Il mercoledì prima delle vacanze del Ringraziamento c'era lezione solo al mattino, e al posto del signor Kim si presentò un supplente. Rientrando a casa da scuola, Sicheng trovò la madre in pieno delirio da partenza. Andava su e giù per le scale con una lista in mano e il telefono incollato all'orecchio. Per il viaggio si era messa un paio di scarpe comode ma eleganti, e un tubino nero che arrivava al ginocchio. Sicheng andò a rifugiarsi in salotto, lontano dalla confusione dei preparativi ma comunque a portata di voce, nel caso sua madre avesse avuto bisogno di lui. Appena si abbandonò sulla chaise longue, si accorse del nonno seduto nella poltrona dall'altra parte della stanza.<Sicheng! Arrivi adesso da scuola?> chiese, anche lui colto di sorpresa.
Sicheng istintivamente si tirò su con la schiena. <Sì, ecco...>
Se l'era presa comoda, tornando a casa, aveva fatto un giro lungo per fare una passata da Starbucks. Non era forse così che si comportava un ragazzino viziato pur sapendo benissimo che sua madre era a casa alle prese con i preparativi?
<...mi sono fermato in biblioteca, per la relazione di letteratura.>
Il nonno fece un cenno di approvazione con il capo. <In effetti mi chiedevo come occupi il tempo adesso.>
Se lo chiedeva? E da quando? Se proprio ci teneva a saperlo, avrebbe potuto chiederlo.
Dopo sabato sera non si erano praticamente più parlati, e non era detto che la cosa fosse finita lì. Sicheng si preparò mentalmente ad un altro scontro. Ma sembrava che il nonno avesse rimosso l'accaduto, o quantomeno così voleva far credere.
<E così ti piace la letteratura. È la tua materia preferita?>
Santo cielo, che imbarazzo. Possibile che due membri della stessa famiglia si sentissero così a disagio l'uno con l'altro?
<Sì.> rispose Sicheng con convinzione.
<Quindi hai bei voti?> si sporse leggermente in avanti, il libro appoggiato sulle gambe, come se la cosa tutto ad un tratto lo interessasse. Sicheng gli lesse nel pensiero: laurea con lode, dottorato in Lettere, New York, Premio Pulitzer, Conquista del Mondo.
<Me la cavo.> rispose.
<Sicheng, non ti devi vergognare di essere bravo.> si sfilò gli occhiali e lui ripose nel taschino della camicia. <Oggi è il primo giorno di vacanza, e tu sei andato a studiare in biblioteca. Quanti tuoi compagni farebbero la stessa cosa? Non molti, credo.>
<Non è vero, lo fanno in tanti.>
Lui neanche lo ascoltava. <Lo vedi quanto ti stai impegnando. Studi tutte le sere fino a tardi. E prendi bei voti. Certo, puoi ancora migliorare ma- >
<Mi piace leggere, tutto qui, adesso che ho il tempo di farlo.>
In quel momento entrò sua madre, farfugliando qualcosa al cellulare in cinese.
<Papà, hanno bisogno di te.> disse al nonno, porgendogli il cellulare. <Sono quelli del noleggio auto di Shanghai.>
Il nonno andò a parlare in corridoio, e Sicheng ne approfittò per recuperare il suo zaino e tentare la fuga finché era ancore in tempo.
<Aspetta Sicheng, non andare, devo parlarti.>
Sicheng rimase lì. Immobile.
<Siediti.>
Tornò a sedersi sulla chaise longue. Sua madre si accomodò sulla poltrona. Il suo peggiore incubo si stava avverando: in trappola, chiuso in una stanza, prima con suo nonno, e adesso con sua madre.
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Just Me, You, and the Music [Yuwin]
FanfictionDove Sicheng ha mollato la danza E Yuta è l'insegnante di ballo di sua sorella