Capitolo 15

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Sento una sberla arrivarmi sul volto.

Mi sveglio di colpo terrorizzato.

Tirandomi su a sedere, mi rendo conto guardando l'ora che sono le 4 del mattino, ciò che mi ha svegliato è Stefano che alzandosi di botto mi ha urtato inavvertitamente.

Ora è piegato a guardare il pavimento al bordo del letto.

《Stefano ti senti bene?》chiedo ancora rincoglionito.

Mi gira la testa.

《No》dice lui con una voce sommessa.

Sembra stia piangendo.

《Aiutami Sascha》chiede implorando mentre la bile gli strozza la gola e si accascia sulle sue ginocchia.

Corro più veloce che posso in bagno per prendere una bacinella, ma nel farlo urto un armadietto lasciato aperto e faccio cadere tutto il suo contenuto svegliando Surry.

Porto la bacinella a Stefano che ci vomita l'anima.

Avrei dovuto aspettarmelo, forse sarebbe stato meglio farlo vomitare prima.

《Sascha che succede? Siamo andati a dormire due ore fa...》chiede Surry entrando con solo le mutande e una maglietta con gli occhi a malapena aperti per la stanchezza.

《Stefano sta male》rispondo accarezzandogli la testa e cercando di non cedere al riflesso condizionato del vomito.

《Sono felice che almeno sta volta non tocca a me aiutarlo》cerca di scherzare Surry.

《Ah grazie stronzo》gli risponde tra un boccheggio e l'altro Stefano.

《Non è colpa mia se ti riduci così》replica Surry.

Per un attimo si guardano negli occhi.

Stefano lo scruta con uno sguardo indagatore come a chiedergli un qualcosa silenziosamente, l'altro risponde con un leggero diniego del capo, appena percettibile.

Quando sto per chiedere cosa significhi tutto questo scambio di sguardi Stefano ricomincia a buttare fuori dal suo corpo l'eccessivo alcol e la curiosità mi passa di mente.

La mattina dopo passa tranquilla, Stefano dopo una doccia e un' aspirina si sente meglio, ma le mie incertezze non fanno che pressarmi.

A pranzo non reggo più e mi decido a chiedergli spiegazioni.

《Voglio sapere che ti è preso ieri sera》dico bloccandolo al muro della stanza, quando per l'ennesima volta aveva tentato di evitare il mio sguardo.

《Ieri sera?》domanda con un apparente faccia confusa.

《Si ieri sera hai detto delle cose strane》comincio a parlare.

Noto subito Stefano agitato, continua a non incrociare il mio sguardo.

《Io deliravo》dice, ma so che mente, almeno in parte.

《Perchè volevi farti picchiare? Perchè ti sei ubriacato in quel modo? Perchè lo fai cosí spesso? Sono preoccupato per te》 sbraito tutto d'un fiato.

Gli occhi di Stefano si fanno improvvisamente tranquilli come se stesse controllando le sue emozioni, ma il suo corpo non mente.

Gli tremano le mani e il suo respiro è irregolare.

《Non so di cosa tu stia parlando Sascha mi sono ubriacato per errore, non lo faccio con periodicità. Inoltre ieri stavo delirando non credere a ciò che potrei averti detto》.

《Per quanto tempo ancora pensi di mentirmi? 》sbotto arrabbiato liberandolo dalla presa e lasciandogli modo di allontanarasi.

Non mi risponde neanche e scappa nella nostra stanza.

Infuriato per il suo comportamento entro lo seguo nella stanza sbattendo la porta e inizio a mettere i miei vestiti dentro una valigia.

《Che stai facendo?》 Chiede Stefano afferrandomi dalla maglia.

《Me ne vado nella camera di tudor a dormire tanto non sentirai la mia mancanza si vede. Smettila di mentire.》rispondo ancora più arrabbiato.

《N-no... Sascha non te ne andare da qua, resta con me》implora avvicinandosi pericolosamente al mio viso...


~Kaminari

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