Off Stage Part 26

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Quel mercoledì passò, e Sicheng non era riuscito a parlare con sua madre. O meglio, si erano scambiati qualche parola su cose patetiche e di poco conto, ma non si erano parlati davvero. Le occasioni c'erano state, però ogni volta che se ne presentava una a Sicheng venivano meno i discorsi che aveva provato a riprovato mille volte nella sua testa.

Nel pomeriggio Yuta saltò la lezione per via di un impegno preso precedentemente. Lui e Sicheng si erano scambiati messaggi per tutto il giorno, aggiornandosi costantemente su ogni cosa. In serata, Yuta gli inviò la foto del gigantesco cupcake che stava per mangiare, e Sicheng rispose con quella dell'esercizio di matematica su cui si era arenato.

Il giovedì, Sicheng sperava di riuscire a incrociarlo nel pomeriggio, quando Yuta sarebbe stato da loro per la lezione con Linchen.

"Sarò a casa, se vuoi fare un saluto"

gli scrisse, ma lui non rispose, non si sentivano da quella mattina quando si erano scambiati il buongiorno su WhatsApp. Sicheng, verso l'ora di cena, decise di chiamarlo. Si allungò sul letto, al buio, e fece il suo numero. A quell'ora probabilmente stava tornando a casa in auto.

<Hei, piccolo Sicheng.> rispose Yuta. Sicheng non sapeva bene come prendere quel soprannome

<Ehi. Volevo dirti che alla fine ci veniamo alla festa, io e Taeyong.>

<Ottimo. A proposito, scusa per oggi. Non mi sono fatto sentire, ma Linchen voleva parlare un po'...>

<E di cosa?>

Yuta non rispose.

<Lascia perdere, non ha importanza. Non sono affari miei.>

<Che c'è Sicheng? Mi sembri un po' giù.>

<È per via di mia madre. Abbiamo litigato prima che partisse per Shanghai e non ci siamo ancora chiariti.>

Rimase in attesa, di un consiglio, un incoraggiamento. Niente. <Pronto?>

<Scusa, ero a un incrocio, stavo svoltando.>

Pazienza, pensò Sicheng. In ogni caso, non è che avesse poi così tanta voglia di parlare di sua madre. Si concentrò sulla voce di Yuta.

<Com'eri al liceo?>

Sicheng sentì Yuta fare una piccola risata.

<Diciamo solo che non ero un allievo modello, ci andavo solo perché ero obbligato. L'unico momento che mi piaceva era la ricreazione, così potevo giocare a calcio.>

<Ti piace il calcio?>

<Già. Molto. Ero pure molto bravo. Ma non ci potevo giocare molto, ero molto impegnato con la danza. E poi non aveva tanti amici per giocare.>

<Sul serio?>

<Giuro. Ero un tipo solitario. Sai com'è. Avevo già un lavoro, che non è proprio l'ideale se vuoi farti una vita sociale al liceo. E anche alla fine riesci ad avere un minimo di amici, ma non te li godi perché tanto sei sempre in giro.>

<Aspetta.> Sicheng si sollevò di scatto su un gomito. <Vuoi dire che eri come me? E come Linchen? Cioè, che andavi sempre in giro, per spettacoli e roba simile?>

<Esatto.>

Non si ricordava di aver letto nulla di simile in rete, quando aveva fatto ricerche su di lui.

<E poi cos'è successo?> gli chiese.

Udì il rumore del traffico. Yuta che respirava.

Just Me, You, and the Music [Yuwin]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora