Luz's POV
È una maledetta situazione di stallo, un passo falso e potremmo finire tutti quanti con un proiettile in testa.
"Facciamo così, lascialo andare e io lascio tuo figlio. Torniamo tutti alle nostre vite e nessuno si farà male" propongo con calma. Forse anche troppo perché Jacob avvicina di più la pistola a Ben e quest'ultimo fa un smorfia.
La verità è che sono pronta a uccidere chiunque provi a fare del male ai miei amici. La calma è qualcosa di secondario.
"Tu mi dai mio figlio e io ti do il tuo amico, altrimenti non se ne fa nulla."
"Amico stai sprecando tempo, non gliene frega nulla di quello che vuoi o di me. Se non fai come dice tuo figlio morirà" gli consiglia Ben con un sorriso triste.
"Se non ti spara lui ti giuro che lo faccio io" lo avviso stringendo la presa sul coltello.
Mi sta per rispondere quando un infetto arriva e morde sul braccio la signora con i due bambini e tutto succede così velocemente che non mi rendo neanche conto che Matthew inizia a sparare. La donna grida e si tiene il braccio sanguinante mentre l'inferno attacca i due bambini che provano inutilmente a scappare.
Tra grida e spari perdo la cognizione di cosa sta accadendo e mi ritrovo a non capire cosa devo fare. Scappare o attaccare? Lasciare il bambino o continuare la trattativa?
Arrivano altri infetti e tenendo ancora il bambino per il braccio tiro fuori un altro coltello e lo lancio contro uno zombie, mancando però il bersaglio. Allora, non avendo altre armi indietreggio di qualche passo trascinando con me il figlio di Jacob.
Si scatena il panico e tra la pioggia di proiettili, nostri e anche loro inciampo in un ramo e lascio la presa sul bambino che corre verso suo padre. Scatto all'inseguimento ma nella fretta mi dimentico che i miei stanno sparando proprio nella direzione dove entrambi stiamo correndo.
"Grace!" urlo e nella confusione lei neanche mi sente. È presa dall'attaccare un infetti che sta per mordere Matthew sulla spalla e per fortuna riesce a ucciderlo prima che possa fare del male a qualcuno.
Vedo che il mio ostaggio viene colpito alla pancia da un proiettile e corro verso di lui per trascinarlo via da quel campo di sangue.
Me lo carico in spalla e corro verso gli alberi mentre Grace, Matthew e Aiden mi coprono con le pistole.
Mi fermo solo quando gli spari echeggiano lontani, non so quanto ho corso ma ho il respiro affannato. Sento l'odore metallico che mi martella nelle narici e non so che cosa fare.
Sbatte gli occhi è gli leggo tutta la paura è il dolore che sta provando e prima di smettere di muoversi cerca di dire qualcosa."Oddio, fa che non sia morto. Ti prego" provo a sentirgli il battito tenendo un orecchio sul suo petto ma non sento neanche il più piccolo rumore. Il suo petto non si alza più ma resta immobile e sento la paura montarmi dentro.
Provo a fermare l'emorragia ma ormai è troppo tardi, non c'è nulla che io possa fare per riportarlo indietro.I miei vestiti sono pieni del suo sangue e nella corsa deve averne perso troppo e anche se non fosse morto dissanguato probabilmente sarebbe morto di setticemia nel giro di qualche giorno.
Se Jacob lo scopre ucciderà Ben e poi verrà a cercarci e non posso mettere a rischio la vita di mia sorella e dei miei amici solo perché sono caduta e lui si è preso un proiettile che non gli spettava.
Se Jacob cercherà un capro espiatorio allora sarò io, non quelli che amo.
Passo dopo passo mi avvicino sempre di più al loro accampamento, non porto con me il corpo senza vita del bambino, pesa troppo per portarselo dietro e poi, è morto, può interessare solo ai vermi.
La carne calda attirerà qualche infetto e in poco tempo di lui rimarranno solo ossa e vaghi ricordi di quello che è successo oggi. Ricorderò soltanto che prima di morire ha posato i suoi occhi celesti su di me implorando salvezza.
Per quanto sia crudele dire o anche solo pensare una cosa del genere ho in mente l'immagine di Ben con un buco in testa e mi fa male in un modo che non so descrivere.
È come se mi si restringesse il cuore, come se mille spine mi stessero perforando la cassa toracica. Ho un groppo in gola e non riesco neanche a parlare e ho solo un obbiettivo in testa e so che me ne pentirò.
Come siamo arrivati a questo punto rimane un mistero per me ma suppongo che quando c'è in gioco la sopravvivenza, la coscienza importi poco e niente.
I più fortunati sono stati quelli a morire prima che tutto degenerasse irreversibilmente, prima che il mondo cadesse in una spirale di violenza e miseria. Sono morti rimanendo loro stessi e non hanno perso la loro umanità.
Sbuco nel loro campo visivo e mi ritrovo davanti una scena più che nauseante.
La piccola prateria è ora ricoperta di sangue e morti. L'uomo con il fucile giace in terra senza più la mano e sparsi intorno a lui ci sono il corpo di sua moglie (con un foro in testa), dei loro figli e cinque infetti morti. Quella che dovrebbe essere la moglie di Jacob è invece affianco a lui, con un morso sul collo.
Vedo però il suo petto andare su e giù e sono più che certa che nel giro di qualche minuto si trasformerà.
I miei amici puntano le armi contro Jacob che il lacrime tiene la pistola puntata contro Ben che adesso è davanti a lui in ginocchio.
"Stupida puttana! Dove hai portato mio figlio?" urla contro di me e anche da una distanza di dieci metri vedo le vene che gli pulsano sulla fronte.
"Grace la pistola" sussurro.
Lei me la passa da dietro alla schiena e spalanca gli occhi notando tutto il sangue che ho addosso."Be' suppongo ci siano due punti di vista. Dal tuo è ancora vivo, nei tuoi ricordi e così rimarrà per sempre. Dal punto di vista tecnico invece credo proprio sia morto" gli risponde Ben con sarcasmo, la voce fredda e gli occhi color oceano macchiati di verde nei miei.
Alzo il braccio e con un profondo respiro premo il grilletto. Jacob indietreggia e lascia cadere la pistola tenendosi la spalla sanguinante.
Per fortuna ho una buona mira o da questa distanza avrei sicuramente sparato al mio amico.
Ben afferra velocemente l'arma e si alza in piedi, venendo verso di me. Io però ho gli occhi puntati contro Jacob la cui rabbia è immensa, vuole vendetta ma la voglio anche io.
"Ti ho detto di lasciarlo andare e non l'hai fatto. Che dovrei fare con te?" domando giocherellando con la pistola.
"Ti prego, lasciami andare. Mia moglie e mio figlio sono morti, vi darò tutto ciò che volete e poi andrò via da qui" dice con rabbia. Le parole escono come una supplica ma sono i suoi occhi a tradirlo. Vedo la collera ribollirgli dentro, la riconosco perché è ciò che provavo io dopo che un pirata della strada ubriaco ha investito e ucciso i miei nonni. Ho provato un incessante bisogno di vendetta per mesi prima di darmi finalmente pace.
Sfortunatamente per lui, è un uomo e ha appena perso suo figlio e anche sua moglie e posso solo immaginare il dolore che sta provando adesso. Però ora è ferito, dopo sarà arrabbiato e non c'è niente di più determinato di un padre a cui è stato ucciso il figlio.
"Grace, Matthew e Aiden andate al campo, voglio che qualcuno stia con Rachel e le bambine. Qui ci penso io"
"Che vuoi fare?" Chiede Grace sospettosa.
"Andate, ci vediamo fra poco"
Annuisce e quando spariscono tra gli alberi chiudo gli occhi e prendo un bel respiro.
"Ho perso tutto da quando è iniziato questo casino. Prima i miei genitori, poi la mia casa e adesso, pezzo dopo pezzo sto perdendo me stessa ma c'è una cosa che non posso permettere a nessuno di portarmi via. La mia famiglia. E tu hai provato a portarmela via"
"Che vuoi farmi ragazzina?" Grida aggressivo.
"Voglio solo che tu capisca una cosa, nessuno tocca la mia famiglia"
Poi premo in grilletto, ancora e ancora, finché non svuoto l'intero caricatore. Finché l'unico rumore che riecheggia è la supplica silenziosa di quella che ero un tempo e le urla frustrate di quella che sono diventata.
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Survivors
Science FictionNessuno era preparato per un'apocalisse zombie e men che meno lo erano Luz e Grace. La prima è una ragazza impulsiva, con troppi sentimenti dentro e la seconda è l'esatto opposto. Nel giro di qualche giorno il loro mondo è stato completamente stravo...