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È difficile ma essenziale mantenere un atteggiamento distaccato. All'inizio non è stato semplice imparare, ma poi ci sono riuscita. Tutto ciò che accade intorno a me non è un problema mio.
Tante volte mi sono trovata di fronte clienti, presi dalla voglia di sfogarsi, che in preda a una crisi di pianto, rabbia o tristezza mi hanno parlato della loro vita, delle loro disgrazie o delle loro gioie. Ma oltre ad annuire e sfoggiare un sorriso di circostanza non ho fatto nulla. È come se tra me e loro ci fosse una barriera che non permette alle emozioni di filtrare all'interno.
Non sento niente. Le uniche persone in grado di smuovere qualcosa sono Lilia e Bella.

Mentre spengo la sveglia e vengo accolta da un invernale raggio di sole che punta proprio sul mio viso, mi sento diversa, Strana. Non so trovare le parole giuste, ma non è come tutte le mattine. È come se una sensazione di benessere mi spingesse ad alzarmi dal letto e mi convincesse a mormorare: «È una bella giornata.»
Non sono stupida, so perfettamente a cosa è dovuta tutta questa… eccitazione? Ieri sera, quando mi sono messa a letto, ho acceso il telefono e ho letto i messaggi di Finn.
Erano dell'altro giorno.
“Buongiorno stella. Dormito bene?”
“Ti va di pranzare insieme?”
“Ehi piccola, tutto bene?” Poi l'ultimo:
“Sto impazzendo. Stai bene?” Sebbene la sua insistenza nel volere allacciare un rapporto con me mi abbia infastidita, leggendo questi messaggi, la nuvola nera in cui sono solita avvolgermi si è andata via via schiarendo fino a mostrarmi un piccolo spiraglio di cielo sereno. Ed è stato proprio in quel momento che ho sentito il cuore accelerare di un battito. Lo ha fatto all'improvviso, mostrandomi per la prima volta che a volte basta pensare a qualcuno per avere una reazione.
Quel qualcuno si chiama Finn.

Stringo le palpebre e mi sfrego gli occhi con le mani. Emetto l'ennesimo sbadiglio e mi alzo. Lancio un ultimo sguardo a letto, sembra implorarmi di tornare sotto le coperte. Lo farei davvero. Ma non posso. La mia agenda è piena di appuntamenti, e devo essere anche abbastanza veloce se voglio essere pronta alle otto.
La doccia è sempre un piacere. Mi osservo nello specchio montato all'interno del box e i miei occhi cadono sul tatuaggio: “Un cuore che cerca sente bene che qualcosa gli manca; ma un cuore che ha perduto sa di cosa è stato privato.” Ci passo le mani sopra e mi chiedo se Finn sarà davvero in grado di abbattere quella barriera e se io glielo lascerò fare. Appoggio la testa sulle piastrelle umide e lascio che l'acqua mi scivoli sul viso. Fino a ieri ero inarrivabile, a nessun uomo ho mai permesso di spingersi così in là. Non è ancora successo nulla tra noi.

Niente bacio e niente sesso.

Ma se lui è in grado di farmi tremare con la sola vicinanza, cosa accadrà quando mi toccherà? Una strana paura mi stringe lo stomaco facendomi aprire gli occhi di scatto. Avverto un insolito calore in mezzo alle gambe, intenso e intimo. Riporto i miei pensieri su Finn, immaginando le sue mani su di me, dentro di me. Penso a cosa si provi ad accarezzare i suoi muscoli delineati. L'eccitazione aumenta e la voglia di venire è sempre più forte.

Nessun uomo ha mai avuto questo effetto su di me. Questa sensazione mi piace, ed è per questo che continuo a pensare a lui, a desiderarlo, è per questa ragione che al posto delle mie dita immagino la sua intimità turgida che mi penetra. Solo per questo, urlo, appena raggiungo il culmine del piacere.

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Capitolo corto ma erotico...
È solo l'inizio.

Black Eyes ~ FillieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora