Sicheng aveva messo il cellulare il più lontano possibile dal letto, in modo da non poter spegnere la sveglia quando si fosse messo a ballare. Nella solitudine della sua stanza, immerso nella quiete del mattino, ricominciare da zero con sua madre pareva cosa semplice: alle scuse che le aveva lasciato sulla segreteria telefonica, Sicheng avrebbe aggiunto scuse di persona. Inoltre si ripromise di non mettersi più sulla difensiva, indipendentemente dal comportamento di sua madre. Ce l'avrebbe messa tutta per andare d'accordo con lei. In fondo è così che si fa in famiglia, quando ci si vuole bene: certe difficoltà si superano e basta. E poi stavano per iniziare le feste, il momento perfetto per riconciliarsi. Magari sarebbero persino andati a fare compere insieme.I suoi capelli non ne volevano sapere di collaborare e, per una volta che Sicheng si era svegliato in orario, ci mancò poco che facesse tardi di nuovo. Erano decisamente più arruffati del solito, ma non c'era tempo per perdersi in civetterie. Un po' di gel e più trucco del solito, e lasciò camera sua. S'infilò giù per le scale, pronto a salutare la madre con un sorriso.
Ma ad accoglierlo, all'ingresso c'erano solo Lin e suo padre. <Shh...la mamma sta dormendo.> gli disse, facendogli cenno di fare piano. <Il viaggio l'ha stravolta. É probabile che dorma fino a mezzogiorno. Pronto?>
Sicheng annuì, deluso con se stesso per aver provato un certo sollievo.
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Arrivò in classe qualche minuto prima che la campanella suonasse, stringendo l'immancabile bicchiere di Starbucks. Andò alla cattedra e consegnò la nuova stesura del saggio su Alice Munro. Il signor Kim lo salutò con un cenno frettoloso del suo capo. <Ti sei ripreso. Meno male.> Poi, guardandolo bene: <Hai fatto qualcosa ai capelli?>
<Sa, prima erano neri...> Chissà se gli piaceva il nuovo colore. Magari gli faceva schifo. <Sono mortificato per ieri.> aggiunse.
<Lo so.> disse lui, scorrendo rapidamente il testo. Sicheng si soffermò sulle sue ciglia biondissime. <Hai fatto in fretta a riscriverlo.> gli disse.
<Volevo che lei lo leggesse prima di consegnare la stesura finale.>
<Oggi dovete lavorare di nuovo in gruppo. Lo leggerò durante la lezione.>
Sicheng non riuscì a concentrarsi molto, né a contribuire granché al lavoro di gruppo, preoccupato com'era dal fatto che Woobin gli stesse correggendo il saggio. Lo vedeva, seduto alla cattedra, che leggeva, viso impassibile. Immaginò il momento in cui avrebbe trovato il suo appunto, alla fine del saggio, e quasi si pentì di non aver usato un tono più amichevole.
Alla fine della lezione, mentre tutti uscivano, il signor Kim fermò Sicheng sulla porta. <Ottimo lavoro, Sicheng.> gli disse porgendogli i fogli. <Ho fatto qualche osservazione qua e là, ma direi che sei sulla strada giusta.>
E nonostante l'imbarazzante pasticcio del giorno prima, quelle parole lo emozionarono. Significavano molto per lui. Gli sorrise, pur non riuscendo a guardarlo negli occhi.
<Stai bene con i capelli così.> gli disse lui.
<Grazie.> rispose Sicheng, non era sicuro di essere completamente grato però. E uscì subito, prima che gli venisse la tentazione di aggiungere altro.
Nell'ora successiva, Sicheng sfogliò il saggio soffermandosi sulle annotazioni del signor Kim. Alla fine, dopo le sue poche righe di scuse, gli aveva risposto: "La vita è lunga. Capitano molte cose. E si impara."
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Sicheng aveva scritto a Taeyong per chiedergli se sarebbe venuto a scuola, (la risposta era stata sì) senza però dirgli nulla dei capelli. Voleva la sua reazione più spontanea. Il primo a vedere il suo nuovo colore fu Doyoung, che lo aveva incontrato sulle scale durante la pausa pranzo.
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Just Me, You, and the Music [Yuwin]
FanfictionDove Sicheng ha mollato la danza E Yuta è l'insegnante di ballo di sua sorella