22. Non dovevo bere

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Grace's POV

"Shh, zitta Grace. Ho sentito qualcosa" mi dice Luz, camminando piano e con passo leggero davanti a me.

Siamo quasi un'ora nel bosco e abbiamo già preso due lepri e un uccello a me sconosciuto. Quindi decido di dare ascolto a Luz, perchè finora i suoi sensi non hanno mai sbagliato.

La vedo che punta con lo sguardo un punto non lontano da dove siamo ora. Anche io guardo da quella parte, ma non vedo assolutamente niente.

Improvvisamente qualcosa si muove velocemente proprio dove stava guardando lei, e in automatico il suo braccio lancia il coltello che tiene in mano.

"Preso!" esulta con gioia alzando la sua vittima. Povera lepre.

Continuo a seguire Luz nel bosco per quella che penso sia un'eternità, ma che in realtà saranno più o meno due o tre ore. Mi fanno male i piedi e ho il respiro corto ma lei non se ne cura e continua a camminare imperterrita.

"Andiamo da quella parte Grace, ho sentito un altro rumore"

"No aspetta, sento un rumore anche da questa parte, e sono sicura che non provenga da nessun genere di animale" dico mentre mi dirigo verso ovest.

"Hai ragione, sento anche io dei rumori. Sembrano anche a te delle voci?" mi chiede superandomi. Io le rispondo semplicemente annuendo.

Proseguiamo per un centinaio di metri, quando lei si ferma e mi trascina dietro un cespuglio.

"Guarda!" mi sussurra.

Davanti a noi si estende una prateria piuttosto piccola, in cui sono stanziate alcune roulotte. Fuori ci sono dei tavolini pieghevoli, con delle persone sedute in essi, che mangiano ridendo beatamente. Ci sono anche dei bambini che corrono spensierati intorno ai loro genitori.

"Secondo te dovremmo andare a parlargli?" mi chiede Luz guardandomi in modo indecifrabile.

"Non ora. Torniamo al campo, ci penseremo dopo" le rispondo prendendola per un braccio e trascinandola fuori dal cespuglio, verso il sentiero che porta al campo.

Quando ormai siamo lontane dalle roulotte, ricominciamo a parlare normalmente.

"Chi erano quelli?" chiede Luz, parlando più a se stessa che a me. Si lo so, è un po' particolare.
Spesso parla da sola, sopratutto quando è confusa o ha troppe cose in mente e non riesce a riordinarle.

Chi la capisce è un genio, e modestia a parte, io la capisco.

"Ovviamente sono sopravvissuti"

"A me sembrano innocui" commenta lei.
"Non ne sarei così sicura" ribatto io, e poi continuo: "Pensaci un attimo. Anche se qui non ci fossero molti infetti, comunque non escludo che alcuni ci siano. Allora come hanno fatto loro a sopravvivere? Avranno sicuramente delle armi, un'organizzazione, un leader, ma a mio parere poche risorse. Tutte cose che presagiscono un gruppo molto competitivo, se c'è in gioco la sopravvivenza. E pensi che saranno così gentili e carini con noi quando vedranno tutto quello che abbiamo noi invece?
È probabile che tentino di derubarci, ucciderci o peggio" rifletto a voce alta io.

"Eh? Ma ti sei sentita? Grace, tu ti fai troppi film mentali. Rilassati un attimo e pensa a qualcosa di più interessante." mi risponde con uno sguardo che racconta molte cose.
Passa un po' di tempo, ma noi continuiamo ancora la conversazione

Troppo concentrate nella nostra discussione, non ci accorgiamo neanche di essere già arrivate al campo. Non mi sono accorta di aver parlato per così tanto.

"Avete preso qualcosa?" ci raggiunge Ben.

"Si, qualche lepre e alcuni uccelli indefiniti" rispondo io distrattamente, mentre controllo che tutto al campo sia al suo posto. Dobbiamo ancora finire la recinzione, ma per il resto siamo messi piuttosto bene rispetto a tutte le volte che avevo pensato ad una situazione del genere. E in effetti ci ho pensato.

In poco tempo siamo tutti seduti intorno ad un piccolo falò mentre Allison arrostisce le lepri. Noto subito che Luz è nervosa, forse impaziente. Non riesco a decifrare spesso le sue emozioni, quella ragazza tende a provare mille cose insieme e ne esterna solo un quarto.

"Bon appétit" Allison ha gli occhi a cuore mentre morde una delle lepri e mugola estasiata.

"Com'è?" domanda Luz curiosa.

"Dovete provarla, è meravigliosa" ci passa a tutti o una coscia o un altro pezzo di carne e poi iniziamo a mangiare.

"Solo a me sembra che manchi un po' di gioia a questo posto?"domanda Luz tirando fuori una bottiglia di Whisky da dietro la schiena.

"A dire la verità ci stavo pensando anch'io" Matthew allunga la mano e le prende la bottiglia. Ne versa un po' in un bicchiere e lo ingoia tutto in un unico sorso.

"Chi ne vuole?" domanda la mia amica versandosene un bicchiere pieno.

Abbiamo tutti un bisogno disperato di dimenticare, anche solo per un attimo, che domani potremmo essere morti ed è così che iniziamo a bere. Abbiamo bisogno di rilassarci e di lasciare tutti i nostri problemi in una stanza chiusa a chiave, sopratutto Luz che non è più la stessa da quando è tornata dall'ospedale.

Mi dispiace per lei e anche io ho bisogno per un attimo di non pensare a quanto mia madre mi abbia tolto.

Ci ubriachiamo tutti, mentre Mary dorme tranquilla in macchina insieme a Sarah noi ci sbizzarriamo in giochi stupidi.

Mi sento ormai stanca dopo aver bevuto due bicchieri pieni e so che se non mi do un freno potrei finire per fare qualcosa di cui poi mi pentirò.

Travis però mi afferra il braccio prima che possa entrare in macchina.

"Grace, rispondimi onestamente: perché non mi hai più rivolto la parola quando siamo andati al liceo?"

Rido e con la lingua impastata biascico: "Mia madre non voleva che avessi legami, è fatta così"

Certo, ha anche ucciso mio padre quando ha scoperto ciò che mi faceva e poi io sono scappata in quel paesino dove viveva mia zia, dove ho incontrato Luz.

"Pensavo vivessi con tua zia"

"Certo, dopo che sono scappata di casa per non farmi più friggere il cervello e farmi utilizzare come cavia da lavoratorio" sento le lacrime raggiungermi gli occhi e devo sforzarmi notevolmente per non scoppiare a piangere.

Stupido alcol! Lo sapevo che non avrei dovuto bere...

"Che cosa ti faceva?" domanda dispiaciuto e con voce dolce.

"Faceva degli esperimenti su di me, niente di strano"

Non dice nulla, si avvicina dolcemente a me e mi stampa un bacio sulla fronte e il mio cuore esplode. Poi mi mette una mano sulla schiena e apre lo sportello con l'altra.

"Dormiamo, domani ne riparleremo. Va bene?"

Annuisco e saliamo in macchina ma prima mi blocco, lo guardo negli occhi e mi avvicino a tal punto che sento il suo respiro caldo solleticarmi il naso.

Le nostre labbra si sfiorano ma niente di più perché lui si scosta e scuote la testa prima mi entrare dentro la macchina e chiudersi dietro lo sportello.

"Sei ubriaca, non mi approfitterò di te"

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