16.Sono un assassina

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Grace's POV

Torniamo a scuola senza quasi dire niente, anche se ce ne sarebbero di cose che io vorrei dire. Ma non voglio mettere il dito nella piaga, siamo tutti stanchi e non è il caso di far pesare a Luz il fatto che quello che ha fatto sia stato da irresponsabile e da stupida, almeno secondo me.

Quella bambina non ci porterà altro che problemi. I suoi pianti non faranno dormire nessuno di noi e faranno da richiamo per gli infetti, e non sono sicura che la recinzione reggerà se saranno in troppi.

Appena entriamo, il primo a venirci incontro è Travis che chiede come è andata l'operazione, ma soprattutto il motivo per cui Luz ha un neonato in braccio.

"Non potevamo lasciarla morire lì. Era pieno zeppo di infetti" risponde Luz cullando la bambina, che intanto si è svegliata e ha iniziato a piangere.

"Tu non potevi lasciarla lì" sussurro io, più a me stessa che a gli altri. Quasi non mi sono accorta di averlo detto a voce alta.

"Cosa? Perché tu l'avresti lasciata lì?!" mi inizia ad urlare contro Luz. È scossa, glielo leggo negli occhi.

Ma perchè non sto mai zitta?

"Luz, non ho detto questo..." cerco di calmare le acque, ma inutilmente.

"Si che hai detto questo. Dimmi la verità Grace, tu le avresti fatte morire entrambe? Ammesso che Anastasia non si fosse trasformata in un infetto, tu le avresti lasciate morire di fame e di sete?!" ormai sta gridando così forte che la bambina si è di nuovo messa a piangere, ma lei non se ne cura.

Ha qualcosa di molto diverso negli occhi. Sono sempre stati scuri ma adesso è come se ci fosse calato un velo ancora più scuro.

"Ragazze ora non è il momento. Ne potete parlare dopo?" la interrompe Matthew.

"Tu zitto" dice, "e tu rispondimi" continua rivolta verso di me.

Vorrei dirle la verità, ma sicuramente non le piacerebbe.

Io non sono come lei. La compassione, la pietà, la gentilezza, non sono cose che mi appartengono. Io sono fatta così, è inutile fingere di avere un cuore d'oro quando lo si ha di pietra. Quindi è inutile anche mentirle. È la mia migliore amica, quella che mi conosce meglio di chiunque altro, e non mi va di recitare la parte della buona samaritana con lei.

Quindi le rispondo con voce calma "Luz, lo sai bene cosa avrei fatto. La risposta è sì, io le avrei lasciate lì, perchè non erano un problema mio e perchè mi avrebbero solo complicato la vita, già difficile di suo in questo momento. So che non è quello che vorresti sentirti dire, ma è la verità".

Come immaginavo lei fa una faccia disgustata, perchè non approva quello che io penso, perchè è al di fuori della sua logica da ragazza dolce e sensibile qual è in fondo. Lei pensa di essere nel giusto, e non accetta che qualcuno le dica il contrario, perchè vorrebbe dire considerare l'ipotesi di aver agito male.

Io non la biasimo, lei è fatta così, ma mi ha chiesto cosa avrei fatto io e le ho semplicemente detto come avrei agito veramente, quindi non mi sento nel torto, e qualsiasi cosa lei mi dirà, io mi sentirò a posto con me stessa.

"Come puoi dire una cosa del genere e credere di essere nel giusto? Sai, sarai anche intelligente, ma non sei superiore a nessuno. La tua vita è importante tanto quanto le altre, quindi non comportarti come se tu fossi speciale, perchè non lo sei!" controbatte lei urlando prima di andarsene.

Io non mi credo più importante di nessuno, anzi, se avessi lasciato la bambina li sarebbe stato per non farci ammazzare tutti, quindi non mi venga a dire che io sono l'egoista, perchè qui l'unica che pensa solo a se stessa è lei, che ha fatto tutto questo solo per la sua coscienza.

Se moriremo tutti sarà solo colpa della bambina e sua, e niente potrà mai levarle questo peso dal cuore all'in fuori della morte, perchè ci ha condannati tutti.

Luz's POV
Non posso credere a quello che ha appena detto. So bene che non esprime le sue emozioni facilmente, ma non avrei mai immaginato fino a che punto si sarebbe potuta spingere. Lei le avrebbe uccise entrambe, o meglio le avrebbe lasciate lì a morire.

Non ce la faccio ad ascoltare una parola di più, così le dico tutto quello che penso e me ne vado.

Ho bisogno di staccare la spina, di rilassarmi e di dimenticarmi anche sono per un attimo dell'apocalisse zombie, di Grace, della bambina, di tutto.

Mi ci vorrebbe proprio una bella doccia calda, per sconnettermi da tutto e da tutti.

Ma la bambina dove la lascio nel frattempo?

Beh potrei affidarla alla persona più gentile e premurosa che conosco, una che non la butterebbe mai fuori dal balcone perchè "ci potrebbe mettere in pericolo". Tutti i riferimenti sono puramente casuali.

"Rachel, ho bisogno che tu la tenga per un po' "

"Che ci fai con una bambina in braccio?"

"Ti prego non fare domande. Potresti tenerla per circa un'oretta? Giuro che poi la vengo a riprendere"

"Ok ma vorrei sapere come ci è arrivato qui questo neonato" dice lei un po' interdetta.

"È una bambina e si chiama Sarah. Te lo spiego dopo, ora prendila e cullala un po', non so, ma cerca di non farla piangere" le dico mettendogliela tra le braccia.

Poi mi incammino verso gli spogliatoi, dove ci sono anche le doccie.

Sto girando l'angolo quando spunta fuori Ben.

"Ehi, stai bene? Ti va di parlarne?" mi chiede preoccupato.

Non può neanche immaginare la voglia che ho di farmi un pianto liberatore tra le sue braccia e di raccontargli tutto quello che mi preoccupa o che mi frustra, ma questa è una cosa che devo affrontare da sola.

"Ora no Ben, voglio stare un po' da sola"

"Va bene, ma se hai bisogno di sfogarti, di qualsiasi cosa, chiamami, ok?"

Aww che dolce. Non immaginavo che dopo le litigate e le punzecchiature le cose tra noi sarebbero state così...non so, ma decisamente strane, però dolci. Così annuisco e lo sorpasso.

Arrivo davanti alle docce, mi spoglio e accendo l'acqua, impostando la temperatura molto calda.

E ora sotto quest'acqua bollente mi tornano in mente tutte le cose successe oggi. L'ospedale, gli infetti, Anastasia...

Io l'ho uccisa. Si stava per trasformare in un infetto ed è stata lei che me l'ha chiesto, ma l'ho comunque uccisa.

E se non si fosse trasformata? E se avesse avuto solo una semplice influenza? Sono queste le domande che oggi mi tormentano e che forse mi tormenteranno sempre.

Vorrebbe dire che io sono un'assassina? Sì certo, ho salvato la vita di sua figlia Sarah, ma ho preso la sua.

Quindi io non sono meglio di Grace, anzi sono peggio. Grace non l'ha uccisa veramente ma io sì. Io probabilmente ci ho uccisi tutti.

Sento il panico che si impossessa di me, ed un unico pensiero fisso per la testa: io sono un'assassina.

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