Off Stage Part 4

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Sicheng non sentì subito sua madre bussare. Aveva collegato il portatile alle case e stava sparando una delle sua canzoni preferite. Quando il pezzo finì i colpi alla porta si udirono più che bene. Sicheng mise pausa alla playlist che stava continuando e andò ad aprire. Incredibile. Sua madre era ancora impeccabilmente bella e in ordine, proprio come la mattina in macchina, quasi quattordici ore prima.

Appena mise piede in camera di Sicheng fece un gran sospiro. Non era affatto un buon segno.

<Parliamo di quello che è successo ieri. Puoi dirmi esattamente come sono andate le cose?>

<Te l'ho già detto.> rispose Sicheng. Andò a sedersi alla scrivania e digitò qualche parola al computer. Stava lavorando a un compito di letteratura.

<Allora dimmelo di nuovo, forse mi è sfuggito qualcosa.>

Sua madre si sedette sul bordo del letto, costringendo Sicheng a girarsi verso di lei e lasciar perdere il computer.

Sfuggito... cosa? La Temnikova era morta, punto e basta. Nondimeno, Sicheng ripetè ancora un volta, ripercorrendo i fatti a partire dal grido d'aiuto di Linchen fino all'arrivo dell'ambulanza. Omettendo però il motivo per cui non le aveva fatto la respirazione bocca a bocca, non voleva che scoprisse il suo disagio.

Per di più sua madre continuava a interromperlo con mille domande.

<Ma quanto tempo è passato prima che Lin chiamasse i soccorsi?>

<Ma respirava ancora?>

<Ha detto qualcosa?>

<Tipo cosa?> chiese Sicheng

<Non lo so, qualsiasi cosa. Possibile che non abbia detto niente?>

Gli sarebbe piaciuto poter accontentare sua madre, una volta tanto, e dirle quello che voleva sentirsi dire. Che le ultime parole della Temnikova fossero state per Linchen, o per ringraziare i Dong per averle cambiato la vita.

<Niente mamma, è morta e basta.>

<Forse se tu avessi chiamato prima i soccorsi...>

<Mamma, nessuno avrebbe potuto fare nulla> "Probabilmente".

<Perché non mi hai chiamato subito?>

<Non lo so.>

<Ma come mai non ci hai pensato?>

"Perché? Tu hai forse pensato di chiamarmi quando la nonna stava male?"

<Era morta. Dirtelo subito o dopo non avrebbe cambiato nulla.>

Sua madre annuì. Sfiorò il mucchio di coperte ammassate alla rinfusa.

<Dovresti cominciare a farti il letto. Tutta la stanza sembra più ordinata se il letto è rifatto.>

<Così dicono.> Sicheng, tornò al suo computer.

<Il nonno vuole cercare subito un nuovo insegnante, Linchen deve tenersi in esercizio per lo spettacolo, e per il concorso. Sarei tentata di chiamare Grace Chang, ma temo che il nonno andrebbe su tutte le furie.>

<Già, non la puoi chiamare.>

Sarebbe come invitare un ex fidanzato. E magari presentargli qualcun altro della famiglia. Grace era l'insegnante di Sicheng prima che arrivasse la Temnikova, solo che non era arcigna, né metteva paura. Era un'insegnante, un punto di riferimento, una guida, una specie di zia-amica. Aveva lasciato i Dong per colpa di una gravidanza indesiderata. Da quel momento il nonno non le rivolgeva nemmeno la parola e costringeva gli altri membri della famiglia a fare altrettanto. A Sicheng dispiaceva, in fondo non era colpa sua, se fosse stato in lei avrebbe fatto la stessa cosa.

<Perché non chiamate qualcuno dell'Accademia?> suggerì Sicheng.

Si scambiarono un'occhiata. Sapevano entrambi che era fuori discussione. C'era una vecchia faida in corso tra il nonno e l'Accademia, per via della carriera di ballerina, mai decollata, cui era destinata la madre di Sicheng quando aveva grosso modo l'età di Linchen. Il nonno aveva dato colpa all'Accademia, agli insegnanti, al sistema, a una certa ostilità verso la famiglia Dong, agli anni 70', e naturalmente a sua figlia. Insomma, a tutti e a tutto tranne che se stesso.

<Troveremo qualcuno.> disse sua madre, alzandosi dal letto.

Prima di uscire si avvicinò al figlio e gli diede una carezza sulla testa, Sicheng si dovette trattenere dal spostare il capo.

<Dovresti asciugarti i capelli prima di andare a dormire.>

<Mi piacciono al naturale.>

<Staresti meglio se- >

<Ho detto che mi piacciono al naturale.>

Con uno scatto scostò bruscamente la testa, e si spinse indietro la sedia. Sua madre scostò il braccio. <Cerca di non fare troppo tardi.>

<Ho un mucchio di compiti.> borbottò Sicheng.

Sua madre fece per dire qualcosa, ma subito vi rinunciò. Si fermò accanto alla porta, braccia conserte, a guardare la foto appesa alla parete: Sicheng, a tredici, anni che riceveva il premio per il primo posto ad un concorso abbasta importante.

Era stata una settimana da sogno, dall'inizio alla fine. Il concorso si teneva a Hong Kong, e per una volta erano solo loro quattro: Sicheng, Linchen, e i genitori. Avevano dormito in un albergo, in una stanza normale come una vera famiglia. Tutte le mattine per la colazione ordinavano il servizio in camera: crêpes alla nutella, croissant con tutte le farciture e the e caffè.

Sicheng aveva fatto amicizia con un altro ballerino, si chiamava Park Jibeom. Era coreano, infatti il suo cinese non era granché, ma si divertivano un sacco, tra un'esibizione e l'altra, sempre insieme a correre su e giù per l'albergo.

Una sera avevano organizzato di dormire in camera di Jibeom. Sua madre aveva ceduto loro il lettone, e si era sistemata su un lettino lì accanto. Avevano parlato finché si furono addormentati entrambi.

A Sicheng piaceva la voce di Jibeom, gli piacevano i suoi modi di fare, il suo modo di ballare. Aveva un viso dai tratti mascolini nonostante la giovane età, già alto e con spalle larghe. Gli piaceva di carattere ma anche d'aspetto. Insomma, Sicheng si era innamorato di lui.

La sua prima cotta era un ragazzo, ma non gli importava. Ovviamente aveva paura di dirlo ai suoi genitori e soprattutto al nonno, paura che anche ora non era svanita.

Ma almeno aveva saltato la parte dell'accettazione!

Peccato che i due ragazzi non si fossero tenuti in contatto.

Quella era stata l'ultima volta in cui Sicheng si era sentito felice a un evento.

Forse era felice perché erano lì, tutti e quattro insieme, senza il nonno che ti metteva ansia per ogni cosa e non perdeva occasione per ricordarti che si trattava di una competizione. Forse perché aveva fatto un'esibizione meravigliosa guadagnandosi il suo primo posto. Forse perché aveva capito di essere gay e di aver trovato qualcuno di speciale.

O forse tutte quante.

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🌱

Ciao! Come va?

Sono davvero contenta che Hyuckie sia guarito e che sia ritornato.

Aveva già ascolato beautiful goodbye di Chen?

Happy Junhoe Day!






Just Me, You, and the Music [Yuwin]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora