Capitolo 1

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Dovrei sentire freddo.

È dicembre...

Ma non mi importa, anche se tremo resto qui accasciato su questa panchina.

Ormai non so davvero più da quanto tempo sono qui, sotto il cielo che mi piange addosso.

Sento il freddo, in realtà, che penetra nelle ossa, che stringe il mio corpo, ma io non mi muovo.

Improvvisamente sento dei passi scalpicciare velocemente nella mia direzione alzo la testa non aspettandomi di vedere nessuno di importante...

magari solo un ragazzino qualunque che esce da scuola correndo... ma no non lo è.

《Sascha cazzo finalmente》dice il ragazzo mentre mi si fionda addosso e mi abbraccia.

Non sembra importargli che abbracciandomi si bagnerà più di quanto già non lo sia.

Lo stringo forte e sento il mio cuore battere più velocemente.

Felpa rossa, pantaloni fin troppo larghi, camminata sbilenca con le mani in tasca, capelli castani e impossibili, piercing al lobo nero con le palline bianche... non è decisamente un ragazzo qualunque.

《Sono ore che io e i ragazzi ti cerchiamo eravamo molto preocc... ehi... che ti succede?》si ferma a metà della frase accorgendosi probabilmente delle mie lacrime.

Sono felice però che tra tutti mi abbia trovato lui.

《S-scusate》 è l'unica cosa che riesco a dire.

Lo guardo negli occhi, ha gli occhiali tutti appannati dalla pioggia, ma vedo la sua rabbia dovuta allo spavento trasformarsi immediatamente in un sorriso dolce.

《Andiamo a casa Sascha... non puoi restare qui...》mi dice premuroso.

《Ma io sto già male... e non intendo tornare in quella casa》rispondo.

《Ho capito... è Sabrina vero?》 Mi chiede con un espressione neutra in volto, io annuisco non volendo scoppiare di nuovo in lacrime.

Il suo viso si apre in un largo sorriso e mi costringe a tirarmi su di peso.

《In origine saremmo dovuti andare ad abitare tutti e quattro i mates assieme ricordi no? Beh io e Surry in casa abbiamo una stanza in più. Vieni a stare con noi?》chiede facendomi il labbruccio e riuscendo a strapparmi un sorriso.

Tieniti vicino quelle persone che riescono a strapparti un sorriso anche quando non ne hai la minima voglia

Questa frase letta per caso chissà dove mi torna alla mente.

Mi asciugo come posso il viso e lo abbraccio di nuovo.

《Grazie, sei il migliore fratello del mondo》gli dico con tono scherzoso.

Scoppia a ridere e di nuovo ascoltando la sua risata il mondo improvvisamente si fa un po' meno cupo.

Non avevo mai notato prima quanto le sue fossette appena accennate fossero belle.

Mi mette un braccio goffamente sulle spalle essendo più basso di me e assieme ci dirigiamo verso la via di casa e verso la svolta della mia vita.

La mia svolta si sarebbe chiamata Stefano, ma io ancora non potevo saperlo.

| You are my safe place | ~ SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora