15.Nessuna speranza

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Grace's POV

Rimango spiazzata dalla richiesta, è impensabile una cosa del genere. Una cosa è uccidere gli infetti e un'altra cosa è uccidere un essere umano.

Per quanto sia un gesto di pietà è sbagliato.

Prendo Luz per la manica e con Sarah in mano la trascino lontano dalla donna in fin di vita.

"Non hai intenzione di ucciderla, vero?"

"Grace..." i suoi occhi mi dicono che è spaventata ma è testarda e se decide una cosa, be', resterà della sua idea.

"Luz Àlvarez, ti conosco e so che non te lo perdonerai mai. Lasciamo qui la bambina e usciamo da quella maledetta finestra, non è un nostro problema."

"Lo è, se noi siamo l'ultima spiaggia dell'umanità allora è in nostro dovere aiutarla" mi guarda con il suo solito sguardo da cucciolo bastonato, vuole farmi cedere alla sua richiesta.

"Luz! Non ci starai davvero pensando"

"Non ci sto pensando" sorride ma è un sorriso triste, forzato. "Ho già deciso"

È sempre stato così: per me è una cattiva idea perché so cosa comporterà avere una bambina così piccola nel gruppo, saremo più esposti ai rischi e ogni volta che piangerà ci metterà in pericolo. Per me è una cattiva idea perché ragiono con la testa. Per lei invece è la scelta giusta da fare perché nella sua mente è inconcepibile lasciare qui la bambina, qualunque cosa comporti e probabilmente accontenterà la richiesta della donna perché è il suo ultimo desiderio. Per lei è la cosa giusta da fare perché ragiona con il cuore.

"Fai ciò che ritieni giusto, io non ti fermerò ma sappi che disapprovo"

"Grazie Grace"

Si inginocchia affianco alla donna e apre lo zaino.

"Come ti chiami?" le chiede dolcemente.

"Anastasia"

"Bene Anastasia, io sono Luz e lei è Grace"

Anastasia annuisce e chiude gli occhi.

"Ci prenderemo cura di Sarah, non preoccuparti. Lo sai, io ho una sorellina. Ha 10 anni ed è al nostro accampamento"

"Come si chiama?" chiede la donna con voce roca.

"Mary, è una vera peste"

Anastasia ride.

"Ti darò degli antidolorifici ma devi ingoiare le pillole, pensi di farcela?"

"Ci proverò"

Luz si alza e prende un bicchiere nel comodino e lo riempie con l'acqua, poi apre lo zaino e prende dei sonniferi e una siringa per somministrarle la morfina.

Io la guardo e non capisco cosa vuole fare.

Le passa il bicchiere con calma e Anastasia butta giù le pillole con un sorso d'acqua.

"Brava, ora mantieni la calma. Ti faccio un iniezione, ti aiuterà."

Le conficca la siringa nella coscia e le fa la puntura così velocemente che Anastasia sussulta.

"Dov'è suo marito?" le chiede.

"È stato ucciso o forse è uno di loro, non ne ho idea."

"Mi dispiace tanto, lo amava molto?"

"Sì" un velo le cala negli occhi. "Era l'amore della mia vita"

Dopo altre  domande Anastasia si addormenta e Luz estrae la pistola dallo zaino, se la soppesa sulla mano e poi la mette via.
Sfila un coltello dalla cintura e guarda la lama, se lo rigira tra le mani e poi lo avvicina alla tempia di Anastasia.

Prende un bel respiro e la conficca con una sola spinta decisa, abbassa lo sguardo e sussurra qualcosa che non riesco a capire poi sfila la lama e si alza.

"Stai bene?" le passo la bambina e annuisce.

"Dobbiamo andare adesso, mettila nello zaino"

"Ma sei pazza? Non ho intenzione di ucciderla"

Si avvicina al letto e strappa via la federa dal cuscino, la divide in due e fascia Sarah in modo che possa respirare e stare appesa al suo collo.

"Ok, scendi prima tu e poi ti passo la bambina. Pronta?"

Annuisco e aggrappata alla ringhiera mi calo giù e atterro sul balcone anche se con fatica. Non è semplice saltare da quell'altezza e non rompersi qualcosa.

"Passami Sarah, sono pronta"

Lei la cala giù e io la afferro al volo, poi è il turno di Luz che atterra affianco a me, si sporge dal balcone e guarda giù preoccupata.

"Non ci sono infetti per ora, se ci muoviamo adesso riusciamo ad arrivare in farmacia senza intoppi"

"Ok, scendi prima tu"

Lei annuisce e si cala giù e con un piccolo salto arriva a terra senza alcuna fatica. Le passo la bambina e poi scendo anche io, ci mettiamo subito a correre e, anche se con il fiatone,  arriviamo alla farmacia appena in tempo per vedere Matthew uscire fuori di corsa e sporco di sangue.

Luz's POV

Matthew ci vede e ci viene in contro correndo.

"Dov'è Ben?" chiede guardandoci.

"Non era con te?" rispondo preoccupata.

"Pensavo fosse già uscito, ci hanno attaccato gli infetti. Sono ancora là dentro." indica la farmacia alle sue spalle e sento il cuore battermi a mille nel petto.

Prendo Sarah e la passo a Grace, lei la prende incerta e mi guarda come si guarda una bambina che delira.

Prendo la pistola e faccio per entrare nella farmacia quando Ben, sporco di sangue fino al collo esce fuori e mi sbatte contro.

"Dobbiamo andare, ora!" urla e mi prende per mano, mi tira verso la macchina e mi fa entrare.

Grace corre e mette in moto con Sarah ancora tra le braccia, poggia la bambina sul sedile del passeggero e parte.

Sarah inizia a piangere e mi si perforano i timpani. Questa bambina inizia già ad essere un'problema
"Luz, prendi la bambina!" urla Grace.

Faccio come chiede e inizio a cullarla, quando smette di piangere tiro un sospiro di sollievo.

"Dove avete trovato questa bambina?" Chiede Matt.

"Era con la madre all'ospedale, ci ha chiesto di portarla via con noi" rispondo vaga ed evito il loro sguardo.

"E dov'è la madre?" chiede Ben.

Abbasso lo sguardo su Sarah che adesso mi guarda con i suoi enormi occhioni azzurri.

"Non..." cerco di parlare ma non mi viene in mente niente.

"Non è venuta con noi, non c'è riuscita. È morta"

"Oh" i ragazzi rimangono entrambi senza parole e spostano lo sguardo con sospetto da me a Grace.

"È successo qualcosa quando eravate all'ospedale? Qualcosa di cui volete metterci al corrente?" chiede Matthew con tono curioso.

"No. Niente di speciale" rispondo fredda. Tanto fredda che mi sorprendo dell'assenza di sentimento nella mia voce. Mi sembra di essere tornata la Luz di un tempo e questo è un enorme passo indietro.

Quest'apocalisse ci ha cambiati tutti e forse con il mio gesto sono riuscita a spazzare via tutto ciò che rappresentava l'umanità. O forse è ciò che sono riuscita ad evitare.

Ma se siamo costretti ad uccidere per sopravvivere allora non siamo meglio di un criminale, di un assassino o di uno stupratore. Perché se questo è ciò che resta della nostra umanità, uccidere per non essere uccisi, allora per noi non c'è speranza.
E se non c'è speranza che senso ha continuare a lottare?

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