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Non è facile nascondere le cicatrici che la vita ti infligge, cancellare i ricordi, non sentirli come spilli conficcati nella pelle.
Sono ferite invisibili, solo chi le porta le vede e le nasconde agli occhi del mondo. L'ottanta percento delle persone possiede un album di fotografie in cui si rifugia quando ha voglia di sorridere. Ne ho visto uno una volta, lo aveva Serena, c'erano foto di lei da bambina insieme ai genitori, di lei con amici, parenti, nonni. In quell'album c'era la sua vita, in quel momento ho capito perché sorrideva sempre: era felice. Io invece non ho alcuna foto, non so neanche com’ero fatta appena nata, nessuno ha fotografato il mio primo sorriso o i miei primi passi, a nessuno è importato della prima parola che ho pronunciato. Non c’è mai stato nessuno neppure a farmi sentire speciale il giorno del compleanno, non so neanche se sono nata realmente il quattordici agosto: è stato il giorno in cui mi hanno prelevata da mia madre, almeno così mi hanno raccontato. Mi ha lasciata nel posto in cui ho visto la luce. A volte penso che sarebbe stato meglio che non fossi nata, sento di non servire a nulla in questo mondo e che se hanno potuto fare a meno di me le persone che avrebbero dovuto amarmi di più, possono farne a meno anche gli altri.

È così che vivo le mie giornate, tra piccole gioie, come i miei amici o il mio lavoro, e grandi dolori. Stringo tra le mani il diario con la copertina in pelle marrone, unico testimone delle mie giornate, me lo ha regalato Mark quando ho compiuto dodici anni.
«Adesso hai imparato a scrivere, qui puoi raccontare di te» mi disse mentre lo scartavo. Inizialmente pensai che fosse gentile e generoso, e magari lo era davvero prima, poi si è innamorato e l’amore è un sentimento che non sempre abbellisce l'animo delle persone, per questo lo evito come la peste, oltre al fatto che un rifiuto da parte della persona che amo potrebbe essere letale per me.

Sembro una tosta, ma è solo la scorza, all'interno è tutta un'altra storia. Apro una pagina e con la mascella tesa inizio a leggere. Ho scritto molte cose, fatti accaduti che neanche ricordavo. Salto qualche data fino ad arrivare al mio quindicesimo compleanno.

14 agosto 2002, ore 8:00
Lilia dorme accanto a me, oggi è un giorno speciale, o almeno lo è per chi condivide con me questo posto. Lei lo aspetta con ansia, come tutti i compleanni, perché mangeremo la torta. Una vera, con panna e cioccolato. Io sono felice per loro, ma non posso dire lo stesso per me. Non mi piacciono i dolci, soprattutto quelli con la panna, ma non posso raccontarlo a nessuno altrimenti prenderei una punizione.
Lo scorso anno c'erano anche i palloncini ma quest'anno credo che sarà diverso, sono più grande ora, perciò è inutile spendere dei soldi per simili sciocchezze. Tanto a me non importa, non la voglio neppure la festa. Ora vado a vestirmi ci vediamo dopo. Millie xxx
14 agosto 2002, ore 20:30
Finalmente questa giornata è arrivata alla fine. Come ti ho detto prima, erano tutti felici tranne me. Ho ricevuto anche qualche regalo, sai? Un vestito nuovo, lo indosserò di domenica quando è giornata di visite. Dovrei essere contenta ma la verità è che non ci riesco; mentre spegnevo le candeline ho espresso un desiderio, il primo in tutta la mia vita, a te posso dirlo qual è, sei solo un oggetto quindi non rischio che non si avveri.
Un bacio, ma non uno qualsiasi, quello che sa di amore, che ti fa sentire importante, che ti fa sentire unica, come quello di una madre a una figlia. Spero tanto che il mio desiderio si avveri. Ora vado a dormire, altrimenti mi rimproverano. A domani.
Millie xxx

Mi asciugo le lacrime con una mano, consapevole che sono passati altri dieci anni e il mio desiderio non si è ancora avverato. Non credo che possa accadere, ma rileggere quelle poche righe è comunque triste. Chiudo il diario e lo ripongo nel cassetto vicino al letto. Afferro un paio di mutandine e corro in bagno. Questa mattina sono rientrata da Chicago e sono corsa subito al lavoro, avevo degli appuntamenti importanti, alcuni clienti vanno trattati con i guanti bianchi, in fondo è grazie a loro se ho da mangiare e qualche soldo per togliermi qualche soddisfazione.

È strano ma non mi sento stanca, così decido di uscire per andare nel locale che frequento solitamente, ho voglia di sfogarmi e soprattutto ho bisogno di compagnia. Indosso un vestito corto, è più facile da sfilare, stivali con tacco ed esco. Appena arrivo al locale, c'è già chi mi aspetta, ormai facciamo coppia fissa, lui come me non ama le relazioni perciò siamo in perfetta sintonia.
Chiudo a chiave le emozioni e mi concedo qualche ora di relax.

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Capitolo corto scusate, ma ci ho messo davvero tutto me stesso per scriverlo!
Apprezzerei se condivideste questa storia magari con i vostri amici, perchè non sta salendo molto velocemente... un pò mi dispiace ma aspetterò😊, ho solo iniziato da una settimana a pubblicarla!

Black Eyes ~ FillieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora