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La gente è strana. La vita è incomprensibile. Quando pensi di aver raggiunto una stabilità, ecco che si capovolge tutto di nuovo.

Sospiro. Ho un vuoto dentro difficile da colmare. Tutto mi sembra ormai finito.
Io mi sento finita.
Senza forze. Senza voglia.
Ricominciare.
Non credo di potercela fare questa volta.
Solo pochi giorni fa, mi sembrava di aver intrapreso una nuova esperienza. Avevo abbattuto le barriere, ogni preconcetto sul mio rapporto con gli uomini.
Ci avevo creduto, cazzo.
E invece, mi è crollato il mondo addosso. Ho scoperto di avere una madre che mi cercava e, per quanto mi sembri assurdo, una parte di me ci sperava. Scuoto la testa mentre mi incammino verso la sartoria. L'angoscia al pensiero di affrontare i clienti si fa sempre più pensante. Ho perso anche l’entusiasmo per il mio lavoro. Stringo gli occhi per reprimere le lacrime. In tutto questo trambusto, ho pensato solo a mia madre, ma ho anche un padre.
Dov'è? Perché non è con lei? È forse a causa sua che ha dovuto abbandonarmi?

Arrivo in negozio e appena entro noto il primo cliente che mi aspetta. Educatamente lo saluto e lui ricambia sorridendo. Passo almeno dieci minuti chiusa nel mio ufficio prima di riceverlo, penso al fatto che Finn sta per lasciare Atlanta e forse non lo rivedrò mai più. Lo faccio accomodare e lo ascolto mentre mi descrive il tipo di abito di cui ha bisogno. Si sofferma sui dettagli e mi specifica anche il colore dei fiori che sua moglie ha scelto per la prima comunione della figlia.
Quando lo fa gli si illuminano gli occhi. Mi riscopro a invidiare quella ragazzina pur non conoscendola, consapevole che la normalità è crescere con chi ti ha messo al mondo, e non come è capitato a me. Una volta terminato di parlare lo faccio accomodare nei camerini, dopo qualche minuto torna e comincio a prendergli le misure. Scavo dentro di me, in cerca della soddisfazione che ho provato il giorno dell'apertura, ma non la trovo, così vado ancora più in profondità, scovando il ricordo di quando io e Lilia parlavamo e sognavamo di realizzare questo progetto, ma nulla.
Tuttavia finisco ciò che ho iniziato, con lui e con i clienti successivi.

Alle sette di sera, l'ultimo cliente esce dalla sartoria. Mi butto sulla sedia, appoggio i gomiti sulla scrivania e mi massaggio le tempie. Ho la testa che mi scoppia e lo stomaco in preda ai crampi della fame. Nonostante la nausea, ho davvero bisogno di mangiare qualcosa. La porta dell'ufficio si apre e Lilia e Serena entrano spedite.
«Sei pronta? Ceniamo fuori» mi comunica Serena. La guardo stralunata.
«È il mio compleanno, Millie. Ti perdono per il fatto che te ne sei dimenticata, ma non farò altrettanto se salti la cena» dice puntandomi un dito contro. Ogni anno festeggio con lei e le sue amiche e, se devo essere sincera, non mi sono mai annoiata.
Ora, però, ne farei volentieri a meno perché ho bisogno di stare da sola. Apro la bocca per rifiutare ma lo sguardo ammonitore di Lilia mi blocca.
«Ok, ma niente dopocena per me» cedo. Al ristorante, tutti ridono e bevono vino.
Tranne me.
Lilia prova a intavolare un dialogo, ma la mia voglia di parlare è pari a zero. Finalmente arriva il momento della torta e di conseguenza la fine della festa. Saluto educatamente ed emetto un sospiro liberatorio appena salgo in taxi. Il viaggio non sarà breve per tornare in centro, così infilo le mani dentro la borsa e cerco il telefono.
Tiro fuori l'iPhone che mi ha regalato Finn. Lo accendo e, dopo qualche secondo, sullo schermo appare un messaggio.
“Non privarti di chi ti ama. Non giudicare senza sapere, ascolta e capirai.”
Percepisco una stretta alla gola, faccio fatica a deglutire mentre con il dito sblocco lo schermo ed entro direttamente nella sezione dei messaggi. In alto c'è scritto il suo nome e sotto appare la scritta “on line”.

Prima di lui, non sapevo nemmeno cosa fossero le applicazioni, penso, sorridendo appena. Senza pensarci, clicco sullo spazio per rispondere.

“La leggerezza che mi attribuisci in merito all'argomento è tanto sconcertante quanto assurda. C'è solo una persona che posso giudicare: te, e le tue bugie.”

Premo invio e chiudo gli occhi.

“Non ti ho mai mentito. Tutto quello che c'è stato tra noi è reale.”

La sua risposta arriva dopo qualche secondo, rompendo di più qualcosa dentro di me.

“Allora perché te ne vai?”

Butto il telefono nella borsa, pentendomi subito di avergli dato quella risposta.
Volevi che sparisse.
Le strade di Atlanta appaiono tranquille, nonostante il rumore delle auto e le sirene della polizia. Mi metto comoda sul sedile, osservo il mio riflesso nel vetro del finestrino. Non sono più io Prendo l'iPod, infilo le cuffiette e mi abbandono sulle note di Purple di Skin. Ci sono alcune frasi, alcune canzoni che fanno parte di te, ti accompagnano nel percorso di crescita, ti aiutano, e in questo momento io ripeto le parole di Skin.

La corsa in taxi termina dopo circa venti minuti. Pago e mi dirigo verso il portone. Il quartiere è deserto, perfino il bar dove lavora Lucy è chiuso. Cerco di infilare le chiavi nella serratura, inspiegabilmente mi trema la mano. La sensazione che il pericolo sia nelle vicinanze si fa sempre più forte. Forse è solo l'ansia degli ultimi giorni, le paranoie degli eventi che si sono susseguiti.
Dopo il terzo tentativo finalmente ci riesco. Salgo di corsa le scale e quando arrivo di fronte al mio appartamento si ripete la stessa scena di qualche giorno fa. Solo che questa volta è più inquietante.
Un grosso mazzo di rose rosse è poggiato a terra. Mi avvicino piano, come se in qualche modo potessero aggredirmi, le prendo, facendo attenzione alle spine e leggo il biglietto.
“Tra poco verrai da me.” Le butto.
Tremo dalla paura. Sento il cuore battere forte. Entro in casa, senza togliere il cappotto, accendo tutte le luci. Quando torno in soggiorno ho il fiatone. Dalla borsa estraggo il cellulare. Ci sono chiamate senza risposta di Romeo, così lo chiamo. «Pronto.»
«Ti prego, vieni da me» dico in preda al panico.
«Calmati, sto arrivando.»
«Ok, ma sbrigati.» Mi accascio sulla sedia, mi passo le mani fra i capelli e piango.

~•~
Preparatevi per il capitolo di domani...

Black Eyes ~ FillieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora