Benché fosse un semplice cubo di cemento, come d'altronde tutti gli edifici del quartiere, la casa di Yuta e Naomi aveva un certo fascino. Si salvava grazie all'intonaco color crema, la finitura in mattoni rossi, e le piantine lungo la scala che conduceva alla porta, sulla quale campeggiava una bellissima ghirlanda di Natale.Sicheng allungò la mano per suonare, ma Taeyong lo fermò: <Non si suona alle feste, si entra e basta.>
<A casa mi si suona.>
<E quando c'è mai stato qualcosa di vagamente simile a una festa a casa tua?> disse Taeyong. Aprì la porta, e spinse dentro Sicheng.
Non c'era un vero ingresso. Entrarono direttamente in un soggiorno affollato di gente di tutti i tipi: giovani come Yuta, alcune dell'età di Naomi, persone più anziane. Dall'aria simpatica, altre decisamente un po' stravagante.
Era decisamente un cambio di scena rispetto a certi cocktail dopo-spettacolo e a certe feste di beneficienza. Sicheng si sentiva spaesato. Non era per niente a suo agio.
<Non so quanto riuscirò a resistere qua dentro.> gli sussurro Taeyong.
"Neanche io" pensò Sicheng. Ma voleva almeno provarci.
<Andrà tutto bene. Guarda, c'è Yuta.> disse, trascinandolo dall'altra parte della sala. Yuta stava benissimo: jeans blu, camicia bianca, giacca di pelle nera e degli scarponcini simili a quelli di Sicheng.
<Sicheng! Eccoti finalmente!> lo salutò con un bacio sulla guancia, proprio lì, davanti a tutti.
<Sei stupendo.> gli bisbigliò nell'orecchio prima di staccarsi.
<Datemi pure le giacche.> disse.
Sicheng gli porse la sua. <La mia è rimasta in macchina.> disse Taeyong. <A proposito, grazie per l'invito.>
<Figurati.> disse Yuta. Poi, di nuovo preso tutto da Sicheng: <Poso il cappotto e torno. Voglio presentarti un po' di gente.>
<E da quando vi baciate sulla guancia?> incalzò Taeyong quando Yuta si fu allontanato.
<Da sempre. Lo ha fatto la prima volta che ci siamo incontrati e ha continuato a farlo.> Se Taeyong sapesse che non l'aveva baciato solo sulla guancia...
Yuta tornò prima che Taeyong potesse aggiungere altro, e per circa un quarto d'ora li scortò su e giù per il salotto e li presentò ai suoi ospiti. Sicheng si accorse subito di una cosa: la gente lo conosceva. Non tutti, e non tutti lo davano a vedere. Ma quando Yuta diceva il suo nome e cognome, Dong Sicheng, lo si vedeva chiaramente: sguardi che si accendevano di interesse, qualche "Oh!" di stupore, un "Piacere si conoscerti" detto con particolare sincerità.
Finito il giro, riuscirono finalmente ad approdare in cucina, tra mille sguardi e commenti sussurrati. Yuta però dovette tornare subito in salotto a salutare un ospite appena arrivato.
Benché almeno la metà delle persone che avevano conosciuto fossero donne, Taeyong aveva decisamente frainteso le occhiate curiose.<Hai visto come ci guardavano? Mi sento come una specie di Lolita.> bisbigliò.
<Ma no, Taeyong. Non è come pensi tu.> rispose Sicheng. Si affacciò sulla porta e gettò lo sguardo in soggiorno.
Chissà cosa stavano dicendo di lui tutte quelle persone.
Forse che era un fallito. Oppure un moccioso viziato che gira con una giacca da milioni di won addosso e che ha gettato alle ortiche la carriera che tutti vorrebbero.
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Just Me, You, and the Music [Yuwin]
FanfictionDove Sicheng ha mollato la danza E Yuta è l'insegnante di ballo di sua sorella