Le sue gambe: di piombo. Sicheng tentò comunque di correre. Doveva essere come minimo il centesimo giro della pista. Il suo corpo era enorme e goffo. L'allenatore era Kim Woobin. Solo che non alzava mai gli occhi dal porta-blocco. Non è che era diventato invisibile? D'un tratto si rese conto che doveva andare in bagno. Subito. Riuscì a trovare un bagno pubblico, ma i water erano intasati o sporchissimi, ce n'era uno un po' in ordine, ma la porta non si chiudeva bene. Alla fine ci entrò, era comunque un uomo, era più facile per lui tenerla chiusa.Qualcuno stava cercando di entrare. Spingevano contro la porta. Spingevano e gridavano il suo nome: <Sicheng! Sicheng! Esci fuori! Sicheng!>
<Sicheng?> Aprì gli occhi. Suo padre era in piedi accanto al letto con indosso la giacca.
<Oh merda.> borbottò Sicheng, con una smorfia. Oltretutto gli stava ancora scoppiando la vescica. <Che ora è?>
<Ora di andare.>
<E che giorno è?>
<Lunedì, su alzati, dai.>
Sicheng gettò via le coperte e corse nel bagno.
🎶
<Mamma non aveva più voglia di aspettarti. Lei e Lin sono già uscite.>
Sicheng era seduto nella piccola Audi di suo padre, lo zaino schiacciato tra le gambe, con fogli che spuntavano da tutte le parti.
<Mi sa che oggi pomeriggio ti tocca una bella chiacchierata con tua madre.>
<Non vedo l'ora.>
Voleva disperatamente fermarsi a prendere un caffè. Suo padre non avrebbe certo avuto nulla in contrario, ma non poteva presentarsi in classe in ritardo, e con l'aggiunta di un bicchiere di caffè in mano.
<Tutto bene?> chiese suo padre.
Aveva il dono di fare queste domande quando non c'era mai tempo per quello che avrebbe seguito un eventuale no. E infatti Sicheng finiva sempre col rispondere che sì, andava tutto bene.
Negli ultimi tempi lui e suo padre si erano allontanati molto. Non lo si vedeva quasi mai a casa, anche se non è che avesse un vero lavoro, a parte fare il manager di Linchen e sedere nel consiglio direttivo della società che gestiva i fondi finanziari del nonno. Ma in ogni caso, Sicheng non avrebbe saputo di cosa discutere. Non lo capiva bene neanche lui cosa diamine gli stesse succedendo. "E se volessi ricominciare a ballare?". Immaginò di chiederglielo. Tra tutti quelli della sua famiglia, suo padre era senz'altro la persona a cui sarebbe stato più facile dirlo.
<Ansia da prestazione.> disse. Erano quasi arrivati a scuola.
<Compito in classe?>
Sicheng scosse il capo. <No. Vita, mi sa.>
<Già, la vita.> ripetè suo padre, fermandosi davanti all'ingresso. <Eccoti qui.> disse.
Sicheng sentiva l'alito del padre che odorava ancora di caffè, d'un tratto si rianimò. Forse sarebbe riuscito a fare un salto velocissimo da Starbucks tra la prima e la seconda ora.
<Mi raccomando, oggi pomeriggio chiedi scusa a tua madre per il ritardo, okay?>
<Ma papà- >
<Fallo e basta.>
🎶
Quando Sicheng entrò in aula, il signor Kim, in piedi alla cattedra, con le spalle alla porta, non si girò nemmeno. <È Sicheng?> chiese alla classe. Il suo tono lo paralizzò sulla soglia.
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Just Me, You, and the Music [Yuwin]
FanfictionDove Sicheng ha mollato la danza E Yuta è l'insegnante di ballo di sua sorella