~38~

274 20 7
                                    

Mi rifiuto di andare in ospedale, fortunatamente non sono stata colpita, perciò dopo avermi fatto firmare dei documenti la polizia, gli infermieri e i medici lasciano il mio appartamento.
Quando rimaniamo sole, Lilia si siede su una sedia; nella stanza c'è un silenzio tombale, che poco dopo viene interrotto dai singhiozzi della mia amica. La guardo, senza avvicinarmi, soltanto ora mi rendo conto di quanto questa storia abbia fatto male anche a lei.

Romeo era mio amico quanto suo, e a perderlo siamo state entrambe.
Lui ha perso noi.
Fa male saperlo solo.
Fa male essere feriti da chi ami di più.
Mi avvicino a lei e mi siedo al suo fianco. Ha i gomiti poggiati sul tavolo e le mani sul viso. Mi appoggio alla sua spalla.
«Grazie per avermi salvato la vita» sussurro debolmente. La sua testa si alza di scatto, i nostri occhi si incontrano, c'è sollievo nei nostri sguardi ma anche tanta tristezza e paura.
Cosa farò ora?
Come potrò ricominciare?
«Non riesco a credere a ciò che è successo. Se non fossi tornata in tempo... lui... lui avrebbe sparato.»

Lo avrebbe fatto davvero? Sì.

Non rispondo. Non voglio pensarci. Sono ancora viva e sono qui.
«Cerchiamo di non pensarci più» dico, anche se so che ricorderò questo momento per sempre.
Lilia si asciuga le lacrime con le dita.
«Basta dolore, Millie. Basta! Promettimi che da oggi in poi sarai più ottimista. Promettimi che amerai di più la vita, baderai di più a te, uscirai e ti divertirai. Promettimi che farai di tutto per essere felice.»
Non mi ero mai accorta di quanto fosse bella, non mi ero mai soffermata sulla profondità dei suoi occhi.
Da qui il mondo è più bello.
Raddrizzo la testa e annuisco.
«Devo raccontarti alcune cose, ma se sei stanca possiamo farlo domani» asserisco, mentre i primi raggi di sole cominciano a illuminare la stanza.
È l'alba. Un nuovo giorno. Ho fatto una promessa.
«Ti ascolto.»
«È una cosa lunga» ribatto.
«In tal caso preparo il caffè.» Si alza e si avvia ai fornelli. La osservo prendere la caffettiera dal mobile e le tazzine dal ripiano della credenza.
«Allora?» Mi schiarisco la voce.
«Ho conosciuto mia madre.» Lilia si volta verso di me, il viso stupito e la bocca semi aperta. Mi guarda in silenzio. «C... come?» chiede, con un filo di voce.
«È successo qualche giorno fa, ero in albergo con Finn. Loro...» sospiro «… loro si conoscono.» Lilia mette la caffettiera sul gas e mi raggiunge. Le racconto per filo e per segno tutto quanto. Mi ascolta in silenzio, senza interferire e senza chiedermi nulla. Si muove soltanto per prendere la bevanda pronta e versarla in due tazze.
Quando finisco di parlare, aspetto con il fiato sospeso la sua sentenza. Ho bisogno di un consiglio, di una spinta per fare ciò che già ha preso forma nella mia testa.
«Devi parlarle Millie. Guarda il lato positivo, molte di noi non conosceranno mai la propria madre. Tu, invece, ne hai la possibilità. Fallo e sarai libera di essere felice.» Non comprendo immediatamente la frase. Ma poi ci penso.
Lilia ha ragione.
Parlare con lei mi aiuterebbe a capire molte cose, a conoscere il motivo per cui non mi ha voluta, mi darebbe delle risposte e io smetterei di tormentarmi con delle domande destinate a rimanere irrisolte.
«Lo farò. Presto» le dico, afferrandole la mano.
«E Finn? Cosa pensi di fare con lui?» mi domanda.
«Non lo so. Devo capire cosa provo. Come mi sento. Ho bisogno di tempo, e di fare un passo alla volta.» Lilia annuisce.

Terminiamo il caffè in silenzio e poi mi saluta per andare a dormire.
«Ti raggiungo tra poco.» Mi alzo e mi avvicino alla finestra. Il cielo è diventato quasi azzurro, la città si sta svegliando.
Apro l'anta, respiro l'aria fredda del mattino, osservo l'orizzonte e mi godo la vista di Atlanta.
È un nuovo giorno.
Romeo ha ucciso la mia vecchia vita, una nuova sta nascendo.

•●●~●●•
Siete pronti per la nuova Millie?
Dobbiamo ringraziare Romeo per la sua nuova rinascita?

Black Eyes ~ FillieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora