Sicheng non si era svegliato."Merda" si disse, quando sentì Lin alla porta. "Perché proprio oggi?". La mamma e il nonno sarebbero rientrati nel pomeriggio e lui voleva ripartire da zero. Ricominciare a interessarsi alle cose, come gli aveva detto Yuta. Cose come arrivare a scuola in orario.
Linchen lo aiutò a radunare la sua roba.
<Grazie per essere venuta a chiamarmi.> le disse.
<Me l'ha detto papà di venire.>
<Beh, grazie comunque.> disse Sicheng mentre si infilava le calze.
Suo padre l'aspettava sulla porta. Si era già messo la giacca e stava digitando qualcosa sul telefonino. La sua espressione era appena meno contrariata di quella che avrebbe avuto sua madre. Fu più loquace quando puntò il dito verso l'ingresso e sentenziò: <In macchina. Subito.>
Si avviò a passo spedito verso l'auto, che aveva già tirato fuori dal garage e parcheggiato davanti a casa, in doppia fila. Linchen gli corse dietro, con lo zaino che le ballonzolava sulle spalle, e Sicheng seguì a ruota. <Scusami papà.> gli disse. Una volta saliti in macchina e allacciate le cinture, Sicheng seduto dietro si sporse verso di lui: <Se succede di nuovo, andate via senza di me, okay? Non voglio che Linchen faccia tardi per colpa mia.>
Con sua madre non gli era mai venuto in mente di dire una cosa così.
<E tu? Non ti importa di arrivare in ritardo?> ribatté suo padre.
<Quello è un problema mio.>
Sapeva esattamente cosa gli avrebbe risposto sua madre. "No, Sicheng. Non è un problema tuo. È un problema per tutti, perché si ripercuote sull'intera famiglia, e perché rappresenta una mancanza di rispetto verso il tuo liceo e verso i soldi che investiamo per mandarti lì".
Suo padre si limitò a dire: <E va bene.>
<Quando prenderò la patente potremo andare a scuola in auto da soli, vero Lin?>
Sicheng desiderava così tanto che sua sorella si girasse verso di lui.
<Come vuoi.> rispose lei, lo sguardo fisso fuori dal finestrino.
<Non so che vi sia preso, ma qualunque cosa sia, non voglio vederne neanche l'ombra oggi pomeriggio quando torna vostra madre. Sarete i nostri deliziosi figli di sempre, d'accordo.>
<Sì, certo. Deliziosi.> ripete Sicheng. Controllò il telefonino per vedere se Yuta aveva risposto al suo messaggio della sera prima. No, niente risposta. <Okay, papà. Ricevuto.>
🎶
Sicheng si preparò a essere di nuovo cacciato via dal signor Kim. Aveva anche pensato a cosa dirgli: gli avrebbe chiesto scusa, senza però cercare giustificazioni, e si sarebbe rimesso alla sua clemenza. Ma quando aprì la porta dell'aula, lui gli fece cenno di entrare e andare a sedersi come se niente fosse.
Il programma della lezione era scritto sulla lavagna, come sempre: Dovevano dividersi in gruppi e riflettere sulle varie chiavi di letture di "Otello". Sicheng si unì al suo gruppo di sempre: Shin Youngwoon, Kim Minji, e Bang Changmin.
<Se volete prendo io gli appunti, visto che sono arrivato in ritardo.> si offrì Sicheng.
<Okay.> rispose Youngwoon, scorrendo velocemente la sua copia di Otello. <Allora, vediamo. Potremmo approfondire quello di cui abbiamo parlato l'altra volta, e concentrarci, non so, sulla donna come oggetto di proprietà?>
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Just Me, You, and the Music [Yuwin]
FanfictionDove Sicheng ha mollato la danza E Yuta è l'insegnante di ballo di sua sorella