentre alcuni uomini entravano protetti da indumenti dorati.
Dopo qualche minuto portarono fuori una decina di persone, chi ferito e chi no.
Riuscirono a far uscire anche un bambino, che gridava e scalciava chiamando la mamma.
Era il figlio di Koula, ne ero sicuro.
Aveva la stessa voglia sotto l'occhio sinistro, come se avessero una piccola foglia di castagno sul volto.
Mi precipitai dal piccolo e lo presi in braccio, liberando il sollevato soldato che aveva invano cercato di calmarlo.
Lo portai un po' lontano e poi lo misi a terra.

Facciamola finire beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora