34. Uno dei tre

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Luz's POV

Vengo trascinata via dalla stanza senza avere il tempo di dire niente e invece ho migliaia di cose che vorrei poter dire.

I corridoi per i quali passiamo hanno le pareti bianche e inizio a pensare che tutto qui dentro sia privo di colore e felicità. Non si sente neanche un ronzio e l'unico rumore, anche se flebile, è quello dei passi del soldato che mi sta affianco.

"Dove stiamo andando?" chiedo con voce sommessa.

"Ti porto dai tuoi amici"

La risposta secca mi mette a tacere e osservo con estremo interesse ogni minimo dettaglio della struttura: ogni corridoio ha un divanetto bianco e le pareti sono completamente spoglie, ho visto un ascensore di sfuggita quindi immagino che ci siano altri piani oltre a quello in cui sono io, l'unica fonte di luce è fornita da piccoli faretti sul soffitti che sono a distanza l'uno dall'altro di quasi un metro. In questa base, o in questo piano, non ci sono finestre e l'aria ha uno strano odore, come se fosse filtrata, questo posto è estremamente claustrofobico.

Il soldato si ferma davanti ad una porta in metallo e passa il tesserino davanti ad una spia che da rossa diventa verde e inizia a lampeggiare. Mi spinge dentro con quanta più delicatezza riesce a trovare e poi mi chiude dietro la porta.

Ci metto qualche secondo per capire dove mi ha lasciata, una sala computer. Ci sono circa dieci bancate e ognuna di esse ha circa cinque sedie rosse, quel tipo di sedie con le rotelle e lo schienale pieghevole. Adesso vedere così tanti apparecchi elettronici mi sembra inutile dato che non c'è più un mondo con cui restare in contatto o notizie da ascoltare.

Infondo alla stanza, in un angolo ci sono tutti i miei amici e anche Richard. Mary mi corre incontro e mi abbraccia con forza e mi mordo il labbro per il dolore che mi provoca la ferita allo stomaco, la prendo in braccio e mi perdo nell'annusare il suo profumo familiare. Mi era mancata da morire, come ho potuto abbandonarla?

"Rachel?" la chiamo quando noto che non si alza per venirmi a salutare. Mary corre verso gli altri e io cerco una risposta nei loro volti

"Non ce l'ha fatta, insieme a Jessica e Aiden. Ha cercato di salvare Sarah e Mary dagli infetti e uno di loro l'ha morsa poi sono arrivati i militari e l'hanno lasciata lì" Matthew si alza e con sguardo cupo viene verso di me.

"Non è possibile"

Ho sempre pensato che io e Rachel saremmo rimaste insieme fino a quando non saremmo state vecchie e la nostra pelle sarebbe stata uguale alle prugne secce, ho sempre immaginato che al mio fianco nei giorni più difficili ci sarebbe stata lei a consolarmi, ho sempre pensato che la morte ci avrebbe prese insieme.

Ecco perché quando sento le parole di Matt crollo a terra in ginocchio e sento il mio cuore sbriciolarsi in mille piccolissime schegge che mi pugnalano i polmoni facendomi fermare il respiro.

"Com'è successo? Voglio i dettagli" ordino con la voce spezzate e la visto che mi si offusca a causa delle lacrime.

"Sono stata io a vedere gli infetti e ho chiesto a tutti di chiudersi in auto e lasciare fare a me ma non mi sono resa conto di quanti fossero, il primo ad essere morso è stato Aiden e Jessica gli è corsa affianco per non lasciarlo solo e così hanno morso anche lei. Mary era quella più vicina agli Infetti" Allison si siede davanti a me e vedo che anche lei è distrutta come me, ha gli occhi rossi dal pianto. "Rachel ha visto che era in pericolo e per un pelo è riuscita a portarla in macchina ma prima di riuscire a salire un infetto l'ha morsa sulla spalla e poi come ha detto Matthew è arrivato l'esercito e ci hanno portati via lasciando i nostri tre amici lì"

Allison è sempre felice. Da quando la conosco non ha mai perso il sorriso per più di cinque minuti e vederla così cupa mi distrugge. Il suo ottimismo è quello che da quando è scoppiata l'apocalisse mi ha fatto credere nella speranza di una vita migliore per tutti noi.

"Sarah è qui? Rachel è riuscita a salvare anche lei?" mi asciugo le lacrime con il dorso della maglietta e aiuto Allison ad alzarsi.

"Sì ma l'hanno persa quelli che ci tengono qui. Tu sai che sta succedendo?"

Guardo tutti i presenti e nessuno di loro ha la più pallida idea del guaio nel quale ci siamo cacciati e per giunta non abbiamo neanche delle armi!

La drs. Sunders mi ha offerto una scelta, posso farli restare tutti qui se lavorerò per lei. Sarebbero al sicuro e potrebbero anche vivere una vita tranquilla e senza troppi rischi, potrebbero avere un tetto e dei pasti caldi e persino un letto comodo nel quale dormire.

Ma Grace? Cosa le succederà se accetto?

È tutta un enorme incertezza e so solo che tutte le risposte le ha chi può salvarci ma anche chi può distruggerci. È come avere un arma in mano, può essere usata per fare del male o del bene, dipende solo da chi la impugna.

"Ci ha rapiti la madre di Grace e abbiamo scoperto come sono stati creati gli infetti, non c'è modo di uscire da qui a meno che non ci alleiamo con lei e questo significherebbe perdere Grace"
È riassunto frettoloso ma parecchio accurato. Allison spalanca gli occhi e si volta per scambiarsi uno sguardo con Matthew e Richard.

"Che facciamo allora?" Chiede Allison disorientata.

Prendo per mano Mary e fisso i suoi occhi color notte nei miei altrettanto scuri. Come posso anche solo pensare di rischiare ancora che vengano feriti o peggio, morsi?

"Accettiamo, anche se significa perdere la fiducia di Grace. Anche se Ben e Travis mi odieranno io lo faccio per loro. Lo faccio per tutti voi. Non posso perdere qualcun altro del gruppo, abbiamo già perso tre dei nostri e adesso è il momento di rincominciare a vivere senza il terrore che qualcosa vi uccida"

La porta si spalanca di scatto e tre soldati avanzano decisi verso di me. Stringo più forte Mary e mi sposto davanti a lei in modo farle da scudo.

"Ha preso una decisione signorina Álvarez?" chiede il primo dei tre.

"Sì e accetto"

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