30. Brutti ricordi

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Grace's POV

Anche stare fuori da casa mia mi provoca una fitta dolorosa alla pancia. Rivedere questo posto dopo tutti questi anni mi porta alla mente tantissimi ricordi e nessuno di questi è piacevole.

"Non me la ricordavo così" ammette Travis sottovoce.

"Io sì"

La mia vecchia casa è una di quelle moderne, bianca e un po' classica e l'unica del quartiere con un grande cancello bianco all'entrata. L'esterno non è cambiato affatto, è esattamente come lo ricordavo mentre l'interno è diverso dall'ultima volta che sono stata qui.

I ragazzi mi seguono a ruota e scavalcano il cancello dopo di me e con una pietra rompo una delle grandi finestre che danno sulla cucina.
Mi calo dentro e nella fretta mi taglio un palmo con uno dei frammenti di vetro.
Il sangue cola sul pavimento sporcandolo e con la manica della felpa provo a tamponare il taglio.

"Ti sei fatta male?" Ben arriva e mi prende la mano e si mette a ispezionare il taglio. "Tienila coperta o si infetterà e non abbiamo antibiotici"

Annuisco e mi guardò intorno sofferente. C'è ancora tutto e non è cambiata più di tanto ma sento che manca qualcosa, un pezzo fondamentale. Corro in quella che un tempo era la mia camera e mi accorgo subito della mancanza delle mie cose, il letto è ancora lì, attaccato alla parete ma mancano i miei peluche, i miei vestiti e anche tutti i miei libri.

"Luz non c'è, l'abbiamo anticipata." Travis arriva in camera e si blocca sulla soglia.

"Era la mia camera, me la ricordavo più..." non trovo la parola adatta.

"Felice?"

"Sì, mi rinchiudevo sempre qui quando c'era qualcosa che non andava. Adesso è vuota e spenta, senza personalità" tocco la porta mentre una marea di ricordi si fa strada nella mia testa e si insinuano nei miei pensieri portando a galla lacrime che non sapevo neanche di avere.

Esco da quel posto e mi fermo davanti alla libreria in salotto e fisso imperterrita i libri tra gli scaffali. Mi ricordo bene cosa succedeva quando mio padre non c'era: mia madre veniva da me e mi trascinava in laboratorio e poi iniziava a prelevarli il sangue e a mischiare composti di cui ormai non ricordo il nome.

Una volta quello e un'altra mi iniettava delle sostanze che mi facevano avere delle allucinazioni o mi facevano svenire.
C'è stata una volta in cui sono diventata talmente aggressiva per colpa di quello che mi aveva somministrato che ha usato il teaser!

Quando mio padre l'ha scoperto il governo l'ha portato via e io sono scappata di casa, ho lasciato lì mio fratello e la mia vecchia vita. Chissà se anche a Mickey ha fatto ciò che ha fatto a me o forse il governo ha preso anche lui.

Mi avvicino alla libreria e spingo due libri verso l'interno, si sente un click e la libreria di sposta di lato quanto basta per lasciarmi aprire la porta che c'è dietro.

"Che succede?" chiede Ben non capendo quello che sta accadendo.

"Devo cercare una cosa, voi aspettate qui"

Entro nel laboratorio e Ben mi segue come un treno toccando e ispezionando ogni singola provetta.

"Ti ho detto di aspettare fuori!"

"Ma sei pazza? Mi sembra di essere in un film di spionaggio ed è sempre stato il mio sogno entrare in una stanza segreta dietro ad una libreria" controbatte prendendo un Becker con dentro un liquido blu.

"Tieni le mani a posto o da principe ti trasformerai in un ranocchio"

Ben ritira subito le mani e si allontana dai contenitori mentre io continuo a ispezionare il laboratorio in cerca di qualcosa che possa aiutarmi a capire come è possibile che anche a Denver siano arrivati gli infetti.

Io ho sempre pensato fosse un problema della nostra città e che nessun'altra fosse stata distrutta e avremmo dovuto capirlo quando la tv e i telefoni non funzionavano più. Il mondo si è spento nell'esatto momento quando a casa di Luz è entrato quel infetto.

"Luz arriverà da un momento all'altro, ci conviene essere pronti ad accoglierla" Travis entra nel laboratorio e dopo una rapida occhiata esce fuori con la faccia di qualcuno che sta per vomitare.

Sfortunatamente però quelli che dovevano essere secondi si trasformarono in minuti e quei minuti in delle ore.
Venendo qui abbiamo incontrato un gruppo di zombie, camminavano tutti nella stessa direzione come nel videogioco zombie tsunami. E se anche Luz li avesse incontrati? Noi siamo scappati per un pelo imboccando una scorciatoia e siamo arrivati in casa appena in tempo. Spero stia bene.

"Secondo voi che ora è?" chiede Ben sbuffando e cercando cibo nella dispensa.

"Non lo so, forse le cinque o le sei di sera. Non ci avrebbe dovuto mettere così tanto tempo, anche non trovando la casa subito avrebbe impiegato massimo due ore, non quasi dieci" borbotta Travis mentre gira intorno al tavolo pensieroso.

Stiamo pensando tutti la stessa cosa, o non ha mai avuto intenzione di venire qui o le è successo qualcosa.

"Solo un altro po', sono sicura che arriverà a momenti"

Faccio un profondo respiro e poi mi alzo dal pavimento, faccio cenno ai ragazzi di seguirmi e li conduco nella mia vecchia camera.

"Riposiamoci e se quando ci sveglieremo non ci sarà nessuno allora ce ne andremo, se non vuole essere trovata allora non la troveremo e se invece vorrà tornare da noi allora ci troverà al campo" mi siedo in terra e appoggio la schiena contro il muro.

Tutti sappiamo che non arriverà ma come ha detto Luz una volta: finché ci sarà la speranza allora ci sarà anche la salvezza.

Chiudo gli occhi e scivolo rapidamente in uno stato di profonda calma, così riesco anche a inquadrare la situazione.

Se anche Denver è infetta e non abbiamo notizie dal governo allora forse non c'è più nessuno a fare resistenza ma è anche impossibile che noi siamo gli unici sopravvissuti della razza umana. È impossibile, dovrebbero esserci molti gruppi sparsi per gli Stati Uniti e nessuno di loro forse ha un posto sicuro. Saranno costretti a uscire per il cibo, l'acqua o per altre necessità e rischiano la vita.

Sento un rumore venire dalla cucina e sobbalzo quando sento il rumore di passi che si avvicinano.

I ragazzi scattano in piedi e impugnano le armi, io li precedo con la corda del arco tesa e la freccia già incoccata.

Giriamo l'angolo con calma e il cuore accelera quando sento un vaso cadere in terra e il rumore di passi che camminano sui cocci. Si sente un piccolo rantolo e poi un colpo di tosse, abbasso l'arco e lo appoggio in terra senza fare alcun rumore poi prendo la pistola a Travis e faccio segno ai ragazzi di rimanere indietro.

Ben mi ignora e mi segue. Noto subito delle gocce di sangue che portano alla cucina e le seguo con cautela pronta a tutto.

Quando arrivo alla fine della scia di sangue capisco che non mi devo preoccupare di un infetti ma bensì di Luz che tutta sporca di sangue si tiene all'isola della cucina. É piena di lividi, ha un brutto taglio in testa e  il labbro spaccato ma la cosa che più mi preoccupa è il suo addome. Si tiene la pancia con le mani piene di sangue e delle gocce cadono dalla ferita e finiscono sul pavimento formando una grandissima macchia scarlatta.

"Aiutatemi" rantola e le si spezza la voce prima di crollare al suolo svenuta.

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